La nuova amministrazione americana non ha ancora espresso una posizione ufficiale su come affrontare la questione del nucleare iraniana. Tuttavia, pochi giorni dopo il suo insediamento, Trump, in un’intervista a Fox News, ha espresso la speranza che i problemi dell’Iran vengano risolti senza la necessità di “un attacco da parte di Israele”. “L’unica cosa che ho detto sull’Iran – voglio che abbiano un grande paese, hanno un grande potenziale, la gente è straordinaria – è che non possono avere un’arma nucleare”, ha detto Trump.
Ci sono diversi indizi che lasciano ipotizzare che la nuova amministrazione americana tenterà di aprire un dialogo con Teheran. Secondo alcune fonti americane, questo processo sarebbe già stato avviato attraverso la mediazione europea. Sembra che durante l’incontro dei rappresentanti dell’Iran e della Troika europea a Ginevra, tenutosi una settimana prima del ritorno di Donald Trump per discutere del programma nucleare di Teheran, l’Iran abbia avanzato una “proposta” per negoziare un nuovo accordo nucleare con la partecipazione del governo americano.
Secondo alcuni osservatori, Trump è determinato a ottenere un accordo con la Repubblica Islamica a tutti i costi, per presentarlo come una sua vittoria diplomatica. In questa prospettiva, ci si possono aspettare minacce e, forse, anche un inasprimento delle sanzioni economiche imposte all’Iran, in particolare nel settore energetico e nelle esportazioni di petrolio. In extremis, Trump potrebbe persino considerare l’opzione di un attacco agli impianti nucleari iraniani, nella sua visione di ottenere accordi vantaggiosi attraverso una dimostrazione di potere e forza. Tuttavia, è difficile pensare che il bullismo politico possa funzionare con gli iraniani, come invece ha recentemente avuto successo con i colombiani.
La situazione della regione non è più la stessa rispetto al primo mandato di Trump. Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti hanno avviato un processo di distensione stabile e tangibile con la Repubblica Islamica. Il tentativo di sostenere i diritti dei palestinesi rappresenta, almeno apparentemente, la preoccupazione principale per i paesi arabi. Il tema degli Accordi di Abramo, che Trump considera la “soluzione del secolo”, non sembra più occupare una posizione di rilievo nell’agenda. L’Arabia Saudita ha finora subordinato la normalizzazione delle relazioni con Israele alla creazione di uno Stato palestinese indipendente. Durante il primo mandato di Trump, le tensioni tra l’Iran e i due paesi arabi avevano raggiunto il loro apice. Sebbene questa situazione rimanga fragile, non vi è alcuna garanzia che stavolta questi paesi collaborino con Trump nella sua politica di “massima pressione”.
Un eventuale fallimento nel raggiungere un accordo con Teheran rifletterebbe negativamente sull’immagine del presidente e avrebbe un impatto negativo sulla possibilità di avviare ampie iniziative regionali, prima fra tutte un accordo di normalizzazione tra Israele e Arabia Saudita. Ancora più importante, potrebbe portare a un’escalation di tensioni nella regione.
Secondo molti analisti indipendenti iraniani, il programma nucleare si è rivelato un piano profondamente dannoso per gli interessi nazionali, compromettendo gravemente sia l’economia che la sicurezza del paese. Ha portato all’imposizione di sanzioni senza apportare alcuna reale utilità e ha fornito un pretesto al regime israeliano per giustificare, dietro la minaccia iraniana, le sue nefaste aggressioni contro i palestinesi, eludendo che il problema principale sia l’occupazione israeliana dei Territori Palestinesi.
L’arricchimento dell’uranio alla soglia di 60% è stato sfruttato come uno strumento di negoziazione con l’Occidente dopo l’uscita unilaterale degli Stati Uniti dall’accordo. Per costruire una bomba nucleare, l’Iran avrebbe bisogno di raggiungere la soglia del 90% di arricchimento dell’uranio. Teheran ha ripetutamente dichiarato di non avere alcuna intenzione di costruire un’arma nucleare e, secondo i servizi di intelligence americani, non ci sono evidenze concrete che indichino un movimento in quella direzione. Inoltre, un’arma nucleare potrebbe creare una deterrenza, ma non sarebbe comunque in grado di risolvere i gravi problemi economici che Teheran sta affrontando.
In una visione ottimistica, sembra possibile un accordo sulla riduzione dell’arricchimento dell’uranio al 5% e una supervisione serrata da parte dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica a Teheran, in cambio della rimozione graduale delle sanzioni, lasciando le altre questioni per negoziati futuri. Ciò rappresenterebbe una vittoria per il governo di Pezeshkian, che, rafforzando la sua posizione all’interno del paese, potrebbe spingersi a negoziare anche su altri temi controversi. Un simile accordo incontrerebbe il malcontento dei settori più intransigenti e ultraconservatori del potere della Repubblica Islamica, ma troverebbe il favore e il sostegno della popolazione.
Ma è quasi certo che Trump e i suoi alleati metteranno sul tavolo delle negoziazioni anche altri temi, oltre alla questione nucleare, come la politica regionale, il programma missilistico iraniano e la sicurezza di Israele, che potrebbero rivelarsi determinanti per il raggiungimento di un accordo.
Se l’amministrazione americana includesse nell’agenda i 13 punti di John Bolton, ex consigliere per la sicurezza nazionale durante il primo mandato di Trump, che miravano a costringere Teheran a modificare radicalmente la sua politica e la strategia militare, la speranza di un accordo diventerebbe quasi nulla.
Tuttavia, si sa che la questione non è così semplice, e dal cappello del presidente Trump potrebbero emergere richieste o soluzioni imprevedibili. Inoltre, il predominio del settore della sicurezza e della difesa negli Stati Uniti, la complessa burocrazia, la separazione dei poteri e le dinamiche che influenzano le relazioni estere e gli equilibri di potere globali potrebbero rendere difficile l’attuazione completa anche delle volontà del neo-presidente. Pagine Esteri
PARTE 1
IRAN-USA. Teheran tra la “massima pressione” di Trump e le possibilità di una intesa (Parte 1)