ECUADOR:
Minori puniti come adulti
Con 84 voti a favore, 62 voti contrari e 2 astensioni (su un totale di 151 membri dell’emiciclo), l’Assemblea Nazionale dell’Ecuador ha approvato il progetto di Legge economica urgente di Integrità Pubblica. La normativa equipara il regime penale degli adolescenti a quello degli adulti, ma introduce anche modifiche a 19 testi legislativi, colpendo la stabilità lavorativa del settore pubblico e concedendo ampia facoltà al Consiglio della Magistratura per intervenire nella Funzione Giudiziaria. Il testo è passato nonostante le forti contestazioni in aula dell’opposizione, e ha ignorato le proteste dell’Unicef circa il carattere regressivo delle riforme e i rischi di incostituzionalità. La Legge, promossa dal presidente ultraliberista, Daniel Noboa, stabilisce pene fino a 15 anni di carcere per i minori che commettano gravi reati legati alla criminalità organizzata. In quello che, dopo la fine dei governi progressisti della Revolución Ciudadana è passato dall’essere uno dei più sicuri al mondo, a uno dei più pericolosi, sono già oltre 3.500 i minori detenuti.
Misure repressive che “non si sono dimostrate efficaci per combattere l’insicurezza e che contravvengono la Costituzione della Repubblica e la Convenzione sui Diritti del Fanciullo, ratificata dall’Ecuador” – ha dichiarato l’Unicef nel suo comunicato – e che, anzi “potrebbero peggiorare la situazione del sistema penitenziario e compromettere la possibilità di reintegrazione per gli adolescenti”.
Per parte sua, il campo “correista”, che continua – inascoltato – a denunciare frodi governative alle elezioni presidenziali dell’aprile scorso, ha così denunciato: “hanno eliminato di colpo i diritti lavorativi conquistati anni fa, la stabilità dei funzionari di carriera, il diritto internazionale e le convenzioni di cui l’Ecuador è firmatario”.
CILE.
Storico trionfo del Partito comunista alle primarie
In Cile, Jeannette Jara, candidata del Partito Comunista e Azione Umanista, ha vinto ampiamente le primarie presidenziali del campo progressista. Il 29 giugno diverse forze politiche hanno deciso di svolgere le loro primarie per eleggere i rappresentanti alle presidenziali del 16 novembre 2025, e all’eventuale ballottaggio, il 14 dicembre. Il voto è obbligatorio, ma non per le primarie. Gli unici obbligati a partecipare sono i presidenti di seggio o i membri del collegio di scrutinio. Solo i partiti della coalizione di governo, che appoggiano l’amministrazione progressista del presidente Gabriel Boric hanno scelto di definire in questo modo il proprio candidato o candidata, nell’ambito di un patto denominato “Unidad por Chile”. L’opposizione, sia la destra tradizionale che l’estrema destra, iscriverà direttamente i propri rappresentanti. I candidati progressisti, che durante l’ultimo mese di campagna hanno ricevuto appoggi da diverse organizzazioni e movimenti, erano quattro: Jeannette Jara, Carolina Tohá, Jaime Mulet, e Gonzalo Winter.
La più votata, con oltre il 62% delle preferenze, è stata Jeannette Jara, avvocata e militante del Partito Comunista. Nominata da Boric ministra del Lavoro e della Previdenza Sociale, nel 2022, si è distinta per l’avanzamento di leggi chiave come la riduzione dell’orario di lavoro a 40 ore settimanali e la riforma del sistema pensionistico. La sinistra e i movimenti popolari, però, avrebbero preferito la candidatura del popolarissimo e più radicale ex sindaco di Recoleta, Daniel Jadue. Jara ha comunque ottenuto l’appoggio di altri movimenti di sinistra e indipendenti; e, soprattutto, quello di Acción Humanista (AH), un partito ispirato dal Movimento Umanista di Mario Luis Rodríguez Cobos, noto come Silo, che è guidato dal deputato e due volte candidato presidenziale (1999 e 2005), Tomás Hirsch.
Carolina Montserrat Tohá Morales, accademica e politologa sessantenne, è figlia di José Tohá, ministro del presidente socialista Salvador Allende (1970-1973), morto nel 1974 dopo essere stato detenuto dalla dittatura di Augusto Pinochet (1973-1990). Ex dirigente studentesca, appartiene al Partido por la Democracia (PPD), una formazione socialdemocratica fondata dall’ex presidente Ricardo Lagos Escobar (2000-2006). Nel primo governo di Michelle Bachelet (2009), ne è stata la portavoce; è stata anche sindaca di Santiago (2012-2016). Nel settembre 2022, il presidente Boric l’ha nominata ministra dell’Interno e della Sicurezza Pubblica, significando così un cambiamento di indirizzo con l’ingresso dei rappresentanti della scomparsa Concertación nell’Esecutivo, dopo il fallimento del primo processo costituente. Tohá si è distinta per aver fatto avanzare leggi che rafforzano il lavoro dei Carabineros e la creazione del ministero della Sicurezza Pubblica. È sostenuta dal PPD, dal Partido Liberal (PL), dal Partido Radical (PR) e dal Partido Socialista (PS), formazioni che compongono un’alleanza nota come Socialismo Democratico. Ha anche ricevuto il sostegno della Democrazia Cristiana (DC), formazione che non si è iscritta alle primarie e i cui militanti non sono abilitati a votare il 29 giugno.
Jaime Mulet è avvocato ed è stato deputato per la regione di Atacama, nel nord del paese, in due periodi separati tra il 1998 e il 2010, e dal 2018 ad oggi. Per oltre 20 anni ha militato nella Democrazia Cristiana, da cui è stato espulso nel 2008 in quanto appartenente a una fazione interna nota come i colorines. Nel 2010, è stato anche espulso da un’altra organizzazione a cui aveva aderito, il Partido Regionalista de los Independientes (PRI), per aver sostenuto la candidatura presidenziale del democristiano Eduardo Frei Ruiz-Tagle al ballottaggio che lo ha visto contrapposto a Sebastián Piñera, della destra tradizionale. Nel 2015 ha formato il Frente Regional y Popular, un movimento politico regionale che nel 2017 si è fuso con altre formazioni locali per formare la Federación Regionalista Verde Social (FRVS), un partito che si definisce di orientamento regionalista, ecologista e progressista.
Gonzalo Winter è un avvocato trentottenne, deputato, ex dirigente studentesco di militanza analoga a quella di Boric.Ha fatto parte di Convergencia Social, la formazione che, nel 2024, si è fusa con altri partiti per creare il partito unico del Frente Amplio (FA).
I vincitori della primarie, insieme agli iscritti che non vi hanno partecipato, e agli indipendenti che abbiano raccolto un minimo di quasi 35.000 firme si presenteranno alle urne a novembre, in un paese preda di forti contrasti, e in cui il presidente Boric è oggetto di forti critiche, da parte dei movimenti popolari, sia per le scelte di politica interna che internazionale. Tra queste, il mantenimento di contratti milionari con imprese israeliane, che forniscono materiale bellico e piattaforme tecnologiche ai Carabineros.
Jeannette Jara si prepara ora alla battaglia contro l’estrema destra, cercando di ampliare la sua base elettorale, sia alla sua sinistra che a destra per cercare di vincere al primo turno, per evitare che il fronte opposto di compatti e impedisca la sua vittoria al secondo turno.
VENEZUELA:
Una Conferenza mondiale per la pace.
A fronte della minaccia nucleare incombente, il Venezuela ha inviato tre lettere ai presidenti degli Stati uniti, della Cina e della Russia, per proporre un vertice mondiale per la Pace e contro la guerra, e ha esortato le organizzazioni del Sud Globale e altre istanze regionali come il Movimento dei Paesi Non Allineati, la Lega degli Stati Arabi, l’Organizzazione per la Cooperazione Islamica, il Consiglio di Cooperazione del Golfo, l’Unione Africana, i BRICS e la Comunità di Stati Latinoamericani e Caraibici (CELAC), a farsene carico. In appoggio alla proposta, si sono svolte manifestazioni popolari, in un paese che si prepara a organizzare le elezioni comunali del 27 luglio, e prima ancora la Fiera internazionale del libro, dedicata all’Egitto, dal 3 luglio.
Il Venezuela, che possiede le prime riserve di petrolio al mondo, ha appena assunto la presidenza del Consiglio Ministeriale del Fondo OPEC per lo Sviluppo Internazionale (OFID) per il periodo 2025-2026: rinnovando il proposito di consolidare, all’interno dell’organismo multilaterale, gli schemi di cooperazione finanziaria e la promozione di iniziative di sviluppo inclusivo tra i paesi del Sud Globale, sia all’interno che all’esterno dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEC).
Creato nel 1976, il Fondo OPEC canalizza risorse verso progetti di infrastrutture, salute, educazione e accesso ai servizi di base in paesi a reddito basso e medio che non fanno parte dell’OPEC. Dalla sua fondazione, il fondo ha contribuito al miglioramento delle condizioni di vita di milioni di persone in Asia, Africa, America Latina e Caraibi. Nel suo nuovo ruolo alla guida del Consiglio Ministeriale, il paese sudamericano assicura che cercherà di consolidare alleanze strategiche che garantiscano la continuità e l’espansione dei programmi del Fondo nelle regioni vulnerabili, nell’ambito di quella che Caracas denomina la dottrina della “Diplomazia Bolivariana di Pace”. Intanto, il Venezuela, che ha interposto presso gli organismi internazionali, numerose denunce contro la deportazione dei migranti, ha respinto la risposta emessa dalla Sala Costituzionale della Corte Suprema di Giustizia di El Salvador. Questo organismo giudiziario ha dichiarato “inammissibile” la richiesta presentata dal Ministero Pubblico venezuelano per intervenire a favore di 252 cittadini venezuelani detenuti in quel paese senza alcuna accusa. La comunicazione, inviata il 30 marzo, chiedeva l’intervento della Corte salvadoregna per garantire i diritti umani dei cittadini venezuelani, che erano stati deportati dagli Stati Uniti senza alcun fondamento legale.