Continuano, dallo scorso novembre 2024, le mobilitazioni in Serbia che si stanno distinguendo per numeri, resilienza e solidarietà ricevuta. Gli eventi che si son successi dopo il crollo della stazione a Novi Sad, con la conseguente morte di sedici persone, ha smosso qualcosa nella politica sociale interna del paese. Le mobilitazioni sono state a dir poco oceaniche. Partendo dai blocchi studenteschi si sono espanse in ogni città, arrivando a percorrere chilometri marciando per giorni consecutivi inmanifestazione. È stata anche portata avanti un’occupazione, il 10 marzo, alla RTS, la Radio Televisione Serba di Belgrado, che ha bloccato gli ingressi della radio con lo scopo di chiedere un’informazione libera e indipendente. Cosa completamente eliminata dalla politica serba. La risposta: cariche violente della polizia.

Anche per questo si può parlare di una storia di abuso di potere e strumentalizzazione del dissenso. Certo questo percorso politico fa paura, il 15 marzo c’è stata la manifestazione più̀ numerosa nella storia della Serbia che ha visto più̀ di 800.000 persone invadere Belgrado. Le mobilitazioni continuano da oltre sei mesi a questi ritmi. Il 3 aprile è partita da Novi Sad una biciclettata collettiva di 80 studenti, con l’obiettivo di arrivare a Strasburgo, i giorni di viaggio previsti erano 12 e si son percorsi 1300km. Quel che unisce tutte queste persone è il dissenso verso il governo di Aleksandar Vučić, primo ministro serbo nel 2014 e Presidente della Repubblica dal 2017. Vučić creò un sistema clientelare di controllo per sottomettere le istituzioni pubbliche, gli appalti e i media. Per questo dall’inizio delle proteste nel 2024 le autorità tentano di reprimere i manifestanti con minacce e violenze. In questo contesto tra i manifestanti inizia ad esserci il sospetto che le forze dell’ordine usino armi illegali. Sabato 15 marzo, durante i consueti 15 minuti di commemorazione delle vittime, un minuto per ogni persona morta, si sospetta l’uso di armi soniche (LRAD) e a microonde (ADS), vietate per legge.

Nonostante il governo ne abbia negato l’uso, ci sono testimonianze, referti medici e documentazioni sull’acquisto da parte dello Stato serbo. I sintomi registrati dai manifestanti, che ricollegano a queste armi, sono: Calore interno al corpo, tremori, nausea e vomito, tachicardia, dolore alle orecchie e rottura del timpano, difficoltà respiratorie, svenimenti, fino alla morte per infarto. Questi sintomi riportano alle armi Long Range Acoustic Device, un cannone sonico che emette fino a 160 decibel e all’ADS, Active Denial System, è un’arma a microonde che proietta onde millimetriche ad alta frequenza, ha una penetrazionedi 0,4 mm nella pelle e un effetto di riscaldamento delle molecole d’acqua. I manifestanti han chiesto la verità sull’uso di queste armi, più di 600mila persone han firmato una petizione per chiedere un’indagine internazionale indipendente dalla polizia serba. La risposta del presidente è stata la promessa di dimissioni,se verranno fornite le prove dell’uso di queste armi. Tuttavia nessuno sta indagando. Neanche l’UE. Molti tra i cittadini serbi, pensano che l’UE e le sue istituzioni debbano reagire alla palese violazione del loro diritto di partecipare a elezioni eque e libere, di usufruire di una libera informazione e di avere verità e giustizia. I manifestanti serbi hanno anche fornito numerose prove per dimostrare che le elezioni in Serbia sono state tutt’altro che eque e libere. Tuttavia non hanno ottenuto riscontro alle loro richieste di aiuto.

Per questo è stata organizzata una pedalata fino a Strasburgo, per dimostrare al Parlamento europeo che quello che la piazza serba chiede non è altro che il rispetto di diversi principi cari anche all’Unione europea: giustizia, lotta alla corruzione, rispetto dello stato di diritto. Per ora l’UE si è limitata a timidi inviti al dialogo, forse troppo poco, per questo è partita il 25 aprile da Novi Sad una maratona a staffetta verso Bruxelles, per presentare ai funzionari europei le richieste emerse dopo mesi di proteste e blocchi. La maratona di protesta è arrivata nella capitale dell’Ue proprio il 12 maggio, terminando con una cerimonia simbolica in cui sono stati accolti e premiati i maratoneti provenienti da diverse città della Serbia, insieme ad altri studenti arrivati Paesi Bassi e Germania che hanno aderito all’iniziativa in solidarietà con gli studenti serbi. In programma nei prossimi giorni ci sono incontri con i rappresentanti della Commissione europea, del Parlamento europeo, del Consiglio Ue e del Comitato europeo delle regioni. L’assenza di bandiere blu con stelle gialle ha portato molti a interrogarsi sulla natura della piazza, che al suo interno raccoglie sicuramente sia europeisti che euroscettici, ma che non ha voluto far proprio un obiettivo di politica estera.

Intanto in Serbia vengono esercitate costantemente pressioni sui media e sulle organizzazioni della società civile e arrestati gli attivisti. Per questo la partecipazione alle manifestazioni dopo sei mesi non cala. Sembrerebbe che il 12 aprile Vučić avesseorganizzato una contromanifestazione a Belgrado, in contemporanea con le proteste a Novi Pazar. Secondo i dati ufficiali del Ministero dell’Interno, avrebbero partecipato circa 145 mila persone alla manifestazione istituzionale, una delle più grandi manifestazioni filogovernative degli ultimi tempi. Tuttavia, non sarebbe la prima volta in cui i numeri vengono gonfiati ad hocper sostenere una narrazione più favorevole alle autorità.  Facendo leva su pensionati e impiegati pubblici, minacciati di licenziamento e incentivati da autobus gratuiti, pranzi al sacco e diaria di 10 euro per la trasferta a Belgrado. Tuttavia, il movimento non si ferma e la sua forza è la composizione trasversale di molteplici strati sociali. Vince la capacità di non frammentarsi, e tutti gli strati della società, dagli studenti, agli operati, agli agricoltori, agli avvocati e agli insegnanti, qualsiasi ideale portino nel privato, si uniscono per un paese più giusto e per il rispetto della legge e dei diritti.

Sebbene la protesta abbia risvolti politici, la piazza degli studenti non ha richieste né leadership di natura politica, bensì civica. Ed è questo che sta spiazzando il presidente Vucic, che nei suoi 13 anni al potere è sempre riuscito a trasformare la protesta sociale in competizione politica, invocando elezioni anticipate. Gli studenti chiedono innanzitutto che venga pubblicata la documentazione completa dei lavori di rinnovo cui era stata recentemente sottoposta la stazione di Novi Sad. Se venissero pubblicati, questi documenti molto probabilmente metterebbero a nudo i modi opachi di governo del Partito progressista serbo di Vucic. Pagine Esteri