di Davide Matrone
(foto da https://latinoamerica21.com/)
Pagine Esteri, 17 gennaio 2024 – Dopo gli eventi drammatici e agitati dello scorso 9 gennaio, si potrebbe fare un ragionamento lucido per capire cosa sta succedendo in Ecuador. Certamente la delinquenza – sempre più organizzata nel paese – è un dato chiaro e quanto successo la settimana passata evidenzia un nuovo assestamento per il controllo dei territori tra le bande criminali e la relazione delle stesse con lo Stato. Fenomeno che a nostro avviso, è solo all’inizio ed anche molto sottovalutato nel paese in termini di studi e di analisi. Innanzitutto, bisogna chiedersi come si è giunti a questa situazione? Come rispondere al fenomeno?
La delinquenza nel paese
L’esponenziale incremento della delinquenza in tutto il paese è certamente il problema più sentito dalla popolazione dell’Ecuador da almeno 3 anni. È stato anche il cavallo di battaglia di tutti i candidati alla Presidenza della Repubblica alle scorse elezioni politiche. L’Ecuador nel 2023 ha toccato il fondo chiudendo al primo posto come il paese più violento in America Latina, secondo un reportage realizzato dal giornale ecuadoriano Primicias. A questo proposito, Noboa ha proposto la costruzione di due mega penitenziari nel territorio nazionale. Il primo nella regione Pastaza situata nell’Amazzonia e un altro nella zona costiera nella regione di Santa Elena. La scelta non è casuale in quanto sono le due regioni con gli indici più bassi d’influenza dei gruppi narcoterroristici.
I dati sulla criminalità in Ecuador continuano a preoccupare e sono allarmanti. L’indice di morti violente per ogni 100 mila abitanti negli ultimi 4 anni è aumentato in modo esponenziale passando dal 7.8 del 2020 ai 45 del 2023. Il numero di omicidi è passato dai 4600 morti nel 2022 ai quasi 7500 nel 2023. Dal 2021 si sono registrati 14 massacri nelle carceri del paese con un saldo di quasi 400 morti.
Il dato sulle estorsioni è in continuo aumento. Se nel 2019 le vittime per le estorsioni furono 1145, nel 2023 si è passati ai 4655 casi, secondo i dati della Polizia Nazionale. Infine, in base al rapporto del Global contro il Crimine Organizzato (GITOC) l’Ecuador ha ottenuto un punteggio di 8.00 che lo pone all’ottavo posto insieme a paesi come Nigeria, Guatemala, Mali, Yemen e Sudafrica.
Questa scomposizione sociale è il risultato della retrocessione dell’intervento dello Stato negli ultimi 6 anni in cui si sono approfondite le politiche economiche neoliberiste che hanno provocato più disoccupazione e maggiori tassi di povertà. La mancanza della presenza dello stato ha generato la nascita di gruppi delinquenziali armati che si sono moltiplicati e sostituiti allo Stato creando zone franche, economie sommerse ed enormi attività illecite come: estorsioni, traffico di droga e lavaggio di denaro sporco. Oggi, secondo dati della Polizia Nazionale, in Ecuador opererebbero 25 bande appartenenti a nove grandi organizzazioni criminali con migliaia di affiliati a livello nazionale. L’Ecuador è divenuto in pochi anni uno snodo cruciale del traffico di droga a livello mondiale anche grazie all’inserimento sul territorio dei cartelli colombiani, messicani e delle mafie italiane. Secondo le ultime dichiarazioni del Procuratore Antimafia di Napoli, Gratteri, in Ecuador opererebbe anche la N’drangheta calabrese.
La repressione
Dal 9 gennaio l’Ecuador è in guerra contro il terrorismo. Sono stati annunciati una serie di provvedimenti straordinari attraverso i quali l’Esercito e le forze dell’ordine possono applicare poteri speciali per combattere il nemico interno. Uso delle armi, ispezioni e perquisizioni in qualsiasi luogo pubblico e privato. Qualsiasi luogo è considerato fonte di sospetto per la sicurezza nazionale. Si applica la famosa Dottrina della Sicurezza Nazionale che nel secolo scorso – sotto la regia del Governo degli Stati Uniti d’America – si combatteva il pericolo rosso in America Latina. Oggi in Ecuador il pericolo è rappresentato dalla criminalità organizzata, ma domani potrebbe anche riguardare i leader delle organizzazioni sociali, i partiti politici dell’opposizione, i militanti dei gruppi politici antagonisti, gli indigeni, gli afro discendenti e i preti progressisti. Processi già visti nei decenni 70 e 80 dello scorso secolo. L’Ecuador retrocede di 5 anni ogni anno che passa ed è senza un programma politico proiettato verso il futuro e senza un timoniere capace. Si vive il giorno dopo giorno. Inoltre, la repressione sembra avere altri obiettivi e cioè quello di criminalizzare la povertà senza mettere in discussione le politiche economiche neoliberiste che hanno favorito l’aumento della stessa povertà e criminalità.
La dottrina dello Shock e il neoliberismo
Quella che viene applicata da oltre una settimana in Ecuador è la famosa dottrina dello shock teorizzata dalla sociologa candese Naomi Klein con l’obiettivo inoltre, di approfondire le misure economiche neoliberiste. L’ultima in ordine di tempo è l’aumento dell’IVA dal 12% al 15% colpendo in particolare i lavoratori e la classe media. Ma ricordiamo anche i provvedimenti legislativi del governo Noboa nei primi 50 giorni di governo.
Sono stati gìa approvati ben 7 provvedimenti legislativi tra i quali quello per destinare risorse alle Province e ai Comuni e quello dello scorso 19 dicembre sulla Legge Economica Urgente per l’Occupazione. Un provvedimento legislativo che si caratterizza per: L’esonerazione della tassa sui profitti e il rimborso dell’IVA, una forte liberalizzazione dell’economia e maggiori privatizzazioni del settore statale. Questo provvedimento legislativo, approvato con la maggioranza del parlamento, ripropone parti della legge economica di Lasso bocciata per ben due volte negli anni 2021 e 2022 dall’Assemblea Nazionale.
Nella prima parte della legge, tra i gruppi esonerati al pagamento della tassa sui profitti c’è il gruppo Noboa di cui fa parte l’attuale presidente della Repubblica. Ci sarà un’esenzione di un valore pari a 59 milioni di dollari degli 89 milioni che lo stesso gruppo deve alle Casse dello Stato. In merito al rimborso dell’IVA, nell’art. 21 della suddetta legge, si evidenzia il beneficio che si rende ai grandi gruppi immobiliari, finanziari del paese. “Questo regalo, ai grandi gruppi economici del paese, generebbe una grande perdita per le Finanze dello Stato”, ha dichiarato l’economista Pablo Davalos durante un’intervista al canale digitale Ecuador en Directo.
“Non è la prima volta che si beneficiano i grandi gruppi economici del paese negli ultimi anni. È già accaduto durante i governi neoliberisti di Moreno e Lasso che hanno ricevuto enormi benefici facendo perdere tra i 5000 e i 6000 milioni di dollari allo Stato. I 100 gruppi più importanti del paese sono anche grandi debitori dello Stato al quale devono 1273 milioni di dollari”, continua l’economista Davalos.
Nel capitolo 3 della legge, poi, si ridefinisce il concetto di Zona Franca. Cambia la denominazione e si dà la possibilità di autodichiarazione della zona franca nel territorio nazionale e quindi autobeneficiarsi delle esenzioni fiscali. Si tratta di un altro regalo ai grandi gruppi imprenditoriali del paese.
Infine, l’ultima parte della legge è dedicata alle privatizzazioni del settore statale. Nella pagina 91 si legge che lo Stato diventa Entità Delegante. Un altro elemento che ritorna dalle leggi economiche del governo neoliberista precedente di Lasso. Con questo passaggio, lo Stato può delegare la gestione della struttura pubblica al settore privato. Pagine Esteri