AGGIORNAMENTO 2 OTTOBRE  ORE 10.30

Khaled El Qaisi è a Betlemme a casa di un parente. Ieri in tarda mattinata era stato lasciato dalla polizia a un posto di blocco militare israeliano alle porte di Ramallah. Non ha ancora avuto contatti telefonici diretti con la famiglia in Italia ma la moglie Francesca Antinucci ha detto di essere stata rassicurata sulle sue condizioni. Khaled, ha ribadito Antinucci, non è agli arresti domiciliari ma non può lasciare il Paese ed è a disposizione delle autorità israeliane per ulteriori indagini. Al momento non è possibile fare previsioni su cosa avverrà l’8 di ottobre quando i giudici israeliani dovranno decidere se rimettere in piena libertà lo studente italo-palestinese, arrestato il 31 agosto, e farlo rientrare a Roma.

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della redazione

Pagine Esteri, 1 ottobre 2023 – Khaled El Qaisi è stato scarcerato. Lo hanno deciso i giudici israeliani della corte di Rishon Lezion. Lo studente italo-palestinese arrestato lo scorso 31 agosto al valico di Allenby, dovrà rimanere a Betlemme, pare presso uno zio che si è offerto come garante, e per almeno una settimana non potrà lasciare il Paese. Le indagini israeliane sul suo conto quindi non sono concluse e per la sua liberazione sarà pagata una cauzione, ha precisato la moglie Francesca Antinucci.

“Non si tratta di arresti domiciliari ma che fino all’8 ottobre c’è divieto di espatrio e obbligo di restare a disposizione delle autorità giudiziarie”, ha precisato Antinucci. I familiari ancora non riescono a contattare Khaled.

Il 31 agosto assieme alla moglie e al figlio Kamal di 4 anni, Khaled, al termine di un periodo di vacanza a Betlemme, stava attravesando il valico per la Giordania diretto ad Amman da dove un paio di giorni dopo tutta la famiglia sarebbe rientrata a Roma. Al controllo bagagli fu improvvisamente ammanettato e portato via senza spiegazioni. Non si è mai saputo nulla sui motivi dell’arresto che restano oscuri.

“Accogliamo con ottimismo la decisione di scarcerare Khaled, che tuttavia resta per altri sette giorni a Betlemme, a disposizione delle autorità inquirenti israeliane. Speriamo che al termine di questi sette giorni, e dopo un mese di carcere senza sapere perché, questa storia finisca presto e bene. La mobilitazione di queste settimane è stata importante nel portare attenzione sulla storia di Khaled, ma dobbiamo continuare a fare pressioni, perché comunque le indagini andranno avanti. Ci auguriamo che presto Khaled possa tornare in Italia” scrive Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International

 

Seguiranno aggiornamenti.