AGGIORNAMENTO ORE 19.30

SOSPESO L’ACCORDO DI TREGUA 

Hamas ha annunciato oggi che la fase successiva del rilascio degli ostaggi israeliani, prevista per questo sabato e che dovrebbe includere tre sequestrati ancora vivi, sarà posticipata fino a nuovo avviso a causa delle violazioni dell’accordo di cessate il fuoco da parte di Israele.

Hamas denuncia il ritorno ritardato da Israele degli sfollati nel nord di Gaza, gli attacchi aerei e spari in tutta la Striscia e le restrizioni  all’ingresso degli aiuti, contrariamente ai termini concordati. Abu Obaida, portavoce dell’ala militare di Hamas, ha precisato che il rilascio sarà posticipato “finché Israele non rispetterà i propri impegni e non risarcirà retroattivamente i diritti violati nelle ultime settimane”.
Alla luce dell’annuncio, un funzionario israeliano ha detto che si sta tenendo una riunione dell’establishment della sicurezza israeliano. Il funzionario ha aggiunto che la riunione del gabinetto di sicurezza di martedì programmata per la sera, per discutere della Fase 2 dell’accordo al ritorno del team negoziale da Doha, si terrà ora prima nel corso della giornata.
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Leggete il background nell’articolo seguente pubblicato questa mattina

Trump ora vuole “comprare” Gaza. E mette in forse la tregua

Donald Trump non cessa le sue dichiarazioni tanto surreali quanto pericolose per Gaza e il Medio oriente. Ieri, a bordo dell’Air Force One, il presidente americano ha affermato di essere intenzionato ad “acquistare” Gaza e, ha aggiunto, gli Usa potrebbero consentire che parti del territorio palestinese devastato da 15 mesi di bombardamenti israeliani siano ricostruite da altri Stati della regione.

“Mi impegno ad acquistare e possedere Gaza. Per quanto riguarda la sua ricostruzione, potremmo darla ad altri stati del Medio Oriente per costruirne alcune porzioni, altre parti potrebbero farlo, sotto i nostri auspici. Ma ci impegniamo a possederla, prenderla e assicurarci che Hamas non torni indietro. Non c’è niente in cui tornare a vivere. Il posto è un cantiere di demolizione. Il resto verrà demolito. Tutto è stato demolito”, ha detto  preparandosi ad assistere al Super Bowl.

Trump che nei giorni scorsi aveva parlato di “trasferire”, ossia deportare, i due milioni e 300mila palestinesi di Gaza per trasformare la Striscia in una “Riviera del Medio Oriente”, ha aperto alla possibilità di consentire l’ingresso di alcuni rifugiati palestinesi negli Stati Uniti. Però, ha aggiunto, valuterebbe tali richieste caso per caso.

I palestinesi replicano che “Gaza non è una proprietà da vendere e comprare, è parte integrante della terra palestinese occupata”.

Trump domani incontrerà re Abdallah di Giordania e presto vedrà anche il presidente egiziano Abdel Fattah el-Sisi e forse il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman. Il presidente americano ha indicato Egitto e Giordania come i paesi che dovranno accogliere i palestinesi mandati via dalla Striscia. Una deportazione che Il Cairo e Amman hanno respinto più volte. Re Abdallah, secondo l’agenzia Reuters, dirà a Trump che la sua “è una ricetta per il radicalismo”. Anche l’Arabia Saudita, così come molti leader mondiali, ha respinto categoricamente il piano di Trump per Gaza. Riyadh ha rigettato la “proposta” fatta dal premier israeliano Netanyahu di creare uno Stato palestinese in territorio saudita.

Sempre ieri Trump ha messo in discussione la tregua a Gaza dichiarando di aver perso la pazienza con l’ accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas dopo aver visto un filmato del gruppo militante palestinese che rilasciava degli ostaggi israeliani nel fine settimana, il cui aspetto ha paragonato a quello dei “sopravvissuti all’Olocausto”. “Non so per quanto tempo ancora potremo resistere… a un certo punto perderemo la pazienza”, ha avvertito. Pagine Esteri