Pagine Esteri – Alcuni testimoni avevano già raccontato, all’indomani delle stragi del 7 ottobre 2023, che le truppe israeliane intervenute contro le milizie palestinesi che da Gaza avevano attaccato insediamenti, postazione militari e il festival musicale “Supernova” avevano aperto il fuoco in maniera indiscriminata, uccidendo sia i palestinesi sia gli ostaggi israeliani o i lavoratori stranieri catturati.

A confermare le testimonianze finora sempre contestate dall’establishment israeliano ci ha pensato, nel corso di un’intervista televisiva, l’allora ministro della Difesa israeliano, poi cacciato dal premier Benjamin Netanyahu.

Il 7 ottobre all’esercito di Tel Aviv venne impartito l’ordine di eseguire la cosiddetta “Direttiva Annibale”, ha detto Yoav Gallant al Canale 12 giovedì scorso, causando numerosi morti anche tra i prigionieri oltre che tra i miliziani delle diverse organizzazioni palestinesi protagoniste del sanguinoso blitz. L’ordine, ha detto Gallant, venne applicato «tatticamente” ed «in certi luoghi» nei pressi di Gaza, mentre in altre circostanze non venne utilizzato.

Spiegando ai telespettatori in cosa consiste la “direttiva Hannibal”, il giornalista Amit Segal ha spiegato che essa permette di aprire il fuoco contro degli obiettivi senza preoccuparsi dell’incolumità degli ostaggi israeliani.

In realtà già nel gennaio del 2024 il quotidiano israeliano Yediot Ahronot aveva riferito che il 7 ottobre i comandi dell’esercito israeliano avevano impartito alle truppe l’ordine di eseguire la direttiva in maniera generalizzata, a costo di «mettere in pericolo la vita dei civili nella regione, compresi gli stessi prigionieri», avevano scritto i giornalisti Ronen Bergman e Yoav Zitun.

Nel luglio del 2024, il quotidiano israeliano Haaretz aveva invece riferito che il 7 ottobre alle truppe era stato impartito l’ordine di non permettere a nessun veicolo di tornare a Gaza.

Ora però l’ammissione di Gallant getta nuova luce su quanto avvenne nelle ore successive all’inizio dell’attacco palestinese contro Israele, confermando che una parte significativa delle vittime israeliane e dei lavoratori stranieri uccisi quel giorno sono da addebitare alla reazione indiscriminata e deliberata dell’esercito di Tel Aviv sulla base di una precisa direttiva degli alti comandi delle forze armate.

Secondo un bilancio ufficiale pubblicato il mese scorso, solo il 7 ottobre l’esercito israeliano ha utilizzato contro i combattenti che avevano sconfinato 11.000 proiettili, 500 bombe da una tonnellata e 180 missili.

Nel corso dell’intervista, la prima da quando è stato estromesso dall’esecutivo israeliano, l’ex ministro della Difesa Gallant – su cui pende un mandato d’arresto della Corte Penale Internazionale al pari di Netanyahu – ha anche dichiarato che l’accordo con Hamas per lo scambio dei prigionieri era di fatto stato raggiunto già nell’aprile scorso, ma venne fatto saltare da Netanyahu a causa delle minacce da parte di Bezalel Smotrich (capo dell’estremista Partito Nazionale Religioso) di abbandonare l’esecutivo. Pagine Esteri