di Maurizio Zullo

(foto fermo immagine da Youtube)

Pagine Esteri, 24 ottobre 2024 – I problemi che affliggono la Somalia, ben radicati, mostrano ad oggi effetti ancor più visibili, a volte devastanti, come la mancanza di cibo, della malnutrizione e della morte di bambini, collegati anche ai cambiamenti climatici che si osservano nel Paese. E lo stesso si può dire in merito al terrorismo integralista islamico e alle sacche geografiche di sua predominanza. Così come vanno considerati gli effetti indesiderati o collaterali generati dalla presenza di interessi internazionali a volte non disvelati.

Tutto ciò fa il pari con il processo noto come di “capacity building” (rafforzamento delle capacità) che specie nel corso dell’ultimo quinquennio la Somalia e le sue istituzioni ai vari livelli stanno compiendo anche grazie al sostegno di altri Paesi e allo sforzo progressivo delle migliori intellettualità locali.

L’immagine a sinistra è lo specchio piuttosto fedele di quanto accaduto negli ultimi quattro anni nel Paese di Punt (1). Ritrae i quattro sfidanti nella semifinale elettorale, svolta all’interno dell’hangar Afysione nel maggio del 2022, competizione politica che vide trionfare per il secondo mandato non consecutivo Hassan Sheikh Mohamud, il Presidente della Repubblica Federale di Somalia.

Il personaggio con il maggior numero di voti (come mostra  il fermo immagine da una tv locale) è l’attuale Presidente, anche lui rieletto nei mesi scorsi per un secondo mandato, Said Abdullahi Deni. Era sceso nell’agone elettorale, nonostante le critiche del suo Parlamento Regionale in Garoowe. Alla sua sinistra Mohamed Abdullahi Mohamed detto Farmaajo, già Presidente della Repubblica nel mandato in scadenza appunto alla stessa data del voto del 2022. Quindi, in senso antiorario, il Primo Ministro uscente Hassan Alì Khayre e infine Hassan Sheikh che, con la totalità dei voti a lui diretti da parte di Said Deni, ha chiuso vincitore.

Inizia così una nuova era per la Somalia che, proprio grazie al riconoscimento da parte del consesso internazionale di “Persona Grata”, ha intrapreso una serie di azioni fondamentali che stanno permettendo alla nazione di muovere passi significativi nello scenario dell’Africa orientale che possiamo elencare in:

  • Cancellazione del debito primario da parte di World Bank e IMF (International Monetary Fund);
  • Abolizione dell’embargo alla vendita di armi;
  • Attribuzione di Seggio non Permanente nella Assemblea UN in New York;
  • Ratifica di ingresso in EAC (East Africa Community, Organizzazione Intergovernativa Regionale);
  • Prolungamento della Missione già AMISOM (African Union Mission to Somalia), oggi ATMIS (The African Union Transition Mission in Somalia) in AUSSOM (AU Support and Stabilization Mission in Somalia), questo a far data dal 01 gennaio 2025;
  • Definizione dei Confini Marittimi con il Kenya.

Sviluppi che se per i più significano quasi nulla, in realtà concorrono all’unisono alla stabilizzazione del processo già in atto di “Capacity Building”, dono e supporto per un popolo ed una terra abusati dagli eventi e dalle azioni multilaterali internazionali.

Si tenga conto però che la composizione del Governo e dei suoi organi direttivi, anche se sotteso da elezioni nazionali regolari e sottoposte a controllo da parte di osservatori internazionali, si basa solo e sempre sulla regola “Four point five”, quindi ha il suo usuale indirizzo etnico-territoriale. Ovvero a dire che i Titoli di Governo vengono attribuiti in ragione di “uno per ognuno” dei singoli quattro grandi Clan geografico-famigliari e in ragione di “mezzo” per l’entità che raccoglie i piccoli Clan. Per questo, il numero totale dei ministeri e delle figure amministrative a questi collegate è multiplo del 4,5 (quindi, per esempio, 18 o 27 o anche 36).

Non sembri una stravaganza o un retaggio storico-arcaico, piuttosto va inteso essere la unica matrice di fattibilità per un equilibrio che potrebbe sempre e comunque divenire instabile.

Scendendo più in giù nella gerarchia governativa, la Repubblica Federale prevede poi una gestione più dettagliata in 6 Regioni Federate che sono (da Nord a Sud):

1)Somaliland, dichiaratosi autonomo l’indomani la caduta di Siad Barre ma mai riconosciuto da alcuno a livello internazionale;

2) Puntland, dischiaratosi autonomo dal 1998, la regione più evoluta tra le tutte per caratteri socio-economici;

3)Galmudugh, dichiaratosi autonomo dal 2006, a nord di Mogadishu la Capitale;

4)Hirshabelle;

5)Somalia Sud-Occidentale, dichiaratosi autonomo dal 2002;

5)OltreGiuba, dichiaratosi autonomo dal 2011.

A questi va aggiunto il Khatumo (costituito dalle Province di Sool, Sanag e Ayl, appartenenti per geografia e amministrazione al Somaliland) che dal 2012 tenta di separarsi dal Somaliland per entrare in Puntland; una vicenda che ha visto scontri a fuoco anche in questi ultimi mesi e che ancora non trova soluzione. La Capitale è Mogadiscio.

In ambito di gestione politico-amministrativa non di meno va considerato il lancio della campagna di attacco militare nei confronti dell’Isis (Daesh) e nello specifico della sua consociata Al Shabab che, a partire dall’agosto 2022 e con l’ausilio di AMISOM-ATMIS, delle forze Turche e di Usa Africa Command, le truppe della Somalia sta perpetrando nei confronti dei jihadisti.

Allo stato attuale Al Shabab è ristretta in alcune aree territoriali residue e geograficamente marginali. Nonostante ciò, gli attacchi suicidi e singolari continuano ad avvenire sebbene con effetti meno devastanti di quelli verificatisi negli ultimi anni e per mano dei quali quasi sempre ad essere colpita è la popolazione inerme e sempre meno figure chiave di carattere politico – amministrativo.

Per aree residue e marginali (sempre e solo rispetto alla totalità della estensione in chilometri quadrati di suolo somalo) si intendono quella di Gedo, ad ovest di Mogadiscio, e al confine con il Kenya e l’Etiopia, questa stessa collocazione concedendo un facile rifugio per i jihadisti oltre confine e necessitando di “diplomatici” interventi militari di confine. Altra area di militanza armata è quella del Galguduud, a nord est di Mogadishu che taglia trasversalmente la Somalia dal mare verso l’interno arido. Infine una certa attività è presente ancora nella area regionale del Middle Shabelle, strettamente a contatto con la capitale in direzione est – nord est.

Il modello che nel corso del tempo Al Shabaab ha preferito usare per il controllo del territorio si basa, oltre che sulla intimidazione con armi verso le popolazioni dei villaggi, anche su un “controllo remoto” via microfinance. Questi sistemi –  in Occidente li conosciamo poco ma sono  oltremodo diffusi in tutte le aree geografiche dell’Africa – indicano gli scambi economici che avvengono tra numerazioni telefoniche personali di sim per i cellulari. In sostanza chiunque sia titolare di una sim regolarmente acquistata e registrata a suo nome, caricando un credito in dollari presso un agente locale, può usare quello stesso credito per tutti gli usi consentiti, che può essere l’acquisto presso un supermercato oppure un pagamento di rifornimento o consumazione in un bar. Nel caso di Al Shabaab, gli stessi soggetti pilotano i micro-scambi, in modo che percentuali delle quote siano attribuite a sim appartenenti alla organizzazione che le riusa per scopi bellici. Non si pensi che il volume di tali scambi sia irrisorio perché tutti, dai ragazzi agli adulti, posseggono un telefono mobile di prima generazione e basso costo da dove poter inviare comandi sms per le operazioni richieste.

In questo ambito, va evidenziato il progresso raggiunto dalla formazione militare che le truppe nazionali somale ricevono da Turchia e USA, unitamente all’uso di droni da guerra.

Anche la società civile sta rispondendo in maniera efficace alle sollecitazioni del presidente e dei suoi organi di gestione politico-amministrativa. Questo è visibile soprattutto per la presenza di tante forze imprenditoriali e/o gestionali molto giovani, comunque ben qualificate in patria o all’estero, che stanno facendo poco alla volta ritorno dai più disparati paesi dei mondo nei quali la diaspora somala è divenuta stanziale. Gli investimenti, in termini di finanza e capacity building, che questi stessi soggetti stanno applicando, diventano un punto nodale per la più qualificazione della Somalia a livello internazionale.

Ed è per questo che una trattazione specifica è necessaria per quanto relativo ai progressi raggiunti per via della cooperazione internazionale, quest’ultima non solo con fondi pubblici ma anche con investimenti privati.  Quanto all’Italia, nonostante la forte richiesta locale di sue iniziative progetti in Somalia, resta sostanzialmente ai margini lasciandosi intimorire dalle condizioni  ambientali locali. Pagine Esteri

NOTE

1) La Terra di Punt era una regione dell’Africa corrispondente in parte alla attuale Somalia a cui si fa riferimento nelle iscrizioni dell’antico Egitto inizialmente come partner commerciale e, in seguito, come paese semi-mitologico ricco di risorse e beni esotici.