Sono passati meno di due mesi dall’inizio del governo di Trump e la faccia del confine tra Messico e Guatemala è cambiata, Tapachula la più grande città del confine sud si è svuotata. Le code davanti agli uffici che permettono di avere i documenti per attraversare il paese o chiedere asilo negli USA non esistono più, i parchi si sono svuotati, nonostante a centinaia ogni giorni passino dal Guatemala al Messico. La paura di perdere tempo ha fatto cambiare prospettiva, e così i coyotes speculano. Tante e tanti si muovono senza documenti in piccoli gruppi, c’è chi torna a casa perchè non vuole rimanere in Messico bloccato. Qui arriva di tutto, non solo centro-americani ma anche africani ed europei.
La città ha una storia di migrazione cinese e libanese legata alla costruzione delle ferrovie. È una città meticcia da sempre, che dopo il 2018 però ha iniziato a vedere 180 nazionalità attraversarla. Dopo le carovane e con il cambio di narrativa anche Tapachula è diventata razzista ma non respingente. Insomma la città cambia, come sempre è stato, al ritmo dei flussi migratori che sono la sua matrice e il suo marchio.