AGGIORNAMENTO 8 LUGLIO
ORE 8.00
Questa è la ripartizione dei seggi definitiva tra i partiti:
La France Insoumise (sinistra): 77
Partito Comunista (sinistra): 9
Ecologisti (centrosinistra): 28
Partito Socialista (centrosinistra): 56
Generations (centrosinistra): 5
Altri di sinistra e regionalisti progressisti: 19
Renaissance (centro): 98
MoDem (centro): 34
Horizons (centro): 26
Altri di centro, centrodestra e regionalisti: 17
Repubblicani (destra): 67
Repubblicani di Eric Ciotti (destra): 17
Rassemblement National (estrema destra): 126
ORE 7.30
Il Ministero dell’Interno di Parigi conferma l’alta partecipazione al voto di ieri, quasi pari al primo turno: al ballottaggio si sono recati alle urne il 66,63% degli aventi diritto, anche se si registra un alto livello di schede bianche (2.75%). Nel 2022 il tasso di partecipazione al secondo turno era stato del 46,2%.
Alla nuova Assemblea Nazionale sono state elette 208 donne pari al 36% del totale, una cifra leggermente inferiore al mandato precedente, quando al Palais-Bourbon c’erano 215 deputate.
ORE 6
Questi sono i risultati definitivi delle legislative: Nuovo Fronte Popolare (sinistra) 180 seggi; Ensemble (maggioranza di governo uscente) 158; Rassemblement National e alleati (estrema destra) 143; Républicains e altri di destra 67; altri di sinistra 12; altri di centro 6; Regionalisti 4; altri 1.
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della redazione
Pagine Esteri, 7 luglio 2024 – Doveva essere un “barrage”, uno sbarramento contro l’estrema destra del Rassemblement National, e invece il secondo turno delle legislative francesi si è trasformato nella vittoria del Nuovo Fronte Popolare.
L’alleanza formata da vari partiti di sinistra e centrosinistra in fretta e furia subito dopo la decisione del presidente Macron di sciogliere le camere dopo la sonora sconfitta inflitta al suo schieramento dall’estrema destra alle europee è arrivata in testa nel voto ai ballottaggi.
Secondo le stime di Ipsos per France Télévision, il Nuovo Fronte Popolare otterrebbe 195 deputati mentre il partito di Le Pen e Bardella, insieme agli alleati repubblicani (destra neogollista) si fermerebbe a “soli” 141 seggi. Subito dopo la pubblicazione delle prime proiezioni, una gran folla si è radunata per festeggiare in Place de la République a Parigi.
Al primo turno il Rassemblement National e i transfughi della destra conservatrice guidati dall’ex segretario dei Républicains Eric Ciotti avevano ottenuto il 33,2% contro il 28% della coalizione formata da socialisti, ecologisti, radicali di sinistra, ribelli della France Insoumise, comunisti e anticapitalisti.
I patti di desistenza, nonostante la defezione di parecchi macroniani e della quasi totalità dei repubblicani indipendenti, hanno evidentemente funzionato ribaltando i risultati del primo turno, e in molti collegi l’elettorato di diversi schieramenti si è coalizzato convergendo sul candidato alternativo al Rn per impedire la vittoria della destra radicale.
Per quanto ripulito e ammodernato rispetto al passato e soprattutto rispetto al Front National, il Rassemblement National conserva tratti ferocemente nazionalisti e razzisti, anche se il suo programma economico è stato rettificato in senso liberista, suscitando così la mobilitazione dell’elettorato antifascista e genericamente “repubblicano”.
La partecipazione ai ballottaggi, infatti, è stata molto alta, forse leggermente superiore al 66,7% di domenica scorsa.
Così, su 306 triangolari potenziali usciti in altrettanti collegi al primo turno, dopo i ritiri della maggior parte dei candidati arrivati terzi se ne sono tenuti soltanto 89.
Per effetto delle desistenze, quindi, non solo l’estrema destra non è arrivata in testa, seppur senza maggioranza assoluta com’era prevedibile già nei giorni giorni, ma è stata addirittura relegata alla terza posizione.
Anche “Ensemble por la Republique”, lo schieramento centrista e liberista di Macron e del premier uscente Attal, ha beneficiato delle desistenze e del barrage contro l’estrema destra, ottenendo 168 deputati. Per Renaissance, MoDem e Horizon si conferma comunque la sonora sconfitta, considerando che la coalizione macroniana aveva ottenuto 350 deputati nel 2017 e una maggioranza relativa di 250 nel 2022, però la conquista di una insperata seconda posizione ridà fiato all’inquilino dell’Eliseo.
I Repubblicani indipendenti avrebbero ottenuto 63 rappresentanti, confermando una certa influenza sullo scenario politico nonostante la perdita dell’egemonia dopo l’avvento di Emmanuel Macron al potere.
Il problema è che il Nuovo Fronte Popolare non ha da solo i numeri per governare essendo giunto lontanissimo dalla maggioranza assoluta – 289 seggi su 577 totali – e non potendo contare su altri alleati naturali al di fuori del proprio schieramento. Per governare – con il suo programma, come rivendica soprattutto Melenchon, il leader della France Insoumise – il già variegato schieramento dovrebbe ottenere i voti dei centristi, il che al momento sembra molto difficile.
A meno che non si vada ad un governo di coalizione che però, visti i veti reciproci della sinistra radicale e della maggior parte di Ensemble, escluderebbe gli eletti della sinistra radicale, a meno che essi siano sufficienti a far fallire l’operazione.
Secondo le stime, la France Insoumise avrebbe ottenuto da 85 a 94 deputati, il Partito Comunista da 8 a 10, i socialisti da 55 a 65 e gli ecologisti da 32 a 36.
Insomma si apre dopo il voto, convocato da Macron che puntava a costringere i francesi a scegliere il male minore – cioè tra lui e l’estrema destra – o in caso di vittoria del Rn a bruciare il partito di Le Pen e Bardella per poi uscire vincitore dalle presidenziali fissate nel 2027, una stagione prevedibilmente molto instabile, inedita in Francia. Pagine Esteri