Migliaia di persone si sono radunate ieri nella periferia sud di Beirut per piangere il comandante militare di Hezbollah, Haytham Ali Tabatabai, e altri quattro combattenti del gruppo libanese, uccisi in un attacco israeliano alla periferia della città. Gli Stati Uniti hanno dichiarato di non essere stati informati in anticipo da Israele, ma hanno approvato il raid aereo.
L’ assassinio mirato, un tipo di operazione diventata più rara da quando era stato concordato un cessate il fuoco un anno fa, ha aggravato i timori di una nuova escalation israeliana. L’attacco peraltro è avvenuto nell’imminenza del viaggio – dal 27 novembre al 2 dicembre – che Papa Leone XIII intraprenderà nella regione recandosi prima in Turchia e poi Libano dove dovrebbe lanciare appelli per la pace in Medio oriente e sollecitare l’unità tra le chiese cristiane a lungo divise.
Mentre il funerale di massa si snodava attraverso i quartieri della periferia sud della capitale libanese, si sono levati cori contro Israele e Stati Uniti. Entrambi i paesi hanno fatto pressione sul Libano affinché agisse per disarmare Hezbollah. Una soluzione che il movimento sciita ha ripetutamente escluso – pur ritirandosi, almeno in apparenza, dal confine con Israele – e che ora potrebbe diventare ancora più improbabile. “Non abbandoneremo le nostre armi, non abbandoneremo la nostra terra!”, hanno scandito i partecipanti al funerale di Tabatabai.
Il cessate il fuoco del novembre 2024, mediato dagli Stati Uniti, solo formalmente ha posto fine a un anno di combattimenti lungo la frontiera. Israele non ha mai cessato i suoi attacchi. E in precedenza, durante la guerra, aveva ucciso il leader storico di Hezbollah, Hassan Nasrallah, il suo previsto successore e gran parte dei vertici militari del gruppo tra cui il “capo di stato maggiore” Fuad Shukur.
L’attacco di due giorni fa, che ha colpito i sobborghi meridionali densamente popolati di Beirut, potrebbe spingere Hezbollah ad abbandonare la moderazione dimostrata dopo aver sopportato un anno di attacchi israeliani quasi quotidiani e con centinaia di vittime, senza alcuna reazione. La passività forzata lascia il movimento in una posizione precaria al suo interno dove si levano voci contro la linea ritenuta troppo moderata del Segretario generale Naim Qassem. Secondo alcuni giornali libanesi, sarebbe “torrido” il clima che si respira nella base di Hezbollah che chiede di rispondere a Israele. Ma questa mossa rischia di offrire al governo Netanyahu il pretesto perfetto per intensificare i suoi attacchi sul Libano. Diviso tra questi due scenari, Hezbollah è indeciso sui passi da fare.
Tabtabai, 57 anni, aveva scalato rapidamente i ranghi per ricoprire i ruoli lasciati dai comandanti assassinati. Dopo la tregua, è stato nominato capo militare del gruppo e ha fatto parte del Consiglio della Jihad, l’organismo di Hezbollah responsabile delle operazioni militari. Una fonte della sicurezza libanese ha affermato che Israele sembra ora aver preso di mira la “prossima generazione” del gruppo sciita (sostenuto dall’Iran), dopo aver ucciso la maggior parte dei leader fondatori. A quanto sembra Israele nell’ultimo anno ha continuato a raccogliere informazioni sulle attività di Hezbollah utilizzando droni di sorveglianza. Ieri i droni hanno sorvolato di nuovo Beirut, il sud del Libano e la valle orientale della Bekaa.
Malek Ayoub, analista militare in pensione, ha dichiarato alla stazione televisiva Al Manar di Hezbollah che Israele potrebbe utilizzare la tecnologia di riconoscimento facciale per identificare i personaggi di Hezbollah nella copertura televisiva del funerale di Tabtabai. “L’intelligenza artificiale può identificare uno qualsiasi di questi volti per costruire la banca dati degli obiettivi”, ha avvertito.















