Di Nidal Al-Mughrabi e Dawoud Abu Alkas
(Traduzione di Federica Riccardi)
CAIRO/GAZA, 22 gennaio (Reuters). Le armi possono aver taciuto a Gaza, ma per Mahmoud Abu Dalfa l’agonia non è finita. Sta cercando disperatamente i corpi della moglie e dei cinque figli intrappolati sotto le macerie della sua casa dai primi mesi di guerra.
La moglie e i figli di Abu Dalfa erano tra i 35 membri della sua famiglia allargata che sono stati uccisi quando un attacco aereo israeliano ha colpito l’edificio nel quartiere di Shejaia a Gaza City, nel dicembre 2023. Mentre le bombe continuavano a cadere, erano stati recuperati solo tre corpi.
“I miei figli sono ancora sotto le macerie. Sto cercando di tirarli fuori… La protezione civile è venuta, ci hanno provato, ma la distruzione rende tutto difficile. Qui non abbiamo le attrezzature per estrarre i martiri. Abbiamo bisogno di scavatrici e di molti strumenti tecnici”, ha detto Abu Dalfa a Reuters.
“Mia moglie è stata uccisa insieme a tutti i miei cinque figli, tre femmine e due maschi. Avevo tre gemelli”, ha detto.
Nelle comunità musulmane e arabe le sepolture vengono solitamente effettuate entro poche ore dalla morte, e il mancato recupero dei corpi e la mancata garanzia di sepolture dignitose sono un’agonia per le famiglie in lutto.
“Spero di riuscire a tirarli fuori e a dare loro una tomba. È tutto ciò che voglio da questo mondo. Non voglio che mi costruiscano una casa o che mi diano qualcos’altro. Tutto ciò che voglio è una tomba per loro”, ha detto Abu Dalfa.
Il servizio di emergenza civile palestinese e il personale medico hanno recuperato circa 200 corpi da quando, domenica, è entrato in vigore il cessate il fuoco tra Hamas e Israele, ponendo fine a un conflitto di 15 mesi che ha ucciso più di 47.000 gazawi.
La guerra a Gaza è stata scatenata quando i militanti palestinesi di Hamas hanno attaccato il sud di Israele il 7 ottobre 2023, uccidendo 1.200 persone e prendendone circa 250 in ostaggio, secondo i calcoli israeliani. Almeno 94 di questi ostaggi sono tuttora a Gaza.
Mahmoud Basal, il capo del servizio, ha dichiarato che le operazioni di estrazione sono state ostacolate dalla mancanza di macchinari pesanti, aggiungendo che Israele ha distrutto diversi veicoli e ucciso almeno 100 membri del personale.
Secondo le stime di Basal, i corpi di circa 10.000 palestinesi uccisi in guerra devono ancora essere trovati e sepolti.
Come Abu Dalfa, migliaia di 2,3 milioni di abitanti di Gaza stanno cercando i corpi di parenti dispersi sotto le macerie o sepolti in fosse comuni durante i raid israeliani.
Rabah Abulias, un padre di 68 anni che ha perso il figlio Ashraf in un attacco israeliano, vuole dare a suo figlio una tomba adeguata.
“So dove è sepolto Ashraf, ma il suo corpo è insieme a decine di altri, non c’è una tomba per lui, non c’è una pietra tombale che porti il suo nome”, ha detto tramite un’applicazione chat da Gaza City.
“Voglio costruirgli una tomba, dove poterlo visitare, parlargli e dirgli che mi dispiace di non essere stato lì per lui”.
Una valutazione dei danni dell’ONU pubblicata questo mese ha stimato che lo sgombero degli oltre 50 milioni di tonnellate di macerie lasciate in seguito ai bombardamenti di Israele potrebbe richiedere 21 anni e costare fino a 1,2 miliardi di dollari. Pagine Esteri