Proseguono le indagini sull’attentato a Bondi Beach, una delle spiagge più note di Sydney, dove centinaia di persone si erano radunate per celebrare la festa ebraica del Chanukah.
Due uomini armati hanno aperto il fuoco sulla folla in un attentato che le autorità australiane hanno descritto come finalizzato a colpire la comunità ebraica locale.

La strage ha provocato finora 16 i morti e 40 feriti, alcuni dei quali in gravi condizioni.
I due attentatori sono stati identificati come Sajid e Naveed Akramm, di origini pakistane. Il padre cinquantenne e figlio di 24 anni avrebbero raccontato alla famiglia che sarebbero andati a pescare, invece si sono diretti a Sydney, in un appartamento preso in affitto che era stato trasformato in un arsenale, dove custodivano diverse armi che avevano acquistato legalmente.
La polizia del Nuovo Galles del Sud ha dichiarato che uno degli assalitori è stato ucciso dagli agenti sul posto, l’altro è stato arrestato.

Secondo quanto affermano alcuni media australiani, gli investigatori avrebbero trovato due bandiere del Califfato nell’auto dei due killer e non si esclude quindi che i due avessero prestato un giuramento di fedeltà allo “Stato Islamico”. Sei anni fa, nel 2019, il cinquantenne era stato segnalato dalla polizia che sospettava un suo legame con i jihadisti.

Testimoni presenti hanno descritto momenti di panico, con persone che correvano tra ombrelloni e sdraio nel tentativo di mettersi in salvo. Un civile con un gesto coraggioso ha evitato ulteriori vittime. Si chiama Ahmed Al Ahmed, 43 anni, è di origine siriana, ha due figli e fa il fruttivendolo. Si trovava a pochi passi da uno degli attentatori e senza pensarci troppo gli è saltato addosso e gli ha strappato dalle mani l’arma. Nelle sequenze si vede poi l’attentatore inciampare e cadere, a quel punto Ahmed gli punta addosso il fucile ma non ha il coraggio di sparare limitandosi a cercare di attirare l’attenzione della polizia mentre a pochi metri l’altro terrorista continua a sparare. Adesso Al Ahmed è ricoverato in ospedale per aver riportato ferite d’arma da fuoco.