di Osama Gaweesh – Middle East Eye
(traduzione di Federica Riccardi)
Fino a poche settimane fa era relativamente sconosciuto, ma Ahmed al-Mansour è riuscito a sviluppare un seguito nel suo paese natale, l’Egitto, dopo che i ribelli siriani hanno rovesciato la dinastia degli Assad.
Cittadino egiziano, che ha iniziato a combattere contro Bashar al-Assad nel 2013, Mansour ha moltiplicato i video da quando i ribelli hanno conquistato Damasco, chiedendo al presidente egiziano Abdel Fattah el-Sisi di dimettersi dopo 12 anni di potere.
Utilizzando l’hashtag “È il tuo turno, dittatore”, una frase basata sul grido di protesta siriano del 2011, Mansour ha pubblicato quasi ogni giorno contenuti che lamentano le disastrose condizioni politiche ed economiche del Paese nordafricano. “Lo stato di terrore in cui Sisi ci fa vivere richiede la nostra iniziativa per riaccendere la rivoluzione”, ha dichiarato Mansour in un video recentemente pubblicato su X.
Negli ultimi mesi, Sisi, ex capo dell’esercito salito al potere nel 2013 dopo un colpo di stato contro il primo presidente egiziano democraticamente eletto Mohamed Morsi, ha dovuto affrontare la crescente rabbia dell’opinione pubblica per la carneficina che si sta consumando nella vicina Gaza e per l’economia in crisi del Paese.
L’Egitto, che conta oltre 109 milioni di abitanti, da quando Sisi ha preso il potere è alle prese con un’inflazione record e una carenza di valuta estera, con un debito estero quadruplicato a 164 miliardi di dollari nel dicembre del 2023.
In mezzo ai disordini, Sisi ha ripetutamente cercato di assolvere se stesso da tutte le responsabilità per i problemi del Paese e ha anche cercato di prendere le distanze da qualsiasi paragone con Assad.
In diversi discorsi ha affermato che le sue mani non sono macchiate del sangue degli egiziani e che non ha saccheggiato le ricchezze della nazione.
“Se il vostro presidente non è buono, se ha le mani sporche di sangue o se ha rubato denaro, dovreste preoccuparvi per il vostro Paese. Grazie a Dio, nessuno di questi problemi esiste”, ha detto Sisi in un recente discorso.
Altri utenti dei social media, tuttavia, utilizzando l’hashtag di Mansour, hanno affermato che nei mesi successivi al colpo di Stato, Sisi ha supervisionato possibili crimini contro l’umanità, dal momento che migliaia di manifestanti pro-Morsi sono stati uccisi con armi da fuoco o detenuti, nel peggiore episodio di brutalità della polizia nella storia moderna del Paese.
Sisi ha anche avviato una repressione su vasta scala, arrestando circa 65.000 oppositori politici, tra cui politici, manifestanti, giornalisti e attivisti della società civile.
Sisi “spaventato”?
Dopo la cacciata di Assad, che il governo egiziano aveva inizialmente criticato, il Cairo avrebbe iniziato a compilare liste di egiziani che avevano deciso di andare a combattere in Siria dopo l’inizio della rivolta.
I media statali sauditi, citando fonti egiziane, hanno riferito che alcuni degli individui presenti nelle liste sarebbero stati coinvolti in attività terroristiche in Egitto prima di partire per la Siria.
Mansour, che nel frattempo ha lasciato il gruppo ribelle Hay’at Tahrir al-Sham – che ha conquistato Damasco – ha ridicolizzato le azioni del governo egiziano, sostenendo che Sisi aveva “paura”.
“Sisi ha compilato una lista di egiziani che combattono in Siria. Ho qualcosa da dirgli. Sei stupido. Hai paura”, ha detto un Mansour sfidante in un video lunedì.
Dopo la pubblicazione del video, Arabi21 ha riferito che le autorità egiziane avevano arrestato diversi membri della famiglia di Mansour, tra cui il padre e lo zio.
Giorni dopo, in un altro video su X, Mansour ha avanzato quattro richieste fondamentali: Le dimissioni del Presidente Sisi, la fuoriuscita dell’esercito egiziano dalla politica, il rilascio di tutti i prigionieri politici e il ritorno ai principi della rivoluzione del 25 gennaio 2011.
Da quando Mansour ha lanciato la sua campagna sui social media, le autorità egiziane si sono preoccupate a tal punto che il ministro degli Interni ha recentemente tenuto una riunione con gli alti funzionari della sicurezza e ha innalzato l’allarme sicurezza del Paese al massimo livello.
In mezzo ai crescenti disordini, Ahmed Moussa, un importante sostenitore di Sisi, ha attaccato Mansour sul suo account X, minacciandolo di fare la fine di Hisham Ashmawy, un ex ufficiale dell’esercito giustiziato con l’accusa di tradimento e terrorismo.
Nel frattempo, Nashat al-Daihi, un altro sostenitore di Sisi, ha criticato Mansour nel suo programma televisivo, definendolo un terrorista traditore che è fuggito dall’Egitto nel 2012 e ha invocato una rivoluzione armata come quella siriana.
Una fonte vicina a Mansour ha dichiarato a Middle East Eye che, nonostante i tentativi del governo egiziano di diffamare l’ex combattente come terrorista, la decisione di Mansour di andare effettivamente in trincea è stata determinata dal colpo di Stato di Sisi e dalla successiva brutale repressione.
Mansour, nato nel governatorato di Alessandria, ha una formazione universitaria, avendo studiato ad Al-Azhar e frequentato l’Accademia navale, dove si è specializzato in logistica.
La fonte ha detto che Mansour avrebbe continuato a studiare presso l’Istituto per la preparazione dei predicatori e a tenere lezioni di islamistica alla TV egiziana.
Ha osservato come Mansour abbia subito dei cambiamenti dopo la tortura e l’uccisione di Khaled Said da parte della polizia nel 2010. La fonte ha detto che Mansour non ha avuto rapporti con i Fratelli Musulmani o con altri partiti politici dopo la cacciata di Hosni Mubarak e che il massacro di Rabaa al-Adawiya ha rappresentato un punto di svolta fondamentale.
“Mansour ha partecipato al sit-in di Rabaa e ha assistito a numerosi massacri da parte del regime militare”, ha detto la fonte.
Nel giro di due mesi ha lasciato l’Egitto per la Siria per unirsi alla lotta contro il governo di Assad, ha aggiunto.
L’ansia per gli sviluppi in Siria ha portato a un aumento delle misure di sicurezza adottate dalle autorità egiziane nei confronti dei siriani, per lo più rifugiati, residenti in Egitto.
Al Cairo, quando alcuni membri della comunità siriana sono scesi in piazza per celebrare la caduta di Assad, sono stati arrestati con il pretesto di protestare senza permesso.
Nel frattempo, le autorità egiziane avrebbero detto alle compagnie di viaggio e aeree che operano nel Paese di non permettere ai cittadini siriani di entrare in Egitto da qualsiasi parte del mondo, ad eccezione di quelli in possesso di un permesso di soggiorno temporaneo.