della redazione
(foto di archivio del progetto Pexels/RDNE Stock)
Pagine Esteri, 19 settembre 2023 – Cinque statunitensi e cinque iraniani sono stati rilasciati nell’ambito di uno scambio di prigionieri mediato dal Qatar. Gli ex detenuti Usa sono sbarcati da un aereo sulla pista dell’aeroporto internazionale di Doha dopo essere arrivati da Teheran. Successivamente sono partiti con un volo diretto negli Stati Uniti. Secondo la Press TV iraniana, due dei cinque cittadini iraniani imprigionati negli Stati uniti sono arrivati in Iran dopo aver viaggiato attraverso il Qatar. Gli altri tre liberati hanno deciso di non tornare in Iran, due di loro resteranno negli Stati Uniti e uno si recherà in un paese terzo.
Nasser Kanaani, portavoce del ministero degli Esteri iraniano, ha spiegato che i due ex prigionieri che avevano deciso di rimanere negli Stati Uniti lo hanno fatto “a causa della loro storia personale e di permanenza” negli Usa.
L’accordo tra Washington e Teheran ha permesso lo scongelamento di 6 miliardi di dollari di beni iraniani bloccati in Corea del Sud. “Fortunatamente i beni congelati dell’Iran in Corea del Sud sono stati rilasciati e, a Dio piacendo, oggi i beni inizieranno ad essere completamente controllati dal governo e dalla nazione”, ha commentato Kanaani. Successivamente il capo della banca centrale iraniana Mohammad Reza Farzin è intervenuto alla televisione di stato per confermare di aver ricevuto oltre 5,5 miliardi di euro (5,9 miliardi di dollari) su conti in Qatar.
Il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha definito il rilascio di cinque detenuti americani “un’azione puramente umanitaria”. “Può certamente essere un passo in base al quale in futuro potranno essere intraprese altre azioni umanitarie”, ha aggiunto Raisi rivolgendosi a un gruppo di giornalisti dopo il suo arrivo a New York per partecipare all’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Nel frattempo, Joe Biden ha accolto con favore il ritorno dei cinque cittadini statunitensi e ha ringraziato gli alleati per aver contribuito a garantirne il rilascio. “Siamak Namazi, Morad Tahbaz, Emad Sharghi e due cittadini che desiderano rimanere anonimi si riuniranno presto ai loro cari… Sono grato ai nostri partner in patria e all’estero per i loro instancabili sforzi volti ad aiutarci a raggiungere questo risultato, compresi i governi di Qatar, Oman, Svizzera e Corea del Sud”, ha detto il presidente Usa che allo stesso tempo ha annunciato sanzioni contro l’ex presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad e il ministero dell’intelligence “per il loro coinvolgimento in detenzioni illegali”. “Continueremo a imporre sanzioni all’Iran per le sue azioni provocatorie nella regione”, ha affermato Biden.
Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha abbassato le aspettative che lo scambio di prigionieri porti a una svolta nel rilancio dell’accordo sul nucleare iraniano del 2015, da cui l’ex presidente Donald Trump si era ritirato nel 2018. “Non siamo impegnati su questo ma vedremo in futuro se ci saranno opportunità”, ha detto Blinken.
Non è questo il parere di Israele che invece vede lo scambio dei prigionieri e lo scongelamento dei fondi come “una vittoria per l’Iran” e un passo in avanti verso un nuovo accordo sul programma nucleare, approvato anche dagli StatiUniti. Tel Aviv vede nelle ambizioni atomiche dell’Iran l’intenzione di costruire ordigni nucleari “che saranno puntati contro Israele”. E ha più volte minacciato di bombardare e distruggere le centrali iraniane.
Teheran da parte sua respinge le accuse, afferma di voler solo produrre energia atomica a scopi civili e denuncia le sanzioni americane e internazionali alle quali la sua economia è sottoposta da molti anni.
Israele punta il dito contro l’Iran ma è l’unico Paese del Medio oriente a possedere segretamente bombe nucleari – tra 100 e 200 secondo le stime fatte da esperti internazionali – e non ha mai firmato il Trattato di non-proliferazione nucleare. Pagine Esteri.