di Redazione

Pagine Esteri, 19 giugno 2024 – Altri due cittadini indiani inquadrati nell’esercito russo sono stati uccisi nel corso delle operazioni militari in Ucraina, ha annunciato il Ministero degli Esteri di Nuova Delhi, portando a 4 il numero totale di lavoratori indiani che hanno perso finora la vita nel conflitto.

Il governo indiano ha più volte chiesto a quello della Federazione Russa di porre fine al reclutamento di propri cittadini da parte delle sue forze armate perché si tratterebbe di una misura in contrasto con la “partnership” in atto tra i due paesi, entrambi membri dei BRICS.

Il Ministero degli Esteri di Nuova Delhi, inoltre, ha chiesto a Mosca il ritorno immediato di tutti i cittadini indiani che lavorano con l’esercito russo.

Secondo alcune stime, un centinaio di lavoratori indiani sarebbero stati reclutati dalle forze armate russe, e a febbario quelli che chiedevano al governo indiano di aiutarli a tornare a casa erano una ventina.

«Siamo consapevoli che circa 20 persone sono bloccate. Stiamo facendo del nostro meglio per le loro dimissioni anticipate. Abbiamo anche detto alla gente di non avventurarsi nella zona di guerra o di lasciarsi coinvolgere in situazioni difficili», ha affermato il portavoce del Ministero degli Esteri indiano, Randhir Jaiswal, a febbraio.

A metà marzo, poi, i corpi di due cittadini indiani, Mohammad Asfan e Hemil Ashvinbhai Mangukiya, sono arrivati in India; il primo era morto in un’esplosione a Donetsk a gennaio, il secondo era stato ucciso in un attacco aereo ucraino. Delle ultime due vittime non sono ancora stati resi noti i nomi.

La maggior parte dei lavoratori indiani sono stati reclutati dall’esercito russo tramite un’agenzia con sede a Dubai che li ha attirati tramite YouTube.

Una volta arrivati ​in Russia, i cittadini hanno dovuto firmare dei documenti e sottoporsi ad un programma di formazione di 15 giorni prima di essere inviati in prima linea. Una parte di loro, che teoricamente dovevano lavorare come aiutanti (impiegati per scavare trincee o trasportare munizioni), in realtà sono stati inviati a combattere e, denunciano alcune famiglie, non gli verrebbe permesso di tornare a casa.

I raggiri o la prospettiva di ottenere la cittadinanza russa al termine di un anno di servizio hanno attirato nelle forze armate russe anche molte centinaia di cittadini nepalesi. Secondo varie stime i nepalesi morti finora al fronte sarebbero già una ventina. Pagine Esteri