“Più di quanto un essere umano possa sopportare”: l’uso sistematico di violenza sessuale, riproduttiva e altre forme di violenza di genere da parte di Israele dal 7 ottobre 2023.
È questo il titolo del rapporto pubblicato giovedì 13 marzo dalla commissione delle Nazioni Unite che ha indagato i crimini che Israele ha commesso a Gaza.
Tra le tante accuse, quella di aver attaccato direttamente la capacità riproduttiva del popolo palestinese di Gaza: “Le autorità israeliane hanno distrutto in parte la capacità riproduttiva dei palestinesi a Gaza come gruppo, anche imponendo misure volte a prevenire le nascite, una delle categorie di atti genocidi nello Statuto di Roma e nella Convenzione sul genocidio”, ha detto la Commissione internazionale indipendente di inchiesta sul territorio palestinese occupato, compresa Gerusalemme Est, e Israele.
Il rapporto afferma che Israele ha “intenzionalmente distrutto” il principale centro di fertilità dell’enclave palestinese, imponendo contemporaneamente un assedio e bloccando gli aiuti, compresi i farmaci necessari per gravidanze, parti e la cura dei neonati. E che l’attacco ai reparti di maternità degli ospedali fa parte di una volontà precisa, quella di limitare e impedire le nascite. E in effetti, la distruzione del sistema sanitario ha causato un grave peggioramento delle condizioni delle donne incinte, un aumento delle nascite premature e del numero di neonati nati morti. La mancanza di farmaci ha obbligato molte donne a soffrire i dolori di un cesareo senza anestesia e di non ricevere alcuna terapia. Ciò ha causato anche un aumento delle infezioni e di malattie. Allo stesso tempo Tel Aviv ha imposto il blocco delle entrate di cibo, cosa che ha causato la malnutrizione di un numero eccezionale di donne gravide e in allattamento. E così anche dei neonati.
La distruzione dei reparti di maternità e di ginecologia ha messo molte donne nella condizione di dover partorire nei campi profughi, nelle tende. Secondo diverse testimonianze spesso ci si preparava al parto guardando video tutorial su internet, con i mariti che rappresentavano l’unica assistenza per le donne.
Anche l’attacco ai minori è stato giudicato dall’indagine intenzionale. I bambini sono stati presi di mira dai cecchini, i palazzi in cui famiglie con minori si rifugiavano sono stati bombardati durante la notte, così come le scuole-rifugio. Ma la Commissione ha accusato Israele di utilizzare anche la violenza sessuale, su uomini e donne, come parte delle procedure operative standard per punire la popolazione. Non solo a Gaza ma anche in Cisgiordania, dove i militari hanno ripreso stupri ai prigionieri palestinesi, alcuni dei quali hanno riportato gravi danni fisici causati dall’utilizzo di bastoni e altri oggetti durante la violenza. Anche i coloni si macchiano di stupro nei confronti dei palestinesi della Cisgiordania, che vengono spesso attaccati in gruppo e sotto la supervisione dei militari, che osservano senza intervenire.
L’indagine hanno rilevato almeno due categorie di “atti di genocidio” di Israele sulla popolazione palestinese. Uno, il tentativo di provocare la distruzione fisica del gruppo. L’altro, le misure volte a impedire le nascite, con violenze riproduttive e di genere.
La Commissione internazionale indipendente d’inchiesta sul territorio palestinese occupato, inclusa Gerusalemme Est, e Israele è stata istituita nel 2021 dalle Nazioni Unite con il mandato di registrare i crimini delle autorità di Tel Aviv. Guidata da Navi Pillay, ex giudice della Corte penale internazionale ed Alta commissaria delle Nazioni Unite per i diritti umani, il gruppo Onu ritiene direttamente responsabili i leader israeliani, che hanno continuato a fornire dichiarazioni o commettere azioni “discolpanti”, e il “sistema giudiziario militare, inefficace nel perseguire i casi e condannare i colpevoli”.
Netanyahu ha respinto le accuse, descrivendo l’intero Consiglio delle Nazioni Unite un “circo antisemita”. Il ministero degli esteri ha definito il rapporto “una delle peggiori calunnie della storia”, dichiarando che è stata Hamas a macchiarsi di reati sessuali nell’attacco del 7 ottobre 2023. Un’altra commissione delle Nazioni Unite aveva riferito, a marzo 2024, che esistevano “informazioni convincenti” secondo cui Hamas ha commesso violenze sessuali durante l’attacco in Israele del 7 ottobre 2023. In quel caso, il ministero degli Esteri di Tel Aviv dichiarò che si trattava del “riconoscimento definitivo” dei crimini del movimento islamico. Quest’ultimo respinse le accuse, aggiungendo che il rapporto non includeva testimonianze di vittime.
Israele fa parte della Convenzione sul genocidio. La Corte internazionale di giustizia gli ha ordinato, a gennaio del 2024, di prevenire atti di genocidio nella Striscia di Gaza. Pagine Esteri