di Michele Giorgio
(foto fermo immagine da Youtube)
Pagine Esteri, 20 ottobre 2024 – Sono centinaia di migliaia i civili affluiti nelle settimane passate in Siria a causa dei bombardamenti israeliani sul Paese dei cedri. In prevalenza si tratta di siriani (soprattutto donne e bambini) che, dopo essere stati per oltre dieci anni profughi in Libano – erano scappati a causa della guerra in Siria, cominciata nel 2011 -, adesso tornano in patria. Con loro ci sono decine di migliaia di libanesi e palestinesi: questi ultimi affrontano l’ennesimo esodo.
Chi arriva o torna in Siria trova un Paese in profonda crisi economica, con elevati livelli di povertà e che può fornire scarsi servizi alla popolazione. Senza dimenticare il pericolo che la Siria possa ritrovarsi direttamente coinvolta nel conflitto in corso tra Israele e l’Iran e Hezbollah, e le sanzioni internazionali alle quali è soggetta Damasco.
Ne abbiamo parlato con il cooperante italiano Andrea Sparro rappresentante della ONG italiana WeWorld in Siria e c he da sei anni vive e lavora in Medio oriente. WeWorld è presente in Siria dal 2011 e sostiene la popolazione – in particolar modo nelle aree rurali più remote nei governatorati di Aleppo, Raqqa e Deir Ez Zor – con progetti di educazione, WASH (acqua e igiene), Early Recovery e Livelihood e prima emergenza.