COMUNICATO DI EMERGENCY

A Khartoum da settimane i combattimenti tra forze governative, Sudanese Armed Forces (SAF), e forze paramilitari, Rapid Support Forces (RSF), si sono intensificati soprattutto dopo la riconquista da parte dell’esercito governativo della città di Wad Madani, capitale dello stato di Gezira, riferisce Matteo D’Alonzo, hospital manager di EMERGENCY a Khartoum.

Il conflitto in Sudan è considerato al momento la peggiore crisi di sfollati al mondo – aggiunge D’Alonzo – con 12 milioni di persone che hanno dovuto lasciare le proprie abitazioni, l’80% di loro è in fuga da Khartoum, la capitale, fin dal 15 aprile 2023 la più colpita dagli scontri armati. Allo stesso tempo rappresenta una delle più gravi crisi umanitarie in atto tuttavia rimasta invisibile agli occhi del mondo: saranno 30.4 milioni i sudanesi in necessità di aiuti umanitari nel 2025, circa due terzi dell’intera popolazione del Paese”.

Nella mattinata di giovedì 16 gennaio un’esplosione avvenuta a meno di due chilometri di distanza dal Centro Salam di cardiochirurgia di EMERGENCY a Khartoum, capitale del Sudan, ha provocato la rottura di alcuni vetri e piastrelle nel compound dove abitano gli operatori umanitari dell’associazione. Le schegge sono state ritrovate anche nel parcheggio dell’ospedale.

È il secondo episodio negli ultimi quattro mesi di cui vediamo direttamente delle conseguenze – prosegue D’Alonzo – L’esplosione è avvenuta al di là del ponte sul Nilo che collega l’area in cui ci troviamo a quella in cui avvengono i combattimenti. Ha provocato la rottura di alcuni vetri delle finestre nel nostro compounddi alcune piastrelle, e ha creato alcune crepe sul soffittoAlcune schegge sono state ritrovate all’esterno della struttura. Nessun paziente o membro dello staff è stato ferito. Lavoriamo rispettando criteri di sicurezza stringenti, e il nostro ospedale non è e non è mai stato un obiettivo militare. Tuttavia, le conseguenze della guerra sono tangibili anche per noi.”

EMERGENCY, presente nel Paese dal 2003, prosegue le sue attività nella capitale Khartoum con il Centro Salam di cardiochirurgia e con un ambulatorio pediatrico; a Port Sudan, nello stato del Mar Rosso dove stanno affluendo migliaia di profughi, con un altro centro pediatrico. A Nyala, in Sud Darfur, città ancora colpita da attacchi aerei quotidiani con un centro pediatrico riaperto dopo essere stato saccheggiato nell’ottobre 2023. Ha aperto, inoltre, una clinica per pazienti cardiaci ad Atbara nel nord-est del Paese, una a Kassala, vicino al confine con l’Eritrea, e sta lavorando all’apertura di un’ulteriore clinica a Gedaref, a sud-est.