Fondato nel 1985, Grup Yorum non è solo un ensemble musicale, ma è diventato la voce del popolo, la melodia della rabbia e l’inno della resistenza, come il gruppo musicale rivoluzionario più longevo e influente della Turchia. Nel corso della sua storia quarantennale, Grup Yorum ha affrontato divieti, detenzioni, proibizioni di concerti, scioperi della fame e censura, ma continua a vivere nella memoria e nei cuori di milioni di persone.

Oggi, la voce di Grup Yorum risuona non solo sul palco, ma nelle strade, nei tendoni degli scioperi, davanti ai tribunali e dietro le sbarre. Perché Grup Yorum non fa solo musica: porta con sé lo spirito della lotta sociale e dà respiro alla volontà organizzata del popolo.

Dalle sale da concerto alle carceri

Da anni, a Grup Yorum non è concessa l’autorizzazione a tenere concerti in Turchia. Gli spettacoli cancellati da governatori e questure per presunte ragioni di “sicurezza pubblica” sono stati sistematicamente repressi con la violenza della polizia. I membri del gruppo sono stati picchiati mentre suonavano per strada, e gli spettatori che assistevano ai concerti di solidarietà sono stati arrestati. Alcuni componenti hanno subito la rottura delle dita, sono stati strappati per i capelli, altri hanno riportato la perforazione del timpano durante la custodia cautelare.

Ad oggi, 21 membri di Grup Yorum si trovano in prigione. Alcuni sono stati condannati a pene detentive molto lunghe con accuse vaghe, come “appartenenza a un’organizzazione”. Questo quadro illustra chiaramente lo stato della libertà di espressione artistica in Turchia.

Melodie cadute negli scioperi della fame

Il punto più tragico della repressione subita da Grup Yorum è stato segnato dagli scioperi della fame.

Nel 2020, i membri Helin Bölek e İbrahim Gökçek hanno perso la vita durante uno sciopero della fame iniziato per chiedere la revoca del divieto di concerti, la fine delle irruzioni nei centri culturali e il rilascio dei compagni incarcerati.

I loro nomi sono diventati il simbolo di come, in Turchia, l’arte possa sopravvivere solo attraverso il sacrificio. Non erano soltanto artisti: erano la coscienza del popolo.

Centro Culturale İdil: la casa della resistenza

Il cuore pulsante di Grup Yorum, il Centro Culturale İdil, è stato ripetutamente preso d’assalto dalla polizia. Ad ogni incursione, i muri venivano bruciati, porte e finestre distrutte, strumenti musicali fracassati, studi di registrazione smantellati, computer, archivi e memorie digitali presi di mira per la distruzione. Ma questo spazio non era solo un laboratorio musicale: era un centro di produzione della cultura rivoluzionaria.

Il Centro İdil rappresentava un’arte non isolata dal popolo, ma intrecciata con esso, a esso appartenente e per esso produttiva. Ed è proprio per questo che è stato preso di mira.

L’ultimo attacco: la censura digitale. 455 brani vietati

Nel maggio 2025, il governo dell’AKP ha emesso un provvedimento che vieta l’accesso, all’interno della Turchia, a 455 canzoni di Grup Yorum su piattaforme come YouTube, Spotify e simili. Questa censura non è solo un attacco ai membri del gruppo, ma un’aggressione alla memoria collettiva del popolo e al suo legame con l’arte.

In risposta a questo attacco, Grup Yorum ha dichiarato:

“Siamo gli artisti del popolo! Da 40 anni, nonostante divieti, arresti e torture, cantiamo per questo popolo. Ora cercano di cancellare digitalmente la nostra voce. Ma sappiate: le nostre canzoni le abbiamo scritte nelle strade, nelle piazze e nei cuori. Non ci farete tacere con i vostri divieti!”

Questa dichiarazione rivela come l’obiettivo della censura non sia solo fisico, ma anche la cancellazione della cultura a livello digitale.

Il vero bersaglio dei divieti: l’arte che organizza la resistenza

Dietro la repressione di Grup Yorum si nasconde il timore per il potere organizzativo e motivazionale dell’arte. Perché le canzoni del gruppo non si ascoltano semplicemente: si cantano insieme. Si marcia con esse, si resiste con esse, si sciopera con esse.

Per anni, in Turchia, durante scioperi operai, rivolte di quartiere e manifestazioni femministe, la voce di Grup Yorum è sempre stata presente in prima linea. Brani come “Abbiamo ragione, vinceremo”, “Bella Ciao”, “Questa patria è nostra” e “I banditi non governeranno il mondo” sono diventati inni che uniscono le folle, orientano la lotta e rafforzano il morale.

Lo Stato sa che dire “Ascoltiamo Grup Yorum” durante uno sciopero non è una scelta passiva, ma un’indicazione chiara di resistenza attiva. Ed è per questo che si vuole mettere a tacere la loro voce. L’obiettivo è cancellare l’arte rivoluzionaria dai luoghi della lotta, isolare il popolo e spezzarne il morale.

24 album, un concerto da un milione di persone, solidarietà senza confini

Grup Yorum ha pubblicato finora 24 album e decine di singoli. Oltre a centinaia di concerti in Turchia, ne ha tenuti altrettanti in Asia, Medio Oriente, Europa e America Latina. Ha cantato non solo in turco, ma anche in curdo, arabo, lazo e in altre lingue del popolo, abbracciando la tradizione multiculturale e resistenziale dell’Anatolia. È stato il primo gruppo in Turchia a cantare in curdo in un album. Le loro cassette e i loro CD sono stati confiscati, perfino presi a fucilate. Eppure, hanno venduto milioni di copie, e con ogni divieto le loro canzoni si sono diffuse ancora di più.

Nel 2014, hanno organizzato un concerto a Istanbul a cui hanno partecipato oltre un milione di persone. Non fu solo un evento musicale, ma una risposta collettiva del popolo alla repressione e ai divieti. Dopo quel concerto, a Grup Yorum vennero vietati tutti gli spazi pubblici e i palchi.

Nel 2020, al Premio Luigi Tenco in Italia, fu istituito un premio speciale dedicato a Grup Yorum.

Il Fronte dell’Arte e la solidarietà internazionale

Fondato sotto la guida di Grup Yorum, il Fronte dell’Arte ha riunito artisti rivoluzionari. Ma l’influenza di Yorum non si è limitata alla Turchia. Con la creazione del Fronte Artistico Internazionale in Europa, è nata una rete di solidarietà con artisti progressisti provenienti da Grecia, Francia, Germania, America Latina e molte altre regioni.

Grup Yorum è diventato un ponte culturale nella lotta internazionale dei popoli. Pagine Esteri