di Michele Giorgio –
Pagine Esteri, 22 ottobre 2024 – Le forze militari israeliane assediano ospedali e rifugi per sfollati palestinesi nella Striscia di Gaza settentrionale e l’aviazione ha ripreso a bombardare la periferia meridionale di Beirut dove ieri sera ha ucciso 13 libanesi – tutti membri delle famiglie Mokdad e Bazzi – nei pressi dell’ospedale “Rafik Hariri”, la principale struttura sanitaria del Libano. Questa mattina l’aviazione israeliana ha condotto attacchi contro Hosh, Nabatieh, il villaggio di Maaroub, Shamaa (Tiro) e altre località nel sud del Libano.
Il movimento Hezbollah ha risposto lanciando razzi verso Haifa e l’Alta Galilea e contro soldati israeliani a Khallet al Assaker, in territorio libanese.
VIDEO. Il quartiere di Dahiyeh alla periferia su di Beirut questa mattina dopo i bombardamenti israeliani
La situazione è sempre più drammatica nel nord di Gaza in cui Israele sta intensificando le operazioni militari e, denunciano le autorità sanitarie locali e le organizzazioni internazionali, impedisce ai soccorsi essenziali di raggiungere i civili. Le truppe israeliane proseguono gli arresti di massa e hanno intimato alle donne di abbandonare subito il campo profughi di Jabaliya dove nelle ultime ore un attacco aereo ha ucciso cinque persone e ne ha ferite diverse altre. Questa mattina i carri armati si sono posizionati a ridosso di Beit Hanoun e Beit Lahiya e ai residenti è stato ordinato di andarsene.
“Stiamo affrontando la morte per bombe, sete e fame. Jabaliya viene spazzata via e il mondo è cieco”, ha detto Raed, un abitante, a una agenzia di stampa. “Le persone che tentano di fuggire vengono uccise e i loro corpi restano abbandonati in strada… I rifugi dell’Unrwa sono così sovraffollati che alcuni sfollati sono costretti a vivere nei bagni”, ha aggiunto su X Philippe Lazzarini il commissario generale dell’Unrwa, l’agenzia dell’Onu che assiste i profughi palestinesi.
Particolarmente critica è la situazione dei tre ospedali nel nord della Striscia, circondati da reparti corazzati. I medici dell’ospedale Indonesiano hanno denunciato che i soldati israeliani hanno fatto irruzione in una scuola accanto al complesso sanitario, quindi hanno arrestato gli uomini che si trovavano all’interno prima di darle fuoco. L’incendio ha raggiunto i generatori dell’ospedale causando un’interruzione della corrente.
Hussam Abu Safiya, direttore dell’ospedale Kamal Adwan, ha dichiarato che almeno due pazienti gravemente feriti nel reparto di terapia intensiva della struttura sono morti a causa della mancanza di forniture mediche. “Le unità di sangue per le trasfusioni sono completamente esaurite”, ha avvertito. Almeno 18 persone sono state uccise a Jabalia e otto altrove nella Striscia durante gli attacchi israeliani.
Secondo il ministero della sanità di Gaza, dal 7 ottobre 2023 sono stati uccisi 42.718 palestinesi e 100.282 sono rimasti feriti.
Sembrano già cadute nel vuoto le richieste, in apparenza tassative fatte dagli Stati Uniti la scorsa settimana dirette al governo Netanyahu: Israele entro il prossimo mese dovrà adottare misure per migliorare la situazione umanitaria a Gaza, altrimenti si troverà ad affrontare potenziali restrizioni degli aiuti militari statunitensi. Tel Aviv sostiene di aver fatto arrivare a Gaza “grandi quantità” di rifornimenti umanitari tramite consegne via terra e lanci aerei. E di aver facilitato l’evacuazione di pazienti dall’ospedale Kamal Adwan. I palestinesi smentiscono e ribadiscono che nessun aiuto è arrivato nelle zone settentrionali di Gaza. Le scorte alimentari, aggiungono, sarebbero diminuite drasticamente da quando le autorità israeliane hanno introdotto una nuova restrizione su alcuni aiuti umanitari. Si stanno riducendo parallelamente le consegne organizzate dai privati.
Oggi è arrivato in Israele il Segretario di stato Blinken, alla sua 11esima missione in Medio Oriente nell’ultimo anno. Secondo l’Amministrazione Usa, Blinken rimarrà nella regione circa una settimana per tentare di evitare ulteriori escalation e per promuovere il cessate il fuoco a Gaza. Secondo un assistente che lo accompagna citato dalla agenzia AFP, Blinken mira anche a “dissuadere” Israele – che si sta preparando a rispondere all’attacco missilistico dell’Iran del 1° ottobre – dal compiere azioni che potrebbero aggravare ulteriormente il quadro regionale”. Allo stesso tempo la Casa Bianca ha fatto sapere di non poter confermare se “riprenderanno i negoziati” per un cessate il fuoco a Gaza e in Libano.
Dopo Israele, domani Blinken si recherà in Giordania. Pagine Esteri