di Redazione

Pagine Esteri, 20 aprile 2023 – La pandemia di Covid-19 e la crisi economica hanno di gran lunga peggiorato la situazione delle giovani donne nei paesi del Sud Asia.

Le ultime stime rilasciate mercoledì dall’UNICEF hanno rivelato che i matrimoni precoci sono aumentati nella regione, arrivando a raggiungere il 45% del totale mondiale.

Un dato impressionante che ci racconta di 290 milioni di bambine costrette a diventare mogli per povertà e per mancanza di alternative. La chiusura delle scuole a causa del Covid-19 ha peggiorato una situazione già tragica, alla quale si è aggiunta la crisi. Non esiste futuro per le ragazze, che vengono dunque percepite solo come un peso economico per le famiglie che hanno difficoltà a sopravvivere.

In questa situazione il matrimonio combinato è spesso visto come unica soluzione possibile al problema. L’UNICEF ha lanciato l’allarme, chiedendo alle istituzioni di intervenire per mettere un freno alla pratica.

“Il fatto che in Asia meridionale si registri il più alto numero al mondo di matrimoni infantili è a dir poco tragico”, ha dichiarato Noala Skinner, direttrice regionale dell’UNICEF per l’Asia meridionale. “Il matrimonio infantile blocca il percorso di apprendimento delle ragazze, mette a rischio la loro salute e il loro benessere e compromette il loro futuro”.

I matrimoni infantili riguardano sia i maschi che le femmine ma queste ultime, in confronto, sono coinvolte in numero largamente maggiore. In Sud Asia quasi la metà (il 45%) delle ragazze tra i 20 e i 24 anni sono state costrette a sposarsi prima dei 18 anni. Una su cinque prima dei 15 anni.

L’UNICEF ritiene indispensabile una discussione sul fenomeno che permetta di mettere in campo reti di protezione sociale per contrastare la povertà. L’istruzione deve essere garantita e accessibile per tutti i bambini e le bambine. Le norme legali e l’educazione sessuale, inoltre, devono garantire il processo di cambiamento nel sud dell’Asia. Pagine Esteri