di Michele Giorgio*

Pagine Esteri, 18 settembre 2023 – La rivelazione fa impallidire persino quella che anni fa fece scoprire al mondo la pericolosità dello spyware israeliano Pegasus usato dai governi di mezzo mondo per tenere sotto costante controllo non solo i criminali ma anche dissidenti politici, attivisti per i diritti umani e giornalisti. All’ombra della pandemia di coronavirus, scrive Haaretz Magazine, quando sono stati sviluppati strumenti per tracciare la diffusione del virus tra le persone, alcune aziende israeliane hanno messo a punto tecnologie in grado di sfruttare la innocua seppur molesta pubblicità online per raccogliere dati inaccessibili dei cittadini e mettere sotto sorveglianza i loro telefoni e computer.

A chi non è capitato di leggere su Facebook il post di un amico che ha visitato una città e di veder comparire dopo un po’ sullo schermo del telefono la pubblicità di hotel e alloggi turistici. Annunci che – noi non lo sappiamo – si fanno la guerra tra di loro per continuare a seguirci per giorni. Ma se questa guerra digitale resta limitata al settore commerciale, alcune aziende israeliane hanno intuito che la pubblicità può essere una strada comoda per iniettare software spia nei telefoni e nei computer. E ora vendono questi strumenti di sorveglianza.

Una di queste aziende, rivela l’inchiesta di Haaretz, è la Insanet di cui non si sapeva praticamente nulla. Sarebbe di proprietà di ex alti ufficiali e funzionari della Difesa israeliana, tra cui un ex capo del Consiglio per la Sicurezza Nazionale, Dani Arditi. Lo spyware della Insanet, noto come Sherlock, attraverso gli annunci pubblicitari traccia e infetta senza ostacoli. Grazie all’autorizzazione del ministero della Difesa è già venduto a livello globale e ne sarebbe entrato in possesso anche un regime autoritario. Un’altra azienda israeliana, Rayzone, ha sviluppato un prodotto simile. Rispetto allo spyware Pegasus, contro il quale Apple, Microsoft e Google sono riuscite a predisporre delle contromisure, queste nuove tecnologie di sorveglianza hanno il vantaggio di non poter essere ancora contrastate. Sino ad oggi buona parte degli esperti di sicurezza neppure era a conoscenza dell’esistenza di questa nuova minaccia.

Sherlock e i prodotti simili permettono di monitorare i cittadini e di ottenere accesso a una quantità illimitata di informazioni: messaggi, chiamate, attività sui social, email, posizione del dispositivo, contatti e fotografie. Possono anche accendere la fotocamera e il microfono del telefono o del pc senza che l’utente se ne accorga. Qualcuno dirà che questo lo fanno già Pegasus e altri spyware. La novità è il mezzo utilizzato per introdurre il software spia: la pubblicità. Un annuncio apparentemente innocuo viene inserito in una pagina web o in un’applicazione a cui siamo collegati. Sembra normale, come qualsiasi altro. Invece contiene un codice che sfrutta le vulnerabilità del nostro dispositivo. Quando vediamo l’annuncio, senza neanche cliccare su di esso, il codice si attiva e inizia ad operare. Cerca qualsiasi debolezza per installare il software spia. In meno di un secondo la nostra vita digitale è nelle mani di chi ci controlla. La Insanet è andata oltre tutto, spiegano gli esperti citati da Haaretz. La portata e l’impatto della tecnologia di Sherlock sono enormemente più grandi di quelli di Pegasus. Pagine Esteri

*Questo articolo è stato pubblicato il 16 settembre dal quotidiano Il Manifesto