Scene senza precedenti nel campo profughi di Jenin dove ieri l’esercito israeliano ha fatto saltare in aria una ventina di edifici, con decine di abitazioni. Le esplosioni, denunciano gli abitanti, hanno anche danneggiato l’ospedale governativo. Il sindaco Mohammed Jarrar ha dichiarato alla TV Al Arabiya che l’invasione israeliana della sua città è la più vasta negli ultimi anni e ha per modello quanto è accaduto nella Striscia di Gaza. “Jenin si trasformerà in un’area deserta e completamente distrutta, se l’aggressione continua”.
Due giorni fa erano stati uccisi dall’esercito sei palestinesi, tra cui un ragazzino di 15 anni, a Jenin e nella vicina città di Qabatiya.
Le forze israeliane assediano anche il campo profughi di Tulkarem, l’ospedale governativo Thabet Thabet e l’ospedale specializzato Al-Isra. Hanno inoltre chiuso la sede della Mezzaluna Rossa. Centinaia di abitanti sono sfollati e diverse abitazioni sono state distrutte dai mezzi blindati e dalle ruspe.
Israele ha intensificato la sua operazione “Muro di Ferro” in Cisgiordania uccidendo a Jenin e nei villaggi circostanti almeno 25 palestinesi e distruggendo un centinaio di case, oltre a strade e infrastrutture civili. La maggior parte delle famiglie è stata costretta ad abbandonare il campo profughi peraltro al centro tra dicembre e gennaio di una “campagna di sicurezza” condotta dalla polizia dell’Autorità nazionale palestinese in cui sono morte 15 persone.
Nel 2025 sono giù stati uccisi 70 palestinesi in Cisgiordania: 38 a Jenin, 15 a Tubas, 6 a Nablus, 5 a Tulkarem, tre a Hebron, due a Betlemme e uno a Gerusalemme. Tra di essi 10 bambini, due donne e un uomo anziano.
L’operazione “Muro di Ferro” si sta ora allargando alla cittadina di Tubas (Nablus).