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Ore 17.45
È salito a tre il bilancio delle vittime dell’attacco israeliano alla chiesa della Sacra Famiglia, nella Striscia di Gaza. Due donne e un uomo hanno perso la vita e altri tre feriti versano in condizioni critiche.
Due donne sono state uccise e altre sei persone sono rimaste ferite in un attacco condotto giovedì dall’esercito israeliano contro la Chiesa della Sacra Famiglia a Gaza City, l’unica chiesa cattolica nella Striscia. Tra i feriti, anche padre Gabriel Romanelli, sacerdote argentino molto vicino al defunto papa Francesco, che negli ultimi mesi della sua vita chiamava quotidianamente la parrocchia per informarsi sulle condizioni degli sfollati.
Il complesso religioso, gestito dal Patriarcato latino di Gerusalemme, ospita centinaia di civili in fuga dai bombardamenti. Secondo testimoni oculari citati da Haaretz e Associated Press, un carro armato israeliano avrebbe sparato contro la struttura. L’attacco ha causato gravi danni all’edificio e ha colpito un luogo che i rifugiati credevano sicuro. Tra gli sfollati vi sono anche 50 bambini con disabilità, che secondo le autorità ecclesiastiche avevano ricevuto due giorni fa un avviso di evacuazione ma non sono stati in grado di andarsene.
L’esercito israeliano ha dichiarato di essere a conoscenza dell’incidente e ha annunciato un’indagine interna. Il Ministero degli Esteri israeliano ha promesso trasparenza sui risultati dell’inchiesta.
L’attacco ha suscitato reazioni internazionali. Il Patriarcato latino ha denunciato la gravità dell’episodio, mentre la presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, ha condannato l’azione definendola “inaccettabile”.
Padre William Alshomali, vice patriarca di Gerusalemme, ha ricordato che la Chiesa latina nella Striscia gestisce scuole e distribuisce cibo a migliaia di persone. “Abbiamo anche cercato di mandare aiuti a chi è ancora rifugiato nel complesso”, ha aggiunto. Pagine Esteri