Un’inchiesta esclusiva dell’Associare Press ha rivelato che gli Stati Uniti e Israele hanno preso contatto con alcuni Paesi africani per trattare sull’ipotesi di deportazione dei palestinesi di Gaza. Il presidente Usa Donald Trump continua a proporre il suo “piano” di pulizia etnica della Striscia come l’ipotesi migliore e “più giusta” per la sistemazione post-guerra e la ricostruzione dell’enclave che diverrebbe, secondo i piani del tycoon, una lussuosa riviera turistica priva dei propri abitanti.
L’ostinazione di Trump nel proseguire il tentativo di applicazione del suo piano, anche dopo il diniego dei Paesi arabi che per primi ha tentato di convincere ad accogliere i palestinesi esiliati, si riflette nei contatti stabiliti con Somalia, Somaliland e Sudan. Luoghi poveri e in alcuni casi devastati dalla violenza della guerra, con condizioni economiche complicate o processi di indipendenza non pacifici.
Funzionari del Sudan hanno confermato all’AP di aver ricevuto offerte da parte degli Stati Uniti e di averle rifiutate. Quelli della Somalia e del Somaliland hanno dichiarato ai giornalisti di non essere a conoscenza di proposte del genere. Ma le conferme sono giunte da rappresentanti Usa e israeliani. Il ministro delle finanze, Bezalel Smotrich, ha dichiarato questa settimana che Tel Aviv sta lavorando per identificare i Paesi in cui i palestinesi verranno “assorbiti” e che il governo sta per aprire un “dipartimento per l’emigrazione”.
Sudan.
Il paese nordafricano era tra le quattro nazioni dell’Accordo di Abramo che hanno accettato di normalizzare le relazioni diplomatiche con Israele nel 2020. Sono 18milioni i bambini che da due anni non hanno la possibilità di andare a scuola a causa della guerra, secondo l’Unicef. Il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia prevede anche, per questo 2025, che i due terzi della popolazione totale, 30 milioni di persone, avranno bisogno di assistenza umanitaria. Dopo quasi due anni di guerra infrastrutture, sistema sanitario e scolastico, economia e servizi sociali sono al collasso.
Alcuni funzionari sudanesi hanno confermato all’Associare Press di essere stati contattati da personale dell’amministrazione Trump ancor prima che si tenesse la cerimonia di insediamento del nuovo presidente Usa. Washington avrebbe offerto assistenza militare contro le Forze di Supporto Rapido (RSF) in cambio della disponibilità del governo ad accettare i palestinesi. I funzionari hanno dichiarato di aver rifiutato categoricamente l’offerta.
Somaliland.
Un funzionario americano ha confermato che gli Stati Uniti stanno tenendo colloqui con i leader del Somaliland per capire cosa possono ottenere in cambio di un riconoscimento dell’indipendenza dell’area che la Somalia considera parte del proprio territorio. Il Somaliland si è dimostrato più volte disponibile a trattare con diversi stati e governi per ottenere un riconoscimento ampio.
Somalia.
La Somalia, come il Sudan, si è opposta a qualunque piano di pulizia etnica dei palestinesi durante il recente vertice della Lega araba al Cairo ma l’AP non esclude la possibilità che si stiano svolgendo negoziati segreti tra Washington e Mogadiscio. I funzionari del Paese hanno negato di aver ricevuto alcuna richiesta, mentre fonti statunitensi hanno confermato l’avvicinamento. Pagine Esteri