Il senatore colombiano Miguel Uribe, figura emergente del panorama politico e potenziale candidato presidenziale, è ricoverato in condizioni estremamente gravi dopo essere stato colpito alla testa durante un evento elettorale a Bogotà. L’aggressione, avvenuta sabato scorso in un parco pubblico della capitale colombiana, ha scioccato il paese, riaccendendo memorie dolorose legate alla lunga storia di violenza politica che ha caratterizzato la Colombia negli ultimi decenni.
Uribe, 39 anni, è membro del Centro Democratico, partito di destra che si contrappone all’attuale governo di sinistra guidato dal presidente Gustavo Petro. Secondo la Fondazione Santa Fe, l’ospedale che lo sta curando, la risposta al trattamento è stata finora molto limitata e la prognosi resta cauta, con le condizioni del senatore definite come “estremamente gravi”. Il ricovero in terapia intensiva testimonia la gravità del colpo subito.
La sparatoria è stata ripresa in un video che ha rapidamente fatto il giro dei social media, amplificando lo sconcerto e la paura in un paese già provato da anni di conflitti interni. Il presidente Petro ha sottolineato l’urgenza di garantire sicurezza a tutti i funzionari governativi e ai rappresentanti dell’opposizione, annunciando un rafforzamento delle misure di protezione in risposta a numerose minacce recenti.
L’attentato a Uribe è avvenuto in un contesto politico teso, senza che ancora siano chiari i motivi precisi dietro l’attacco. Un adolescente è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio e possesso illegale di arma da fuoco, una pistola calibro 9 mm acquistata in Arizona, Stati Uniti, secondo quanto dichiarato dal capo della polizia colombiana. Il ragazzo, minorenne, non è stato ancora interrogato ufficialmente, ma le autorità indagano sulla sua possibile appartenenza a gruppi illegali o sul fatto che possa essere stato assunto come “pistolero”.
Secondo il procuratore generale Luz Adriana Camargo, le ipotesi sul movente dell’aggressione sono molteplici: potrebbe trattarsi di un attacco politico diretto all’opposizione, di un tentativo di destabilizzare il governo o di una reazione violenta da parte di gruppi armati illegali contrari ai progressi del processo di pace. Petro ha anche rivelato che l’adolescente aveva partecipato a un programma governativo chiamato “Youth for Peace”, un’iniziativa che impiega giovani in attività di utilità sociale per distoglierli dal crimine, ma ha sottolineato come il ragazzo mostrasse difficoltà nel tessere relazioni sociali.
La figura di Miguel Uribe Turbay è profondamente radicata nella storia politica colombiana. Proveniente da una famiglia con una lunga tradizione nel governo, suo nonno Julio Cesar Turbay fu presidente della Colombia dal 1978 al 1982. La sua storia personale è segnata da una tragedia: sua madre, la giornalista Diana Turbay, fu uccisa nel 1991 durante un tentativo di liberazione fallito dopo il suo rapimento da parte di un gruppo armato legato al narcotrafficante Pablo Escobar. Miguel Uribe non è imparentato con l’ex presidente Álvaro Uribe, fondatore dello stesso partito Centro Democratico.
Al momento dell’attentato, Miguel Uribe Turbay non godeva di grande consenso elettorale all’interno del suo partito, stando ai dati di voto raccolti fino a quel momento. Tuttavia, la sua possibile candidatura alla presidenza lo rende una figura di rilievo in un contesto politico in rapido cambiamento, dove la violenza rimane una minaccia costante.