di Marco Santopadre*
Pagine Esteri, 16 aprile 2024 – La Romania è entrata nell’Alleanza Atlantica il 29 marzo del 2004 e da allora ha acquisito un’importanza crescente all’interno dello schieramento dell’alleanza militare guidata dagli Stati Uniti, ulteriormente rafforzatasi dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Per il prossimo futuro la Nato ha ora assegnato a Bucarest un ruolo centrale.
Del resto la Romania ospita già quattro diverse strutture della Nato, tre delle quali di comando. La prima, inaugurata nel 2015 a Bucarest, è la Divisione Multinazionale Sud-Est. Sempre nella capitale è operativa un’unità dedicata all’integrazione delle forze dell’Alleanza. Nel 2017, poi, è stata insediata a Craiova una Brigata internazionale del Patto Atlantico, e nel 2023 a Sibiu è stato creato il “Corpo Multinazionale Sud-Orientale”, con un ruolo di comando di tutte le forze schierate nella regione.
A novembre, infine, è stato inaugurato in Romania il Centro europeo di addestramento per piloti di F-16; è in questa struttura, realizzata nella sede dell’86esima base aerea di Fetești, che si stanno addestrando anche un certo numero di piloti ucraini che dovranno gestire i caccia trasferiti a Kiev da alcuni paesi della Nato.
Attualmente l’esercito romeno, di tipo professionale, conta su circa 70 mila effettivi, ai quali si aggiungono 60 mila riservisti. Il governo di Bucarest, però, ha annunciato l’intenzione di aumentare il numero delle truppe a 100 mila e recentemente sono stati varati dei provvedimenti diretti ad aumentare il reclutamento. Inoltre il presidente Klaus Iohannis ha più volte invitato l’esecutivo a potenziale l’industria militare del paese.
Su le spese militari
La spesa militare è già aumentata, nel 2023, dal 2 al 2,5% del Pil e quest’anno l’esercito di Bucarest disporrà in totale di 8 miliardi di euro, con un aumento del 45% rispetto all’anno scorso. Secondo le cifre ufficiali, dal 2023 al 2027 l’investimento totale nel settore della Difesa ammonterà a circa 65 miliardi di euro.
“Scudo Marino”
Lo scorso 8 aprile sono iniziate a Costanza, nella regione sud orientale del paese balcanico, le esercitazioni “Sea Shield 24”, alle quali partecipano per due settimane (fino al 21 aprile) più di 2200 militari provenienti da 11 diversi paesi della Nato – Romania, Stati Uniti, Francia, Italia, Regno Unito, Grecia, Bulgaria, Turchia, Olanda, Polonia e Portogallo – o da alcuni partner esterni dell’Alleanza – Georgia e Moldavia.
Le manovre militari, coordinate dalle forze navali e da alcune unità di terra romene, si stanno svolgendo sia nel Mar Nero sia sul delta del fiume Danubio. Il Mar Nero, in particolare, è considerato dal Patto Atlantico un quadrante ad alto rischio dopo che Mosca ha occupato e annesso una parte importante dei territori meridionali dell’Ucraina che si affacciano sullo specchio d’acqua.
Attualmente in Romania sono già dispiegati più di 5000 soldati provenienti da altri paesi dell’Alleanza Atlantica, in particolare da Stati Uniti, Francia, Polonia e Spagna, un numero destinato a crescere nei prossimi anni.
La più grande base Nato d’Europa
Nel paese balcanico è infatti iniziata, nei mesi scorsi, la costruzione di una grande base militare che costerà circa 2,5 miliardi di euro e che sorgerà dove attualmente ha sede l’aeroporto militare Mihail Kogalniceanu, nella zona di Costanza.
L’aeroporto ospita già, dal 1999, truppe statunitensi; attualmente vi sono dispiegati i militari della 101esima divisione aviotrasportata di Washington e una squadriglia di aerei da combattimento e di droni da ricognizione della Nato.
La superficie occupata sarà di ben 2800 ettari e i piani prevedono che l’installazione ospiterà una media di diecimila militari.
Di fatto si tratterà, a realizzazione completata, della più grande base Nato d’Europa, con una superficie superiore del 20% rispetto a quella di Ramstein, in Germania, che da decenni detiene il primato.
La base dovrebbe essere completata entro il 2040, ma dovrebbe essere operativa già nel 2026. Il progetto prevede la costruzione di nuove piste d’atterraggio, di hangar, di depositi di armi e munizioni, di depositi per lo stoccaggio del carburante, di officine, scuole, negozi e un ospedale. Naturalmente sono previsti gli alloggi per i soldati e per le loro famiglie che daranno vita ad una vera e propria cittadella.
La Nato preme a oriente
Di fatto lo schieramento militare della Nato si sta spostando sempre più a oriente, a ridosso dei confini della Federazione Russa, rafforzando e accelerando una tendenza inaugurata da parecchi anni. Dopo aver rafforzato il proprio schieramento nei Paesi Baltici, la Nato negli anni scorsi ha istituito quattro gruppi tattici in Bulgaria, Ungheria, Slovacchia e appunto in Romania.
Inoltre Washington ha aumentato il numero dei suoi soldati dislocati in Europa portandoli a 90 mila, 10 mila dei quali schierati nella base di Camp Kościuszko, in Polonia.
Nei giorni scorsi è iniziato inoltre il trasferimento di un contingente militare tedesco (forte di 5 mila uomini) in Lituania, allo scopo di presidiare il “corridoio Suwalki”, che separa la Bielorussia dall’exclave russa di Kaliningrad. – Pagine Esteri
* Marco Santopadre, giornalista e saggista, già direttore di Radio Città Aperta, è un analista dell’area del Mediterraneo, del Medio oriente e dell’Africa. Scrive, tra le altre cose, di Spagna, America Latina e movimenti di liberazione nazionale. Collabora con il Manifesto, El Salto Diario e Berria