di Redazione
Pagine Esteri, 28 agosto 2024 – Intervenendo durante una conferenza stampa a Nuku’alofa, capitale dell’arcipelago di Tonga, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha invitato i leader mondiali a ridurre drasticamente le emissioni globali, a eliminare rapidamente i combustibili fossili e a incrementare notevolmente gli investimenti per l’adattamento al cambiamento climatico, per proteggere le popolazioni da una catastrofe sempre più imminente.
«Questa è una situazione folle: l’innalzamento dei mari è provocato interamente dall’umanità. Si tratta di una crisi che presto raggiungerà una scala quasi inimmaginabile, senza una scialuppa di salvataggio che ci porti in salvo», ha avvertito Guterres, aggiungendo: «se salviamo il Pacifico salviamo anche noi stessi. Il mondo deve agire e rispondere all’SOS prima che sia troppo tardi».
Negli ultimi cinque decenni, affermano gli studi dei climatologi, gli oceani hanno assorbito oltre il 90% del riscaldamento globale prodotto dalle attività umane. Con l’aumento della temperatura l’acqua dei mari si espande di volume e nel frattempo lo scioglimento dei ghiacciai e delle calotte polari causa un aumento dei livelli delle acque marine.
Recentemente, uno studio dell’Organizzazione meteorologica mondiale (OMM) sullo stato del clima nel Pacifico sud-occidentale, insieme a un rapporto del Climate Action Team delle Nazioni Unite sui mari mostrano che i cambiamenti negli oceani stanno accelerando, con impatti devastanti.
Insieme, gli studi rilevano come le temperature mensili del mare continuino a infrangere i precedenti record. Allo stesso tempo, le ondate di calore marine sono diventate più intense e durature, raddoppiando la frequenza dal 1980, mentre l’innalzamento dei mari sta amplificando la frequenza e la gravità delle mareggiate e delle inondazioni costiere.
«I rapporti odierni confermano che i livelli relativi del mare nel Pacifico sudoccidentale sono aumentati addirittura più della media globale: in alcune località, più del doppio dell’aumento globale degli ultimi 30 anni» ha avvisato l’ex leader socialista portoghese secondo il quale «le isole del Pacifico sono esposte in modo unico» poiché la loro altitudine media è di appena uno o due metri sopra il livello del mare, circa il 90% degli abitanti vive entro cinque chilometri dalla costa e metà di tutte le infrastrutture si trova entro 500 metri dalla riva.
I rapporti hanno rivelato che il tasso medio di innalzamento del livello del mare è più che raddoppiato dagli anni ’90, indicando che «il fenomeno sta accelerando in modo insolito e incontrollato (…) Senza tagli drastici alle emissioni, le isole del Pacifico possono aspettarsi almeno 15 centimetri di ulteriore innalzamento del livello del mare entro la metà del secolo e più di 30 giorni all’anno di inondazioni costiere» ha affermato Guterres.
Il segretario delle Nazioni Unite ha poi ricordato che un miliardo di persone in tutto il mondo vive in zone costiere, tra cui gli abitanti di Dhaka (Bangladesh), Los Angeles (Stati Uniti), Mumbai (India), Lagos (Nigeria) e Shanghai (Cina). – Pagine Esteri