I primi cento giorni di Orsi come presidente dell’Uruguay sono passati “lisci”, senza grandi trasformazioni. Il nuovo presidente targato Frente Amplio non sta lasciando il segno, e si muove in spazi di continuità. È un po’ la storia del paese ma ci si aspettava di più. C’è delusione anche tra gli elettori e le elettrici più strette del partito di partiti. Orsi non si è ancora, neppure, schierato contro il genocidio israeliano in Palestina nonostante lo stesso Frente Amplio invece l’abbia fatto.

Lo stesso governo ha parlato di positività per i primi intercorsi dal 1 marzo ad oggi, mostrando alcuni lavori fatti, ma senza toni trionfalistici. Nel comunicato ufficiale si evidenzia “che nel settore della salute, è stato comunicato che 90 dei 100 farmaci che risultavano mancanti nelle farmacie pubbliche ora si possono trovare e lo sviluppo di un nuovo Piano Nazionale di Salute Mentale, mentre in ambito educativo si è deciso di dare un bonus scolastico di 2.500 pesos destinato alle famiglie con bambini che frequentano la scuola dell’infanzia e la scuola primaria”.

Un italiano, residente in Uruguay, mi dice “ne ho parlato con un po’ di persone, prima di risponderti, e più o meno tutti sono d’accordo sul fatto che questi primi 100 giorni non hanno visto i cambiamenti che ci si poteva aspettare. Però c’è chi mi ha fatto notare che non si sta tenendo conto di una cosa ovvero di quanto sia disastrosa la situazione che ha lasciato il precedente governo.

Secondo alcuni non c’è, quindi, molto margine di manovra. Qualcosa è stato fatto, anche se magari è stato tenuto un po’ in sordina. Per esempio, qui c’è un progetto per ristabilire la ferrovia, con l’aiuto di una multinazionale. Il progetto si chiama “Ferrocarril Central”. Appena entrato in carica il governo di Orsi ha scoperto un debito milionario con il rischio di causa internazionale. Quindi non hanno potuto risolvere tutto subito né reinvestire nella ricostruzione della linea, anche se stanno provando ad andare avanti.

Poi c’è stata anche una proposta della destra per privatizzare l’acqua, con un progetto chiamato NEPTUNO. È importante ricordare che un paio di estati fa ci sono stati periodi di grave siccità, e Montevideo – capitale dell’Uruguya – è rimasta senza acqua potabile. L’acqua arrivava dai rubinetti, ma era così salinizzata che non si poteva bere. La destra ha proposto questo progetto NEPTUNO, portato avanti da privati, ma che in realtà non avrebbe risolto il problema. Sembrava più un modo per generare profitti pubblici per attori privati, senza affrontare davvero le cause della crisi idrica.

Questo governo è riuscito ad evitare “NEPTUNO” e ha approvato la costruzione di una piccola linea alternativa per portare acqua in caso di emergenze.

C’è poi l’Istituto di Colonizzazione, che si occupa di acquistare terre e redistribuirle a famiglie (soprattutto nell’interno del Paese) che vogliono coltivare o allevare. Era stato praticamente paralizzato, ma ora è stato riattivato. E stanno anche affrontando un debito piuttosto grande nell’ASSE (il sistema sanitario pubblico), che aveva portato alla mancanza di farmaci in alcune farmacie, anche se ora si stanno riprendendo”. Ciò che questo governo sta facendo però pare essere invisibile. Un altro amico, in questo caso argentino che vive a Montevideo e che vuole rimanere anonimo, mi dice al telefono “sono state fatte sì alcune cose, poche, e soprattutto poco visibili. Non vengono pubblicizzate abbastanza. Così le destre possono fare campagne molto aggressive contro il governo. Sfruttano ogni occasione cercando di costruire un consenso mediatico e influenzare l’opinione pubblica”.  “Quello che manca è forse una presa di posizione più netta da parte del governo, una linea più chiaramente di sinistra” condivide l’amico italiano, che aggiunge “anche piccoli gesti, come dichiarazioni più forti contro Israele, o una posizione meno conciliatoria verso personaggi della destra che sono piuttosto discutibili, sarebbero apprezzati da una parte della popolazione di sinistra. Ma queste cose, per ora, non si stanno vedendo. Insomma, c’è una certa delusione, ma anche speranza: la speranza che si riesca a fare qualcosa. Quello che posso dirti è che, rispetto ai precedenti governi del Frente Amplio, questo lo vedo molto più tipico, più convenzionale. Forse il presidente è una persona capace e sa cosa fare, e forse fa quello che può con i mezzi che ha, ma mi sembra molto meno ispirato rispetto a prima”.

La cosa più preoccupante è la poca spinta comunicativa del Frente Amplio e del governo oggi, una distanza dall’aggressività della destra che potrebbe costrare consenso e un nuovo governo, per quanto è certamente presto. Per di più, sulla scia Argentina, è nato un partito copia de La Libertà Avanza di Milei. Il rischio, anche se lontano per la storia dell’Uruguay, potrebbe essere che un fallimento del Frente Amplio apra le porte ad una copia di Milei.

Ma in Uruguay si continua a vivere abbastanza bene ma la situazione rispetto al passato si fa più complessa. Nel 2023 una grave siccità ha segnato il paese. Nel 2024 si è registrata una ripresa significativa, con una crescita del PIL del 3,1%  ma le proiezioni per il 2025 indicano una possibile decelerazione, con un tasso di crescita previsto tra il 2% e il 2,5%. Pagine Esteri