Ore 14.47

L’esercito iraniano fa sapere che i suoi sistemi di difesa aerea hanno colpito un altro caccia israeliano F-35. Il pilota si sarebbe lanciato prima dell’esplosione e il suo destino, secondi i media di Teheran, è al momento sconosciuto.

Ore 14.00

Le autorità israeliane hanno fatto sapere che sette soldati sono rimasti feriti in seguito agli attacchi missilistici iraniani. Si sprigiona fumo dalla raffineria della città di Abadan, in Iran.

Ore 10.50

La tv di stato iraniana riporta che circa 60 persone, tra cui 20 bambini, sono state uccise in un attacco israeliano a un complesso residenziale di 14 piani a nord di Teheran. Due razzi sono stati lanciati da Gaza verso Israele e sono caduti in uno spazio aperto.

Ore 10.39

Il Libano riaprirà il suo spazio aereo dopo una momentanea chiusura a causa degli attacchi Israele-Iran. Anche la Giordania ha riaperto lo spazio aereo. Intanto, Teheran ha confermato che i raid di Tel Aviv hanno colpito l’impianto nucleare di Fordow, causando danni limitati. I media iraniani riferiscono dell’uccisione di altri due alti funzionari militari, Sardar Gholamreza Mehrabi e Mehdi Rabbani negli attacchi israeliani. Mehrabi era vice capo dell’intelligence e Rabbani era vice capo delle operazioni presso lo stato maggiore delle forze armate.

Ore 10.30

“La strada per Teheran è stata spianata”. Così hanno dichiarato i vertici dell’esercito di Tel Aviv affermando, secondo il Times of Israel, che l’aeronautica militare inizierà a colpire ovunque sulla capitale iraniana. Secondo i resoconti dello stato ebraico, gli aerei hanno colpito i sistemi di difesa aerea a Teheran, consentendo una maggiore libertà di azione sopra la capitale iraniana.


Con il lancio dell’operazione “Rising Lion”, Israele ha scatenato un attacco su larga scala contro l’Iran, dando il via a una nuova fase del conflitto mediorientale. L’operazione, sostenuta dagli Stati Uniti, ha preso forma dopo giorni di apparente distensione diplomatica, culminati in un inganno orchestrato dal presidente americano Donald Trump: prima le smentite su un’offensiva imminente, poi l’ammissione di essere stato al corrente di tutto fin dall’inizio. Trump ha definito i bombardamenti “eccellenti” e ha invitato Teheran a negoziare “prima che non resti più nulla”.

Anche i principali leader europei hanno espresso sostegno all’attacco, descrivendolo come un’azione “preventiva” contro un Iran che – secondo la narrazione israeliana – sarebbe vicino a dotarsi dell’arma nucleare. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha condannato il programma atomico di Teheran definendolo una “grave minaccia”, tacendo però sul fatto che Israele, che non ha mai aderito al Trattato di non proliferazione, possieda già tra 100 e 200 testate nucleari.

A distanza di 16 anni dalle prime pressioni su Washington e Bruxelles, il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha infine dato ordine all’aviazione di colpire: oltre 200 caccia hanno preso di mira installazioni nucleari, basi militari e persino quartieri residenziali, con l’obiettivo di eliminare figure chiave dell’establishment iraniano. Tra le vittime figurano i generali Hossein Salami, Mohammad Bagheri, Amir Ali Hajizadeh, Gholamali Rashid e Ali Shamkhani. Uccisi anche sei scienziati del programma nucleare e almeno 78 civili. Secondo fonti israeliane, il Mossad avrebbe predisposto una base segreta in Iran, utilizzata per far entrare e lanciare droni destinati a neutralizzare le difese aeree iraniane prima dell’attacco.

I raid, iniziati all’alba, si sono estesi per tutta la giornata: una vera pioggia di fuoco ha investito Teheran, Isfahan, Fordow, Qom, Shahriar, Malard, Pakdasht e molte altre località. L’impianto di Natanz, cuore della produzione di uranio arricchito, ha subito gravi danni e, secondo l’Aiea, è attualmente fuori uso con lievi dispersioni radioattive. Colpita anche la centrale di Isfahan.

Secondo molti analisti, Netanyahu ha approfittato del momento di fragilità iraniana: Teheran è isolata, senza più l’appoggio attivo di Hezbollah – indebolito dall’eliminazione di Nasrallah – né del regime siriano, rovesciato sei mesi fa da forze sunnite ostili all’Iran.

In un discorso alla nazione, Netanyahu ha definito l’attacco un “momento spartiacque” per Israele e ha annunciato che l’operazione proseguirà “finché sarà necessario”. Ma mentre Tel Aviv festeggia l’iniziativa militare, cresce il timore che l’Iran, ora sotto assedio, possa reagire tentando davvero di costruire un’arma nucleare, accelerando quel processo che Israele voleva scongiurare.

E infatti, nella serata di ieri, la risposta di Teheran è arrivata: la Guida Suprema Ali Khamenei ha ordinato il lancio di centinaia di droni e missili balistici. Le sirene hanno risuonato in tutto Israele, mentre il cielo si illuminava di esplosioni causate dalle contromisure dell’esercito. Alcuni razzi hanno colpito obiettivi sensibili: uno nei pressi del Ministero della Difesa a Tel Aviv.

Sono almeno 3 i morti e oltre 70 i feriti a Tel Aviv, secondo i media israeliani. Alcuni dei feriti versano in condizioni critiche.

Al momento, gli scontri tra Israele e Iran sono ancora in corso. Entrambi i paesi continuano a scambiarsi attacchi aerei e missilistici, mentre la diplomazia internazionale sembra paralizzata. La minaccia di un conflitto regionale allargato è più concreta che mai.