Pagine Esteri, 25 giugno 2024. Julian Assange è libero e ha lasciato Londra, dove era detenuto. Si è imbarcato lunedì sera su un volo dall’aeroporto di Stansted, come ha confermato il primo ministro australiano Anthony Albanese. L’aereo in seguito è atterrato a Bangkok per il rifornimento. La meta dovrebbe essere l’isola di Saipan nelle Marianne Settentrionali, dove il fondatore di WikiLeaks è atteso per un’udienza durante la quale si dichiarerà colpevole di un unico capo di accusa, ossia di aver violato la legge sullo spionaggio degli Stati Uniti.
La dichiarazione di colpevolezza fa parte di un accordo con Washington che gli permetterà, dopo 14 anni di persecuzione giudiziaria, di ritornare a casa sua in Australia. Secondo l’intesa Assange, dopo l’ammissione di colpevolezza, non dovrebbe ritornare in prigione: la pena si considererà già scontata.
Più di cinque anni passati in una prigione inglese di massima sicurezza, sette rinchiuso nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra. Anni durante i quali ha combattuto una dura battaglia legale per evitare l’estradizione negli Stati Uniti, dove avrebbe dovuto rispondere di ben 18 accuse penali, rischiando una condanna a 175 anni di carcere per aver diffuso documenti riservati del Dipartimento di Stato USA e del Pentagono riguardanti vari argomenti, tra i quali crimini di guerra commessi durante le occupazioni di Afghanistan e Iraq.
Divenuto il simbolo della libertà di stampa e di espressione, Assange è sostenuto da un movimento internazionale in continua crescita che ha senz’altro avuto un ruolo fondamentale nella sua scarcerazione e senza il quale l’epilogo della storia sarebbe stato, con molta probabilità, enormemente diverso. WikiLeaks ha rilasciato su X una dichiarazione e online un video con le prime immagini di Assange dopo la sua liberazione:
“Julian Assange è libero. Ha lasciato la prigione di massima sicurezza di Belmarsh la mattina del 24 giugno, dopo aver trascorso 1901 giorni lì. Gli è stata concessa la cauzione dall’Alta Corte di Londra ed è stato rilasciato all’aeroporto di Stansted durante il pomeriggio, dove è salito su un aereo e ha partito dal Regno Unito.
Questo è il risultato di una campagna globale che ha attraversato organizzatori di base, attivisti per la libertà di stampa, legislatori e leader di tutto lo spettro politico, fino alle Nazioni Unite. Ciò ha creato lo spazio per un lungo periodo di negoziati con il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, portando a un accordo che non è ancora stato formalmente finalizzato.
Forniremo maggiori informazioni il prima possibile. Dopo più di cinque anni in una cella di 2×3 metri, isolata 23 ore al giorno, si riunirà presto con sua moglie Stella Assange e i loro figli, che hanno conosciuto il loro padre solo da dietro le sbarre.
WikiLeaks ha pubblicato storie rivoluzionarie di corruzione del governo e violazioni dei diritti umani, ritenendo i potenti responsabili delle loro azioni. Come direttore editoriale, Julian ha pagato severamente per questi principi e per il diritto del popolo di sapere. Al suo ritorno in Australia, ringraziamo tutti coloro che sono stati al nostro fianco, hanno combattuto per noi e sono rimasti assolutamente impegnati nella lotta per la sua libertà. La libertà di Julian è la nostra libertà. [Ulteriori dettagli da seguire]”. Pagine Esteri