della redazione –
Pagine Esteri, 27 dicembre 2021 – Con una decisione approvata tanto dai ministri di destra quanto da quelli di centrosinistra e dal partito islamista Raam, il governo israeliano ha deciso ieri di raddoppiare il numero dei coloni ebrei nel Alture del Golan, 1200 kmq di territorio siriano che lo Stato ebraico ha occupato nel 1967 durante la Guerra dei Sei Giorni e che si è poi annesso unilateralmente nel 1981 con un voto della Knesset. Annessione che non è riconosciuta dalla quasi totalità della comunità internazionale. Ad annunciarlo durante una seduta del Consiglio dei ministri tenuta nel kibbutz Mevo Hama, una delle 34 colonie israeliane nel Golan, è stato il primo ministro Naftali Bennett. «Abbiamo deciso di cogliere il momento», ha spiegato, ricordando il riconoscimento fatto nel 2019 dall’ex presidente americano Donald Trump dell’annessione israeliana del Golan.
“Inutile dire che le alture del Golan sono israeliane”, ha detto Bennett “e anche il fatto che l’amministrazione Trump lo abbia riconosciuto e che l’amministrazione Biden abbia chiarito che non vi è alcun cambiamento in quella politica, è importante”. A febbraio, poco dopo il giuramento di Joe Biden come presidente, il segretario di Stato Antony Blinken dichiarò alla Cnn che il controllo sul Golan rimane di “grande importanza per la sicurezza di Israele”. Blinken, per giustificare l’approvazione degli Usa della violazione della legalità internazionale nel Golan, fece riferimento alla presenza in Siria di milizie sostenute dall’Iran, principale alleato del presidente siriano Bashar al-Assad e avversario di Israele.
Con un investimento di un miliardo di shekel, più di 300 milioni di dollari, e la costruzione di 7.300 abitazioni, Israele punta a raddoppiare entro il 2025 il numero attuale – circa 24mila – di coloni nel Golan dove vivono altrettanti drusi, la popolazione indigena che continua a considerarsi siriana. Prima del 1967 nell’area vivevano 131mila siriani nelle città di Quneitra e Fiq e in 137 villaggi di cui oggi ne restano solo quattro. Il premier israeliano ha aggiunto che saranno costruite al più presto le infrastrutture per gli israeliani che decideranno di trasferirsi nel Golan dove, peraltro, sorgerà una colonia che porterà il nome di Donald Trump.
Reagendo alla notizia, l’agenzia di stampa siriana Sana ha riaffermato che Damasco non rinuncerà mai alla restituzione delle Alture del Golan e che la popolazione drusa continuerà ad opporsi all’annessione. Un abitante druso, Meidian al-Damaqsi, ha detto all’agenzia che il Golan “è stato ed è tuttora terra araba e siriana”. Un altro abitante, Hayel Masoud, ha denunciato lo sfruttamento da parte di Israele delle risorse naturali delle Alture. La Siria ripete che il Golan è parte integrante del suo territorio e assicura sostegno alla popolazione drusa. Pagine Esteri