di Davide Matrone –

Pagine Esteri, 13 dicembre 2024. Dal 3 dicembre, le popolazioni e nazionalità indigene della regione amazzonica del Napo sono in lotta contro la costruzione del carcere nella propria zona.

Non vogliono che aumenti la delinquenza nel territorio e venga colpito il settore economico trainante della regione, ossia il turismo. La regione del Napo è oggi la terza regione meno violenta del paese preceduta solo dalla regione di Pastaza e dalle Isole Galápagos. Inoltre, secondo dati della polizia sono diminuiti gli indici di furti, omicidi e di violenza nella stessa zona. Quindi, perché costruire un carcere nel Napo?


A volerlo è l’attuale Presidente della Repubblica Daniel Noboa che ha identificato in questa regione e in quella costiera di Santa Elena due territori “tranquilli” dove poter costruire due sistemi penitenziari per combattere la criminalità in Ecuador. La violenza del crimine organizzato ha trasformato negli ultimi anni l’Ecuador in una delle nazioni più violente al mondo. Il tasso di omicidi è passato dai 6 per ogni 100.000 abitanti del 2018 al record di 47 nel 2023.

Nelle ultime giornate migliaia di abitanti sono scesi in strada protestando contro questa misura del governo e nella giornata di ieri hanno occupato gli uffici della regione del Napo chiedendo le dimissioni del Governatore locale. Fanny Shiguango, vicepresidenta della Federazione delle Organizzazioni Indigene del Napo (FOIN), ha dichiarato che le persone resteranno all’interno della Regione fino alle dimissioni del Governatore. Nel frattempo il Parlamento dell’Ecuador con 95 voti a favore ha approvato una mozione nella quale si esorta il Presidente della Repubblica Daniel Noboa e il SNAI di sospendere la costruzione del carcere ad Archidona (capoluogo della regione Napo). L’organo legislativo ha approvato questa mozione dopo le denunce degli abitanti locali sul mancato coinvolgimento della popolazione sul progetto. Pagine Esteri