della redazione

(foto US Army, wikimedia commons)

Pagine Esteri, 31 gennaio 2024L’uccisione di tre soldati Usa da parte di un drone che domenica ha colpito un avamposto militare in Giordania, noto come Tower 22, ha portato i riflettori sulle basi che gli Stati Uniti hanno in Medio Oriente. Spesso si è parlato in questi ultimi anni di “disimpegno” di Washington dalla regione. La realtà sul terreno dice cose ben diverse. Gli Stati Uniti da decenni hanno basi consolidate nel Grande Medio Oriente – una vasta area geopolitica che va dal Nordafrica all’Asia centrale – e continueranno ad averle, anche se il numero dei soldati varierà da un periodo all’altro. Al suo apice, c’erano più di 100.000 soldati statunitensi in Afghanistan nel 2011 e oltre 160.000 in Iraq nel 2007. Anche se il numero è molto più basso dopo il ritiro dall’Afghanistan nel 2021, ci sono ancora circa 30.000 soldati statunitensi sparsi nella regione. Inoltre, da quando è iniziata l’offensiva di Israele a Gaza , gli Stati Uniti hanno inviato migliaia di truppe aggiuntive nella regione e navi da guerra.

La più grande base americana in Medio Oriente si trova in Qatar, conosciuta come base aerea di Al Udeid e costruita nel 1996. Altri paesi arabi in cui gli Stati Uniti sono presenti includono Bahrein, Kuwait, Arabia Saudita ed Emirati.

Circa 900 soldati Usa sono in Siria, in piccole basi come al Omar Oil Field e al-Shaddadi, soprattutto nel nord-est del Paese. C’è un piccolo avamposto vicino al confine tra Iraq e Giordania, noto come la guarnigione di Al Tanf. Nello specifico, la Torre 22 si trova vicino alla guarnigione di Al Tanf ritenuta dagli Usa fondamentale nella lotta contro lo Stato islamico. In realtà è parte della strategia statunitense per contenere il rafforzamento militare iraniano nella Siria orientale.

 Altri 2.500 militari statunitensi sono in ​​Iraq, ad Union III e nella base aerea di Ain al-Asad.

Ad eccezione della Siria, le truppe Usa sono nella regione con il permesso del governo di ciascun paese. In Iraq e la Siria, i soldati americani sono o sarebbero lì per combattere i militanti dello Stato Islamico e per aiutare le forze armate locali. In Siria però non cooperano con il  governo centrale – il presidente Bashar Assad è considerato un nemico da Washington – e appoggiano le milizie curde loro alleate.

  Da alcuni anni, i militari Usa in Medio Oriente vengono attaccati da formazioni appoggiate dall’Iran.

La Giordania, un alleato chiave degli Stati Uniti nella regione, accoglie centinaia di istruttori militari statunitensi che tengono esercitazioni durante tutto l’anno. In altri casi, come in Qatar e negli Emirati, le truppe statunitensi sono presenti anche per rassicurare gli alleati arabi e per svolgere attività di addestramento.

Le basi Usa sono altamente sorvegliate e dotate di sistemi di difesa aerea per proteggersi da missili o droni. Nonostante ciò, sono soggette a frequenti raid. Dal 7 ottobre, le truppe statunitensi sono state attaccate più di 160 volte dalle milizie appoggiate dall’Iran, subendo il ferimento di circa 80 soldati. Pagine Esteri