La gomma arabica, elemento essenziale utilizzato in prodotti globali come le bibite Coca-Cola e i dolci M&M’s, sta diventando sempre più oggetto di contrabbando dalle regioni devastate dal conflitto in Sudan. Lo rivela un’inchiesta dell’agenzia di stampa Reuters, che cita commercianti e fonti del settore, sottolineando le crescenti difficoltà delle aziende occidentali nel proteggere le loro catene di approvvigionamento dagli effetti della guerra.

Il Sudan è il principale produttore mondiale di gomma arabica e fornisce circa l’80% della produzione globale. Estratta dagli alberi di acacia, questa sostanza naturale è fondamentale per stabilizzare e addensare ingredienti in una vasta gamma di prodotti, dai rossetti di L’Oréal agli alimenti per animali domestici di Nestlé.

Il conflitto, esploso nell’aprile del 2023 tra le Forze di Supporto Rapido (RSF) e l’esercito nazionale del Sudan, ha visto le RSF prendere il controllo, alla fine dello scorso anno, delle principali aree di raccolta della gomma nelle regioni del Kordofan e del Darfur occidentale.

Da quel momento, la gomma grezza — che può essere venduta solo dai commercianti sudanesi previo pagamento di una tassa alle RSF — ha iniziato a fluire verso i Paesi confinanti senza le necessarie certificazioni, secondo quanto riferito a Reuters da otto produttori e acquirenti coinvolti direttamente nel commercio.

In aggiunta, due commercianti hanno confermato che la gomma viene esportata attraverso mercati di frontiera informali. Un rappresentante delle RSF, interpellato da Reuters, ha dichiarato che la forza paramilitare protegge il commercio della gomma arabica e riscuote solo piccole tasse, respingendo le accuse di violazioni della legge come “propaganda contro il gruppo”.

Dal febbraio 2022, le esportazioni sudanesi di gomma arabica verso l’Unione Europea sono diminuite, mentre quelle provenienti da paesi come Egitto, Kenya, Camerun e Sud Sudan sono aumentate. Tuttavia, fonti del settore avvertono che le forniture da alcune di queste nazioni potrebbero includere gomma contrabbandata dal Sudan.

Hervé Canevet, specialista di marketing globale presso Eco-Agri a Singapore, ha sottolineato come spesso sia difficile verificare l’origine precisa della gomma, dato che molti commercianti non rivelano se il prodotto sia stato ottenuto illegalmente.

“Oggi, la gomma proveniente dal Sudan è quasi tutta contrabbandata, perché non esiste una vera autorità nel Paese”, ha dichiarato Canevet.

Le grandi aziende di beni di consumo come Coca-Cola, Mars (produttrice degli M&M’s) e Nestlé si affidano a fornitori globali — tra cui Nexira, Alland & Robert e Ingredion — per l’acquisto di gomma arabica raffinata, utilizzata poi come emulsionante nei loro prodotti.

Ingredion ha affermato di aver adottato misure per diversificare le proprie fonti di approvvigionamento, includendo paesi come il Camerun, mentre Nexira ha ridotto le importazioni dal Sudan a causa della guerra, ampliando le proprie forniture a dieci altre nazioni.

Il commercio illegale di gomma arabica sta anche causando un drastico calo dei prezzi. Mohammed Hussein Sorge, fondatore di Unity Arabic Gum con sede a Khartoum, ha dichiarato a Reuters di aver ricevuto offerte da commercianti in Senegal e Ciad, con prezzi fino a 3.500 dollari a tonnellata per la varietà pregiata hashab — ben al di sotto del normale prezzo di mercato di oltre 5.000 dollari.

Sorge ha rifiutato le offerte per la mancanza di certificazioni etiche, temendo che la gomma fosse stata rubata o esportata tramite reti legate alle RSF.

Nel frattempo, la RSF ha anche bloccato le esportazioni di 12 merci, inclusa la gomma arabica, verso l’Egitto, in risposta a presunti attacchi aerei egiziani.

Prima della guerra civile, la gomma sudanese veniva trasportata da Khartoum a Port Sudan per essere esportata a livello globale. Ora, secondo fonti locali, la gomma viene contrabbandata verso il Sud Sudan, il Ciad e persino la Repubblica Centrafricana, con il coinvolgimento diretto delle RSF. Pagine Esteri