Pagine Esteri – Lunedì il governo peruviano ha annunciato l’interruzione delle relazioni diplomatiche con il Messico dopo che questo paese ha deciso di concedere l’asilo politico a Betssy Chávez, l’ex primo ministro del presidente di sinistra peruviano Pedro Castillo. Nei giorni scorsi Betssy Chávez ha trovato rifugio nella sede dell’ambasciata di Città del Messico a Lima.
In carica dal 2021, Castillo venne arrestato l’anno successivo perché accusato di “tentato colpo di stato”, dopo aver cercato di sciogliere il parlamento per evitare di essere messo in stato d’accusa dai partiti di destra e da una parte delle forze di maggioranza che nel frattempo avevano cambiato bandiera. Castillo non ottenne però il sostegno delle Forze Armate, fu destituito dal Congresso e arrestato con l’accusa di ribellione.
Ad annunciare la rottura è stato il ministro degli Esteri peruviano Hugo De Zela nel corso di una conferenza stamp, durante la quale ha spiegato che la decisione è stata presa «in risposta a questo atto ostile e tenendo conto delle ripetute azioni con cui l’attuale e l’ex presidente di quel Paese hanno interferito negli affari interni del Perù».
De Zela ha comunque escluso che la rottura delle relazioni possa condurre a un possibile intervento contro l’ambasciata messicana simile a quello effettuato dall’Ecuador l’anno scorso per arrestare l’ex vicepresidente di Correa, Jorge Glas.
Arrestata nel giugno del 2023 e messa sotto processo per la sua presunta partecipazione al “golpe” del dicembre 2022, Betssy Chávez è stata rilasciata all’inizio di settembre mentre si trovava in una clinica di Lima, dove era stata ricoverata perché mostrava segni di disidratazione dopo lo sciopero della fame che aveva portato avanti per 12 giorni in prigione.
La Corte costituzionale ne aveva ordinato poco prima il rilascio immediato, stabilendo che era stata vittima di detenzione arbitraria, in quanto la Procura non aveva richiesto tempestivamente la proroga della sua custodia cautelare.
Sia l’attuale presidente del Messico, Claudia Sheinbaum, sia il suo predecessore, Andrés Manuel López Obrador, hanno ripetutamente chiesto la liberazione di Pedro Castillo e dei suoi collaboratori, ritenendo che sia stato lui a subire il colpo di stato da parte dei gruppi di potere peruviani che dominano il Congresso. – Pagine Esteri














