Pagine Esteri – Il Dipartimento di Stato ha reso noto oggi che l’ambasciatore del Sudafrica negli Stati Uniti, già dichiarato la scorsa settimana “persona non grata” dal governo di Washington, ha tempo fino a venerdì prossimo per lasciare il paese.
Dopo che il Segretario di Stato Marco Rubio ha deciso che l’ambasciatore Ebrahim Rasool non era più il benvenuto negli Stati Uniti, il personale della rappresentanza diplomatica sudafricana è stato convocato al Dipartimento di Stato per la consegna della nota diplomatica formale.
Rubio ha annunciato la sua decisione in un post su X pubblicato mentre stava tornando negli Stati Uniti da un incontro dei ministri degli esteri del G7 in Canada. In esso, ha accusato Rasool di essere un «politico che incita all’odio razziale e che odia gli Stati Uniti» e il presidente Donald Trump.
Il suo post rimandava ad un articolo del sito di notizie conservatore Breitbart su un discorso tenuto da Rasool venerdì scorso a Johannesburg durante il quale faceva riferimento al fatto che presto negli Stati Uniti i bianchi non rappresenteranno più la maggioranza della popolazione, accusando Trump di essere a capo di un governo suprematista.
Nel suo discorso Rasool aveva anche criticato la decisione di Elon Musk di avvicinarsi all’estrema destra europea e la diffusione da parte del braccio destro del presidente americano di fake news sul suo paese di origine.
La decisione di Rubio è stata l’ultima mossa dell’amministrazione Trump contro il Sudafrica. Lo scorso mese il leader repubblicano ha firmato un ordine esecutivo per bloccare i finanziamenti al paese, accusandone il governo, guidato dall’African National Congress, di perseguire politiche discriminatorie nei confronti della minoranza bianca e di supportare l’Iran e il movimento palestinese Hamas.
In un intervento Donald Trump ha esplicitamente invitato i latifondisti sudafricani bianchi presuntamente perseguitati dal governo del proprio paese – a causa di una una legge recentemente promulgata che permette allo Stato di espropriare dei terreni, in alcuni casi anche senza indennizzo, se sono inutilizzati o se la loro redistribuzione risponde ad un interesse pubblico – a trasferirsi negli Stati Uniti dove otterrà rapidamente la cittadinanza.
In realtà, a trent’anni dalla fine dell’apartheid contro la popolazione nera, il 75% dei terreni privati del Sudafrica appartiene ancora alla comunità bianca, che però rappresenta appena il 7% dell’intera popolazione del Sudafrica. – Pagine Esteri