Negli Stati Uniti è in corso una silenziosa ma profonda epurazione della pubblica amministrazione. Decine di migliaia di dipendenti federali hanno scelto di dimettersi nel corso degli ultimi mesi, molti dei quali non per volontà propria ma perché spinti ai limiti della resistenza psicologica dalle politiche intimidatorie dell’amministrazione Trump. Una strategia che ha permesso all’ex presidente, tornato alla Casa Bianca, e al miliardario Elon Musk — a capo del Dipartimento per l’efficienza governativa (DOGE) — di ridurre del 12% il personale civile federale senza formalmente licenziare nessuno.
Dal giorno del suo reinsediamento, Trump ha firmato un ordine esecutivo per “snellire” la burocrazia federale, annunciando tagli drastici ai costi e al numero dei dipendenti pubblici. Tuttavia, dopo quattro mesi, i licenziamenti di massa promessi non si sono concretizzati, frenati da numerosi ricorsi legali. Nel frattempo, però, un’altra strategia ha iniziato a produrre effetti: migliaia di lavoratori hanno accettato dimissioni incentivanti, i cosiddetti buyout, o hanno scelto il pensionamento anticipato per sfuggire a un clima di crescente tensione e incertezza.
“Molti di questi dipendenti ritengono di essere stati costretti ad andarsene”, spiega Don Moynihan, professore alla Ford School of Public Policy dell’Università del Michigan. “Non si può parlare di dimissioni volontarie quando ogni giorno ricevi email che ti ricordano che potresti perdere il lavoro e che c’è un incentivo solo se te ne vai subito”. Una pressione psicologica costante, spesso accompagnata da pratiche vessatorie come il ritorno obbligatorio in uffici sovraffollati e la richiesta di svolgere mansioni per cui non si era stati formati.
Tra le agenzie più colpite figurano il Dipartimento per gli Affari dei Veterani, con oltre 80.000 posti a rischio, e il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani, che ne perderà almeno 10.000. Il personale, sempre più ridotto, ha assistito impotente alla fuga di colleghi esperti, aggravando ulteriormente le disfunzioni interne e alimentando un clima di frustrazione e impotenza. “Ti ha capovolto il mondo”, ha detto un lavoratore della Social Security Administration, che ha accettato il secondo buyout. “Mi svegliavo nel cuore della notte, bevevo di più, non riuscivo più ad allenarmi. Era come vivere in un limbo”.
Secondo un’analisi della Reuters, il numero complessivo dei dipendenti civili che hanno lasciato o lasceranno il lavoro entro settembre supera quota 260.000. Di questi, 75.000 hanno accettato il primo round di buyout, mentre non è ancora chiaro quanti abbiano aderito al secondo. In ogni caso, la maggior parte continuerà a ricevere stipendio e benefit fino alla fine dell’anno fiscale, senza obbligo di presentarsi in ufficio.
Per Everett Kelley, presidente dell’American Federation of Government Employees (AFGE), il più grande sindacato del settore con 800.000 iscritti, l’intera operazione rappresenta una forma di “molestia sistematica”. “Il presidente ha autorizzato Musk e il suo team DOGE a insultare e umiliare i lavoratori pubblici. L’obiettivo dichiarato era farli sentire traumatizzati, spingerli a mollare tutto”, ha denunciato. Parole che trovano conferma in dichiarazioni passate di Russ Vought, responsabile del bilancio di Trump, che nel 2023 aveva affermato: “Vogliamo che si sveglino la mattina e non abbiano voglia di andare a lavorare”.
La reazione non si è fatta attendere anche sul piano giudiziario. Il 9 maggio, un giudice federale della California ha sospeso i licenziamenti in 20 agenzie e ordinato il reintegro di numerosi dipendenti. La sentenza ha stabilito che qualsiasi ristrutturazione dell’amministrazione federale deve passare per il Congresso, bloccando temporaneamente i piani dell’esecutivo. Tuttavia, l’amministrazione Trump ha già presentato ricorso, e osservatori temono che, se le corti d’appello dovessero rimuovere gli ostacoli legali, i licenziamenti di massa possano riprendere a ritmo serrato nei prossimi mesi.
A oggi, la Casa Bianca non ha fornito dati ufficiali sulle partenze, né ha risposto alle richieste di commento. Trump e Musk continuano a difendere la loro politica come necessaria per “liberare il governo da inefficienze, sprechi e frodi”.