La Procuradoria-Geral da República (PGR) ha chiesto, nella notte tra lunedì e martedì, la condanna dell’ex presidente Jair Bolsonaro e di altri sette membri del presunto “nucleo centrale” di una trama golpista che il Supremo Tribunal Federal sta indagando da mesi. La richiesta, contenuta in un documento di 517 pagine, è stata inviata al ministro Alexandre de Moraes come parte delle argomentazioni finali dell’accusa, ultimo passaggio prima del processo, che dovrebbe tenersi a settembre.

Secondo il procuratore generale Paulo Gonet, Bolsonaro è il “leader della organizzazione criminale” e “principale ideatore e beneficiario” di un piano per sovvertire l’ordine democratico dopo la sconfitta alle elezioni del 2022. Le accuse sono gravi: associazione criminale armata, tentativo di abolizione violenta dello Stato democratico di diritto, tentato golpe, danneggiamento aggravato e attacco a patrimonio pubblico protetto. Le pene previste superano i 30 anni di reclusione.

Oltre a Bolsonaro, compaiono nella lista degli imputati anche ex generali e ministri del suo governo: Walter Braga Netto, Augusto Heleno, Alexandre Ramagem, Anderson Torres, Almir Garnier, Paulo Sérgio Nogueira e Mauro Cid. Quest’ultimo, ex aiutante di campo del presidente, ha firmato un accordo di collaborazione con la giustizia e potrebbe ottenere la sospensione della pena.

Nella ricostruzione della Procura, Bolsonaro avrebbe utilizzato strutture statali e il sostegno di settori delle forze armate per diffondere disinformazione, alimentare tensioni istituzionali e promuovere misure autoritarie. L’iniziativa rientrava, secondo Gonet, in un disegno più ampio per impedire l’insediamento del presidente eletto Luiz Inácio Lula da Silva.

Dopo la presentazione dell’atto d’accusa, si apre ora il termine per le memorie difensive. Una volta chiuso anche questo passaggio, il Supremo Tribunal Federal fisserà la data del giudizio.