AGGIORNAMENTI 27 NOVEMBRE 

ORE 17.30

Gli Stati Uniti approvano vendita di armi a Israele di 680 milioni di dollari

Joe Biden ha approvato in via preliminare la vendita di 680 milioni di dollari di armi a Israele.  Si tratta in prevalenza di bombe di precisione.

ORE 15.30

Hezbollah terrà un funerale “popolare e ufficiale” per Hassan Nasrallah, il suo leader ucciso il 27 settembre da un attacco israeliano su Beirut.  “Abbiamo rinviato i riti funebri del sayyed Hassan  Nasrallah “per organizzare un funerale degno di lui”, ha affermato Mahmoud Qomati un alto funzionario di Hezbollah durante un tour per giornalisti nella periferia sud di Beirut.

ORE 10

Tensione alta in alcuni villaggi libanesi, in particolare Kfar Kila. Il ministro israeliano della Difesa Israel Katz ha  ordinato all’esercito di adottare “misure forti” per impedire a quelli che lui definisce come “membri di Hezbollah” di entrare nelle località di confine dove si trovano truppe israeliane. “A causa dell’ingresso dei membri di Hezbollah a Kfar Kila”, Katz ha ordinato ai militari “di agire con forza e senza compromessi contro sviluppi di questo tipo”, afferma il suo ufficio in un comunicato.

Da parte libanese non ci sono conferme di questa presunta presenza di combattenti di Hezbollah nelle aree del Libano del sud.

ORE 7.30

Regge la tregua di 60 giorni tra Israele e Hezbollah entrata in vigore alle 3 ora italiana dopo ore di intensi bombardamenti israeliani anche sulla capitale Beirut. Per il momento non si segnalano incidenti e violazioni. Migliaia di sfollati libanesi sono in auto diretti verso i villaggi del Libano del sud nonostante l’avvertimento a non rientrare lanciato dall’esercito israeliano che occupa ancora le regioni meridionali a ridosso del confine e che dovrebbe ritirarsi progressivamente nei prossimi due mesi. Da parte sua l’esercito libanese ha annunciato che si prepara ad inviare nel Libano del sud 5mila uomini a presidio del cessate il fuoco.

Da Gaza il movimento islamista Hamas fa sapere di essere “pronto” alla tregua.  “L’annuncio del cessate il fuoco in Libano è una vittoria per la resistenza. Hamas è pronto per un serio accordo di scambio di prigionieri”, ha dichiarato un suo dirigente all’agenzia AFP. Il premier israeliano Netanyahu ieri sera ha però escluso la fine dell’offensiva a Gaza e ha spiegato l’accordo con Hezbollah anche come un modo per isolare Hamas.

_____________________

della redazione –

 Pagine Esteri, 26 novembre 2024. Il Gabinetto di sicurezza israeliano ha approvato il cessate il fuoco con il gruppo libanese Hezbollah. Il premier Netanyahu ha dichiarato che il cessate il fuoco diventerà effettivo nelle prossime ore ma intanto continuano massicci e senza sosta i violenti bombardamenti israeliani sul Libano.

Il primo ministro libanese Najib Mikati afferma che la comunità internazionale deve “agire rapidamente” per fermare l’aggressione israeliana “e attuare un cessate il fuoco immediato”. I bombardamenti colpiscono il Libano del sud, la zona di Tiro, Beirut e hanno causato nelle ultime 24 ore 55 morti e 160 feriti. Nella capitale libanesi regna il panico e migliaia di persone scappano verso aree ritenute più sicure.

Almeno 3.823 persone sono state uccise e 15.859 ferite negli attacchi israeliani contro il Libano dall’ottobre 2023. E’ l’ultimo bilancio fornito dal ministero della Sanità del Paese.

Nelle ultime 24 ore, 55 persone sono state uccise e 160 ferite, ha aggiunto il ministero.

L’accordo, negoziato dal mediatore statunitense Amos Hochstein, prevederebbe la fine delle ostilità entro la mattinata di mercoledì e un cessate il fuoco di 60 giorni tra Hezbollah e Tel Aviv.

In un discorso pubblico Netanyahu ha dichiarato: “In pieno coordinamento con gli Stati Uniti, conserviamo la completa libertà d’azione militare. Se Hezbollah dovesse violare l’accordo o tentare di riarmarsi, colpiremo con decisione”. Netanyahu ha anche minacciato apertamente la Siria e ribadito la sua intenzione di “cambiare il Medio Oriente”.

“Tutti gli sforzi verso una soluzione diplomatica al conflitto tra Libano e Israele devono essere incoraggiati e sollecitiamo le parti a cogliere questa opportunità per compiere passi verso un futuro più stabile e sicuro”. Lo ha detto il portavoce dell’Onu, Farhan Haq,. “Il coordinatore speciale per il Libano e missione Onu, Unifil, sono pronti a supportarne l’attuazione (dell’accordo), nell’ambito dei rispettivi mandati”, ha aggiunto.

 

L’accordo di tregua è il seguente:

• Hezbollah e tutti gli altri gruppi armati presenti sul territorio libanese si asterranno dal condurre qualsiasi azione offensiva contro Israele.

• In cambio, Israele non porterà avanti alcuna offensiva militare contro obiettivi in ​​Libano, sia sulla terraferma, sia in aria, sia in mare.

• Sia Israele che il Libano riconoscono l’importanza della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

• Questi impegni non rinunciano al diritto intrinseco di Israele e del Libano all’autodifesa.

• Le forze di sicurezza libanesi e l’esercito libanese saranno le uniche entità autorizzate a portare armi o a schierare truppe nel Libano meridionale.

• La vendita, la fornitura o la produzione di armi in Libano saranno supervisionate dal governo libanese.

• Tutte le strutture non autorizzate legate alla produzione di armi e materiali correlati saranno smantellate.

• Tutte le infrastrutture e le posizioni militari non conformi saranno smantellate e tutte le armi non autorizzate saranno confiscate.

• Sarà istituito un comitato approvato sia da Israele che dal Libano per supervisionare e assistere nell’attuazione di questi impegni.

• Israele e Libano segnaleranno al comitato e alla Forza interinale delle Nazioni Unite in Libano (UNIFIL) eventuali violazioni di questi impegni.

• Il Libano schiererà le forze di sicurezza ufficiali e l’esercito libanese lungo tutti i valichi di frontiera e lungo la linea definita per la zona meridionale, come delineato nel piano di spiegamento.

• Israele si ritirerà gradualmente dal sud Libano entro un periodo massimo di 60 giorni.

• Gli Stati Uniti intensificheranno i negoziati indiretti tra Israele e Libano per raggiungere una delimitazione del confine terrestre riconosciuta a livello internazionale.