di Daniel L. Davis – Responsible Statecraft
Pagine Esteri, 24 maggio 2023 – Venerdì, l’amministrazione Biden ha spianato la strada agli alleati e ai partner occidentali per trasferire all’Ucraina le loro scorte di caccia F-16 di fabbricazione americana e ha aggiunto che gli Stati Uniti aiuteranno ad addestrare i piloti ucraini.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha immediatamente salutato la “decisione storica” di fornire l’F-16 Fighting Falcon all’Ucraina, aggiungendo che “migliorerà notevolmente le nostre forze armate nei cieli”.
Una valutazione attenta delle capacità e dei limiti di questo trasferimento, tuttavia, fa abbassare le aspettative. Zelensky aveva implorato i caccia occidentali da quando la Russia ha invaso il suo paese nel febbraio 2022, ma gli Stati Uniti si erano opposti a questo passo. Non è chiaro perché Biden abbia scelto ora, dopo 15 mesi di guerra, di approvare il trasferimento (a febbraio aveva detto che l’Ucraina non ne ha bisogno). Gli Stati Uniti avevano a lungo negato l’invio dei caccia perché avrebbero potuto far irritare la Russia e perché, in ogni caso i jet, non erano così necessari allo sforzo bellico dell’Ucraina.
Gli Stati Uniti nutrivano preoccupazioni simili per un’escalation russa sulla consegna di altre categorie di armi, come l’obice M777, i lanciarazzi HIMAR, i sistemi di difesa aerea Patriot e i carri armati M1A1. La Russia ha protestato dopo l’introduzione di ciascuna di esse, ma non ha preso contromisure. Com’era prevedibile, sabato scorso la Russia ha avvertito di “rischi colossali” per gli Stati Uniti se avessero inviato gli F-16 ma non ha specificato quali siano tali rischi. Con ogni probabilità, i russi non intensificheranno la guerra per gli F-16 nelle mani degli ucraini.
Il cambiamento dell’Amministrazione Biden su questo tema solleva molte domande, tra cui quanto può essere efficace l’aereo nell’aiutare l’Ucraina a vincere la guerra. La risposta non è incoraggiante.
Per cominciare, a febbraio, il sottosegretario alla Difesa Colin Kahl ha affermato che ci vorranno dai 18 ai 24 mesi per addestrare i piloti e gli equipaggi di manutenzione, procurare le strutture dei velivoli e consegnarle in loco per l’uso.
Tuttavia, una valutazione dell’Air Force fatta trapelare giovedì scorso suggerisce che il tempo di addestramento potrebbe essere di soli quattro mesi. Anche se ciò fosse vero – e con ogni probabilità ciò porterebbe i piloti a una capacità minima di pilotare i jet e sarebbero tutt’altro che esperti nel combattimento aria-aria – il processo per identificare gli F-16 dei paesi partner, renderli idonei al volo, e poi consegnarli con l’intero contingente di forniture per la manutenzione, pezzi di ricambio e munizioni, probabilmente entro il 2024. Ci sono poche probabilità, quindi, che quest’anno i militari li vedranno combattere nei cieli dell’Ucraina.
In secondo luogo, mentre l’F-16 è chiaramente uno dei migliori jet da combattimento di quarta generazione al mondo, la sua efficacia primaria si basa sull’essere un componente in un sistema integrato di gestione della battaglia. Sebbene il jet sia in grado di operare da solo, è molto meno efficace senza risorse di acquisizione aggiuntive, come l’E-3 Sentry AWACS. Ad oggi, non si è discusso di fornire questa capacità bellica all’Ucraina.
Terzo, l’F-16 non è un aereo stealth. Fu consegnato per la prima volta all’Air Force attiva nel 1979 ed è vulnerabile alle difese aeree russe, come l’S-300 e i più avanzati sistemi di difesa aerea S-400. Uno dei motivi per cui l’aeronautica ucraina ha svolto un ruolo così minimo in questa guerra è stata la loro incapacità di neutralizzare le reti di difesa aerea russe. Sebbene l’F-16 sia più efficace dei MiG-29 utilizzati dagli ucraini, è ancora vulnerabile agli attacchi delle difese aeree russe.
Infine, c’è la questione di chi fornirà l’aereo. Al di là di ogni dubbio, gli Stati Uniti hanno fatto parte del leone nel sostegno all’Ucraina, finanziariamente e con armi e munizioni. Se Washington vuole autorizzare l’uso di F-16 prodotti negli Stati Uniti nonostante gli svantaggi, è libera di farlo. Tuttavia altre nazioni ricche, come quelle europee, devono fornire i velivoli, non gli Stati Uniti.
La linea di fondo è che sia l’Occidente che Kiev dovrebbero moderare le loro aspettative su ciò che l’acquisizione di queste armi farà per lo sforzo bellico ucraino. Senza dubbio, l’F-16 è un’eccellente jet e segnerà un miglioramento rispetto ai jet ucraini esistenti. Ma non c’è motivo di aspettarsi un drastico cambiamento nelle fortune di Kiev durante la guerra per merito loro. I 40-50 caccia richiesti dall’Ucraina non cambieranno in modo significativo il corso della guerra.
La domanda più seria che gli americani dovrebbero porre a Biden è questa: a che scopo? Cosa si aspetta l’Amministrazione dalla consegna degli F-16? Cosa speriamo di realizzare fisicamente? Quale risultato finale prevede il presidente per la guerra e in che modo la presenza degli F-16 (nello scenario bellico, ndt) migliorerà le possibilità di successo?
Per quanto ne sappiamo, queste domande non sono nemmeno state poste, tanto meno hanno ricevuto risposte, dall’Amministrazione o da funzionari del Pentagono.
È difficile immaginare che l’invio di un certo numero di F-16 in Ucraina – che non potrebbero essere disponibili per l’uso fino all’inizio del terzo anno di guerra – cambierà concretamente l’esito della guerra. Washington dovrebbe iniziare a concentrarsi molto di più sui mezzi concreti per salvaguardare gli interessi americani e porre fine alla guerra e meno su forniture di armi irrilevanti che non sembrano far parte di alcuna strategia coerente. Pagine Esteri