AGGIORNAMENTO 4 DICEMBRE

Dopo una notte di tensione e di proteste nella capitale Seul – i maggiori sindacati hanno convocato uno sciopero generale a oltranza e migliaia di persone si sono radunate davanti al parlamento per protestare – il presidente Yoon Suk Yeol è stato costretto a revocare la legge marziale proclamata ieri. Questa mattina i deputati del Partito Democratico e di altre formazioni di opposizione hanno depositato in parlamento una mozione per aprire un procedimento di impeachment per “tradimento” e rimuovere così il presidente dal suo incarico.

La mozione – che dovrebbe essere messa ai voti venerdì 6 dicembre o il giorno successivo – aumenta le pressioni su Yoon al quale più parti chiedono di fare un passo indietro volontario e di dimettersi. L’impeachment per essere approvato dovrà avere il voto favorevole di due terzi del Parlamento, cioè 201 deputati sui 300 totali, e poi il sostegno di almeno sei giudici della Corte suprema.

Le opposizioni hanno in totale 192 parlamentari, ma è possibile che per l’impeachment votino anche alcuni parlamentari del Partito del Potere Popolare, la formazione conservatrice di Yoon. Già ieri alcuni deputati conservatori hanno votato con le opposizioni la revoca della legge marziale.

In base alla Costituzione, il presidente può dichiarare la legge marziale durante “situazioni di guerra, simili a quelle di guerra o in altri stati di emergenza nazionale” che richiedono l’uso della forza militare per limitare la libertà di stampa, di riunione e altri diritti per mantenere l’ordine. Ma la Corea del Sud non si trova in una situazione d’emergenza.

Questa mattina molti assistenti e consiglieri di Yoon hanno offerto le dimissioni in massa. Anche il ministro della Difesa, Kim Yong-hyun, si è detto pronto a dimettersi.
Intanto oggi varie manifestazioni stanno chiedendo la rinuncia di Yoon. Una si è svolta in centro e poi si è diretta verso il Parlamento, un’altra si sta dirigendo verso la residenza presidenziale sempre nella capitale.

 

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della redazione

Pagine Esteri, 3 dicembre 2024 – Con una mossa a sorpresa che infiamma ulteriormente una regione del globo già sottoposta a forti tensioni, il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol ha dichiarato oggi la legge marziale, assumendo poteri speciali e incaricando l’esercito di “riportare l’ordine”, promettendo di eliminare quelle che ha definito “forze anti-stato”.
Il presidente conservatore sembra così intenzionato a regolare i conti con l’opposizione, che controlla la maggioranza nel parlamento del paese e che Yoon accusa di simpatizzare con la Corea del Nord.

Questa sorprendente mossa, condannata ovviamente dalle forze di opposizione, riporta la Corea del Sud ad un clima autoritario e di caccia alle streghe che il paese non viveva più dagli anni ’80. È la prima volta che in Corea del Sud viene imposta la legge marziale dal processo di democratizzazione della Corea del Sud nel 1987.

Secondo l’agenzia di stampa Yonhap, in seguito all’annuncio di Yoon l’esercito ha affermato che il parlamento e l’attività dei partiti politici che potrebbero “causare confusione sociale” dovranno essere sospesi. I telegiornali hanno già mostrato agenti di polizia intenti a tentare di bloccare l’ingresso dell’Assemblea nazionale per impedire l’affluenza dei parlamentari mentre fuori dall’edificio si sono radunati centinaia di manifestanti che hanno tentato di forzare il blocco gridando slogan contro la legge marziale e “la dittatura”. Secondo varie fonti l’esercito avrebbe schierato anche carri armati e vari mezzi blindati nelle strade della capitale del paese e i media più importanti sarebbero stati avvisati della necessità di sottostare alla censura. La legge prevede che chi viola le prescrizioni militari possa essere arrestato senza mandato di un tribunale.

Le forze armate hanno anche imposto di tornare a lavoro entro 48 ore ai medici in sciopero da mesi contro i piani governativi diretti ad aumentare il numero di studenti nelle scuole di formazione di medicina.

Secondo la legislazione, la legge marziale può essere revocata in qualsiasi momento con un voto del parlamento, in cui come detto il Partito Democratico di opposizione detiene la maggioranza. Ed effettivamente, nonostante il  blocco delle attività nel Parlamento imposto dal decreto presidenziale e la presenza in aula di un gran numero di membri delle forze speciali dell’esercito in assetto antisommossa, 190 deputati – di entrambi gli schieramenti – sui 300 totali sono comunque riusciti a votare una mozione che chiede la revoca della legge marziale.

Non è per ora chiaro se Yoon si piegherà alla volontà della maggioranza del parlamento o continuerà per la sua strada esautorando del tutto l’Assemblea Nazionale. Per ora gli alti comandi dell’esercito sudcoreano hanno dichiarato che faranno rispettare la legge marziale fino a quando non sarà revocata dal presidente Yoon Suk Yeol.

Subito dopo l’annuncio del presidente Han Dong-hoon, il leader del conservatore Partito del Potere Popolare, di cui Yoon è membro, ha definito “sbagliata” la decisione di imporre la legge marziale e ha giurato di “fermarla insieme al popolo”.
Il leader dell’opposizione Lee Jae-myung, sconfitto di misura da Yoon alle elezioni presidenziali del 2022, ha definito l’annuncio di Yoon “illegale e incostituzionale”.

Nel corso di un intervento televisivo Yoon ha affermato che la legge marziale permetterà di “ricostruire e proteggere” il paese impedendogli di “cadere nelle profondità della rovina nazionale”, ed ha promesso di “sradicare” le forze schierate con la Repubblica Popolare di Corea e di proteggere “l’ordine democratico costituzionale”.

“Eliminerò le forze anti-stato il più rapidamente possibile e normalizzerò il Paese”, ha affermato Yoon, chiedendo al popolo di credere in lui e di tollerare “alcuni inconvenienti”.

Yoon ha deciso di imporre quello che è a tutti gli effetti un “autogolpe” dopo che il suo indice di gradimento è fortemente calato. Da quanto ha assunto le funzioni di capo dello stato non è mai riuscito a far valere il suo programma contro un parlamento controllato dall’opposizione liberaldemocratica.

La maggioranza parlamentare ha anche tentato di approvare mozioni per mettere sotto accusa tre procuratori di alto livello, tra cui il capo dell’ufficio del procuratore distrettuale centrale di Seoul, in quella che i conservatori hanno definito una vendetta contro le loro indagini penali su Lee, considerato favorito per la vittoria delle prossime elezioni presidenziali del 2027.

Yoon ha anche respinto le richieste di indagini indipendenti sugli scandali per corruzione che coinvolgono sua moglie e alti funzionari.

L’Amministrazione Biden ha affermato di non essere stata avvertita in anticipo sull’imposizione della legge marziale da parte del presidente sudcoreano Yoon, che Washington ha invitato a rispettare le decisioni del parlamento. Gli Stati Uniti mantengono attualmente in Corea del Sud un contingente militare di quasi 30 mila uomini. – Pagine Esteri