della redazione

(nella foto Khalida Jarrar)

Diverse ore dopo la liberazione a Gaza di tre donne israeliane nel quadro dell’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas, nella notte sono stati rilasciati anche 90 detenuti politici palestinesi, tra di essi 69 donne e 21 minori (uno, Mahmoud Aliwat, ha solo 15 anni). 76 prigionieri sono residenti in Cisgiordania, 14 a Gerusalemme Est. Secondo Hamas, Israele non ha liberato un prigioniero sull’elenco.

Due autobus con i vetri oscurati hanno lasciato la prigione israeliana di Ofer, a Betunia (Ramallah) in Cisgiordania, poco dopo l’una di notte, ora locale. Una folla esultante ha applaudito e urlato di gioia al passaggio degli autobus carichi di prigionieri, sventolando bandiere palestinesi e bandiere di vari movimenti politici, tra cui Hamas. Sono stati sparati anche fuochi d’artificio.

Tra i detenuti scarcerati c’è la deputata Khalida Jarrar, 62 anni, dirigente del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, attivista femminista ed esperta di diritto internazionale. Negli ultimi dieci anni è stata ripetutamente arrestata e detenuta, spesso senza accuse specifiche e un processo, e le è stato vietato di viaggiare all’estero. Jarrar negli ultimi sei mesi è stata tenuta in isolamento e dal suo ultimo ingresso in carcere, nel dicembre 2023, non ha potuto ricevere le visite del marito Ghassan Jarrar. Nel 2021 le autorità israeliane non autorizzarono Khalida Jarrar – detenuta anche in quel periodo – a partecipare ai funerali della figlia Suha morta per un infarto.

Tra le altre donne liberate ci sono Dalal Khasib, di 53 anni, sorella dell’ex vicecomandante di Hamas, Saleh Arouri, assassinato un anno fa da Israele in un attacco a Beirut. E Abla Abdel Rasul, 68 anni, moglie del leader del Fplp, Ahmad Saadat anche lui detenuto e condannato all’ergastolo.

In questa prima fase dell’accordo di cessate il fuoco verranno scarcerati palestinesi arrestati dal 2020. L’elenco di 1904 prigionieri include almeno 150 detenuti che i tribunali israeliani hanno condannato all’ergastolo. Sarà negoziata nella seconda fase la liberazione anche di prigionieri di alto profilo. Israele però si oppone alla scarcerazione di Marwan Barghouti, il “Mandela palestinese”, di Ahmed Saadat e di alcuni dirigenti e militanti di Hamas ritenuti responsabili di attacchi e attentati.