Farina e altri aiuti alimentari iniziano ad arrivare ad alcune delle persone più vulnerabili di Gaza. Ma non saranno sufficienti pochi carichi di generi di prima necessità a migliorare la situazione umanitaria catastrofica causata dal blocco totale attuato da Israele per 11 settimane. È questo che sottolineano l’Onu, le Ong umanitarie e i palestinesi di Gaza dopo la decisione di Israele di consentire l’ingresso nell’enclave di 100 camion, peraltro solo a causa di una forte pressione internazionale.
Israele aveva imposto il blocco completo su tutti i rifornimenti il 2 marzo, affermando che Hamas stava sequestrando le forniture, un’accusa che il gruppo armato palestinese ha sempre negato. Le Nazioni Unite intanto avvertivamo che un quarto dei 2,3 milioni di abitanti di Gaza era a rischio di carestia.
“Alcuni panifici inizieranno a ricevere la farina per produrre il pane e prevediamo che la distribuzione inizierà nel tardo pomeriggio”, ha detto Amjad al-Shawa, direttore della Rete delle organizzazioni non governative palestinesi a Gaza. Ha aggiunto che solo 90 camion sono riusciti a passare. “Durante il cessate il fuoco, entravano 600 camion al giorno, il che significa che la quantità attuale è una goccia nell’oceano, niente”.
I panifici hanno comunicato che il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite avrebbe prodotto il pane e il personale dell’agenzia lo avrebbe distribuito: un sistema più controllato rispetto al passato, quando i panifici lo vendevano direttamente al pubblico a basso costo, ha aggiunto. “L’idea è di provare a raggiungere le famiglie più bisognose, quelle disperate, perché questo è solo l’inizio”, ha detto Shawa.
Mentre viene distribuita questa piccola quantità di aiuti, oggi gli attacchi israeliani su Gaza hanno ucciso almeno 45 palestinesi. A Beit Lahiya, all’estremità settentrionale dell’enclave, un proiettile di carro armato ha colpito un magazzino di medicinali all’interno dell’ospedale Al-Awda, incendiandolo. Colpiti anche i serbatoi dell’acqua e del gasolio per i generatori autonomi di elettricità. I soccorritori hanno lottato per spegnere le fiamme per ore. I carri armati israeliani sono posizionati davanti all’ospedale e bloccano l’accesso alla struttura.
Il sistema sanitario di Gaza è a malapena funzionante e la maggior parte delle strutture mediche sono fuori uso a causa dei ripetuti raid israeliani e del divieto di ingresso alle forniture mediche.
Ieri sera Benyamin Netanyahu ha ribadito se non verranno liberati gli ostaggi israeliani (20 vivi e 38 deceduto) nelle mani di Hamas, Israele continuerà la sua offensiva militare per ottenere il controllo totale di Gaza. Il movimento islamico ripete che accetterà di rilasciare gli ostaggi solo quando Israele metterà fine in modo definitivo alla sua campagna militare e ci sarà uno scambio di prigionieri.