Pagine Esteri, 24 marzo 2024. Giorni di profondo lutto in Russia dopo il terribile attacco di venerdì sera al Crocus City Hall di Mosca, quando quattro uomini con armi automatiche hanno sparato sulla folla, uccidendo almeno 137 persone tra cui 3 bambini e ferendone altre 180. Le immagini impietose dei civili terrorizzati falciati dalla raffica di proiettili o sgozzate avevano già fatto il giro del mondo quando l’attacco era ancora in corso, all’interno della grande sala da concerto dove era prevista l’esibizione di un famoso e storico gruppo musicale russo.

Giunti a bordo di un piccolo furgone intorno alle 19,40 circa, gli attentatori vestiti con mimetiche e dotati di armi e di un alto numero di proiettili, hanno fatto irruzione nel centro, che dista solo pochi chilometri dal Cremlino. La sala concerti è stata data alle fiamme e sono servite ore per spegnere il fuoco.

I primi arresti sono arrivati presto: secondo le dichiarazioni ufficiali russe, gli attentatori sono stati fermati mentre provavano a fuggire in Ucraina dove avrebbero trovato un passaggio garantito. Le autorità ucraine hanno immediatamente smentito un coinvolgimento di qualsiasi tipo nell’azione. Anche gli Stati Uniti si sono affrettati a dichiarare l’estraneità di Kiev, affermando che le autorità russe erano state avvisate di possibili attacchi terroristici da parte dell’intelligence statunitense, e che l’unico responsabile è lo Stato islamico.

Il braccio afghano dell’ISIS ha rapidamente rivendicato la responsabilità dell’attacco. Inizialmente l’ISIS-K ha diffuso la foto dei 4 attentatori, vestiti con gli stessi abiti usati durante la strage ma con i volti sfocati, e sullo sfondo una bandiera dello Stato Islamico. Dopo alcune ore Daesh ha diffuso dei video girati dagli stessi attentatori durante il massacro.

 

In altri video circolati su internet sarebbero stati registrati gli arresti e le confessioni di almeno due degli uomini coinvolti nell’attacco. Si tratterebbe in tutti i casi di cittadini non russi, con passaporto del Tajikistan. Uno di questi afferma di essere stato reclutato via Telegram e di aver partecipato all’azione per soldi, mezzo milione di rubli, precisamente, che equivalgono a circa 5.000 euro. Una cifra troppo bassa per essere credibile. Ma le confessioni sono state ottenute in seguito a violenze e torture, come documentato dagli stessi video girati dai militari russi che hanno effettuato gli arresti.

La Russia è intervenuta e tuttora partecipa nella lunga guerra in Siria. dove le varie potenze internazionali giocano sul martoriato terreno una guerra di influenze e interventi armati che va avanti da molti anni, sostenendo il presidente Bashar al-Assad contro le organizzazioni jihadiste e lo Stato islamico. Inoltre Mosca è da tempo nel mirino di Daesh e di altri gruppi islamisti radicali per il ruolo svolto da Mosca in Cecenia, in Daghestan, in Afghanistan e in alcuni paesi africani.

Il presidente russo Vladimir Putin, da pochi giorni riconfermato alla guida del Paese con un ufficiale 87,28% di preferenze, ha dichiarato che in totale sono stati arrestati 11 uomini, compresi i 4 che avrebbero materialmente portato a termine l’attacco al Crocus City Hall. I 4 sono stati arrestati venerdì sera, dopo le 23, nei pressi di Bryansk, località russa vicina ai confini con la Bielorussia e con l’Ucraina, dopo che l’auto a bordo della quale viaggiavano aveva tentato di evitare un posto di blocco ribaltandosi. Nel suo intervento pubblico Putin non ha citato la rivendicazione dell’Isis e i media russi non hanno pubblicato il video della strage girato dagli attentatori e diffuso dall’agenzia di stampa di Daesh, Amaq. Pagine Esteri