Quito. Dopo 3 giorni di intensi lavori, si conclude l’VIII Congresso Nazionale della CONAIE a Quito, presso il Centro d’Integrazione Internazionale dei popoli. Lo scrutinio, combattuto fino alla fine, ha sancito la vittoria di Marlon Vargas con 691 voti contro i 540 di Leonidas Iza. Al Coordinatore Nazionale uscente non è risultato sufficiente vincere 4 seggi elettorali su 6, in quanto la differenza maturata nei due seggi andati a Vargas è stata nettamente superiore.
Le opposizioni interne alla CONAIE contro IZA
Un primo elemento abbastanza visibile che si è palesato sin dall’inizio del Congresso è stato quello di far fuori Iza con l’occupazione del Congresso mediante una serie di líder giunti da differenti territorio del paese. Dal 1° giorno dei lavori circolavano ben 4 nomi alternativi a Iza come a marcare il territorio e a comunicare le intenzioni delle opposizioni contro il Coordinatore in carica. Fernando Guamán della regione del Chimborazo, che alle elezioni passate aveva fatto campagna elettorale apertamente per Noboa, Ercilia Castañeda di Otavalo (dove si concentra la borghesia indígena della regione d’Imbabura) e Marlon Vargas della nazionalitàAchuar presente prevalentemente nelle regioni di Morona Santiago e Pastaza che alle elezioni presidenziali hanno appoggiato nelle urne Daniel Noboa. Era evidente sin dall’inizio che a questo Congresso c’era una vera e propria prova di forza.

VIII Congresso CONAIE, Ecuador – Foto di Davide Matrone
Iza e la riforma dello Statuto Interno per la rielezione
Di fronte a questo scenario, il MICC (Movimento Indigeno y Campesino del Cotopaxi) da cui proviene Leonidas Iza, ha proposto al Congresso l’emendamento degli articoli 24 e 25 dello Statuto Interno della CONAIE. Entrambi gli articoli sanciscono la non rielezione del Coordinatore in carica. Tra i líder di questo movimento che ha capeggiato la riforma dello statuto c’era Apawki Castro che ha segnalato all’Assemblea dei delegati la preoccupazione che la CONAIE in questo Congresso avrebbe potuto perdere la sua autonomía e che il governo neoliberista di Daniel Noboa l’avesse cooptata totalmente. Preoccupazione manifestata anche da molti altri líder indígena di altri territorio del paese. La mozione proposta dal MICC alla fine nella terza giornata congressuale è riuscita a passare con 542 voti favorevoli e 471 voti contrari. Con questa votazione, approvata dall’Assemblea, Iza ha potuto presentare la sua ricandidatura e giocarsela contro gli altri candidati che nel frattempo facevano quadrato intorno alla figura del candidato Marlon Vargas.
La campagna elettorale di Vargas contro l’immobilità di Iza che ha ancora consenso.
Prima del Congresso Marlon Vargas aveva realizzato per alcuni mesi un’intensa campagna elettorale non solo nel suo feudo delle regioni amazzoniche ma addirittura si era spinto verso le regioni della Sierra come il Chimborazo e il Cotopaxi (feudo di Iza) per conquistarsi i consensi, le simpatie e l’approvazione dei delegati territoriali di queste regioni. Appartenente alla nazionalità Achuar, che negli ultimi anni ha incrementato il peso politico all’interno dei popoli e delle nazionalità dell’Ecuador, Vargas ha creato una serie di alleanze strategiche all’interno dell’Amazzonia come quella generata con PAKKIRU l’organizzazione della Nazionalità Kichua dell’Amazzonia che è la nazionalità più grande dell’Amazzonia. Alleanze che si sono strette anche nella Sierra dove il movimento Indigeno ha un gran peso e soprattutto con la nazionalità Kichua. Inoltre, negli ultimi 10 anni un altro rappresentante della nazionalità Achuar era stato eletto Coordinatore Nazionale della CONAIE e cioé Jaime Vargas, cugino del neoeletto Marlon. Tuttavia, Leonidas Iza nel Congresso ha conquistato 540 voti, settantasette in meno rispetto a Vargas e senza aver fatto un mínimo di campagna elettorale in quanto lo Statuto (poi riformato al Congresso) della CONAIE non prevedeva la rielezione del Coordinatore Nazionale. Quindi, Iza continua ad avere una base ideologica e di consenso all’interno della CONAIE che potrà giocarsela nei prossimi tre anni di opposizione interna.

VIII Congresso CONAIE, Ecuador – Foto di Davide Matrone
La CONAIE espelle a 6 parlamentari di Pachakutik per tradimento
Durante questo Congresso un grande dibattito si è generato intorno al comportamento politico di 6 assembleisti nazionali del partito Pachakutik eletti alle scorse elezioni presidenziali. Pachakutik è stato il terzo partito più votato con il 5.3% conquistando 9 assembleisti, raddoppiando quelli ottenuti alle elezioni presidenziali del 2023. Di questi 9 assembleisti, sei hanno più volte votato con l’attuale maggioranza di governo come per esempio la Legge di Solidarietà Nazionale. Una legge con un forte carattere repressivo e fascistoide per fronteggiare il problema della sicurezza interna del paese. Molti delegati territorial della CONAIE hanno espresso il loro forte disappunto contro questi parlamentari che si sono accodati alle posizioni del governo attuale. Inoltre, gli stessi 6 assembleisti avevano appoggiato la candidatura a Presidente della Camera a Niel Olsen del partido ADN di Daniel Noboa. Con oltre il 90% dei voti, il Congresso ha votato per l’espulsione dei propri legislatori.
La contrapposizione ideologica e organizzativa Iza e Vargas
Marlon Vargas della nazionalità Achuar dell’Ecuador che si ubica nelle regioni amazzoniche di Pastaza e Morona Santiago, nel suo discorso ha puntato all’unità e al rafforzamento dell’Organizzazione. Ha sostenuto di voler ascoltare le istanze territoriali, di voler continuare a lottare per la difesa dell’acqua, difendere l’educazione interbilingue, la salute, i saperi ancestrali e la Pachamama. Inoltre, ha dichiarato di volere difendere e potenziare l’Università Indigena Amawtay Wasi sostenendo la connotazione plurinazionale della stessa. Ha una lunga traiettoria politica ed organizativa nel movimento indigeno dell’Amazzonia. Ha giocato un ruolo importante negli scioperi nazionali del 2019 e 2022 contro il modelo neoliberista di Moreno e Lasso. Ha ribadito, in vari momenti del suo discorso, di non essere una candidatura di nessun partito politico, ma l’espressione dei territori dai quali proviene e ha lottato. Su quest’ultimo punto, si palesano delle contraddizioni. Le regioni di Pastaza e Morona Santiago, da cui proviene in maggioranza la nazionalità Achuar alle scorse elezioni presidenziali ha votato in gran maggioranza per il candidato della destra Daniel Noboa. Inoltre, nelle votazioni interne di questo Congresso, Marlon Vargas ha ricevuto i voti dei popoli e nazionalitàdella Sierra e dell’Amazzonia che hanno votato per la destra alle ultime elezioni. Inoltre, nel suo discorso non c’è stata nessuna critica al paradigma di sviluppo estrattivista e neoliberista di Noboa. Vargas, oltretutto si è dichiarato anti-correista da quando nel primo governo Correa fu perseguito dallo stesso durante la sua gestione della radio La Voz de Arutas. In quest’epoca Vargas era dirigente di comunicazione della Nae. Tutt’altra posizione quella del presidente uscente, Leonidas Iza. Nel suo intervento ha dichiarato con fermezza: quella di oggi è una prova di fuoco tra il progetto politico dei popoli e delle nazionalità indigene e il progetto a favore degli interessi del governo e delle transnazionali nei nostri territori. Iza ha capeggiato el paro nacional del 2022 contro le politiche neoliberiste del governo del banchiere Guillermo Lasso e ha sostenuto al ballottaggio la candidata del correismo Luisa González alle elezioni passate per battere il neliberismo e il fascismo. Ha ribadito, ancora una volta, la sua posizione intransigente e radicale contro il modelo estrattivista dell’attuale governo Noboa e delle multinazionali straniere. La vittoria di Marlon Vargas risponde a una fase nuova del Movimento Indigena che probabilmente abbandonerà posizioni radicali e di lotta intransigente per passare ad una fase più concertativa con il governo. In base ai discorsi e alle voci raccolte nel Congresso, questa sembra essere la linea. Pagine Esteri