della redazione
Pagine Esteri, 6 giugno 2023 – «Le dichiarazioni e le iniziative giudiziarie annunciate da Andrea Costantino nei confronti degli Emirati Arabi Uniti non sono condivise dal governo italiano che coglie l’occasione per ringraziare gli Emirati per la collaborazione dimostrata nel caso, prova dell’amicizia con l’Italia». Con questa nota di Palazzo Chigi, il governo Meloni ha preso le distanze dall’imprenditore milanese Andrea Costantino che si è rivolto a uno studio legale di Miami al fine di ottenere un risarcimento per le torture fisiche e psicologiche che ha detto di aver subito nei mesi tra il 2021 e il 2022 che ha trascorso nelle carceri di Abu Dhabi con l’accusa, risultata infondata, di aver “finanziato il terrorismo”.
Costantino, 51 anni, trader, fu arrestato all’ingresso di un hotel di Dubai nel marzo del 2021, davanti alla compagna e alla figlioletta di tre anni, e portato nella prigione di massima sicurezza Al Wathba per “crimini di terrorismo”. Accuse mai formalizzate e cadute poco dopo. Poi l’uomo è rimasto confinato nell’ambasciata italiana ad Abu Dhabi, senza poter tornare in Italia, fino allo scorso dicembre. In cella Costantino ha fatto lo sciopero della fame e urlato la sua innocenza ricevendo in cambio, così racconta, abusi e torture.
Costantino si è convinto di aver subito una vendetta per il blocco (temporaneo) della vendita di armi italiane agli Emirati e all’Arabia saudita, attuato dal governo Conte. Quello guidato da Giorgia Meloni ha poi «sistemato» la questione revocando il divieto di esportazione di armi e l’imprenditore è tornato a casa. I servizi segreti ora gli “consigliano” di rinunciare aòla sua richiesta di risarcimento per gli abusi e le torture subite nel Golfo per non danneggiare le relazioni tra l’Italia e la potente e ricca monarchia del Golfo. Quindi oggi è arrivato il comunicato della presidenza del consiglio.
Di recente Amnesty International ha nuovamente accusato gli Emirati di non rispettare la libertà di espressione e di prendere di mira giornalisti, attivisti e difensori dei diritti umani. Nelle carceri emiratine sono abituali i maltrattamenti fisici e psicologici durante l’interrogatorio, abusi sessuali, privazione del sonno, umiliazioni e minacce. Pagine Esteri