“Negli anni ’90, le persone vivevano in case molto piccole, di legno, e i tetti erano costruiti con foglie di palma. I pavimenti erano di terra. Prima ci aiutavamo molto tra vicini, perché non era così popolato. C’era una casa ogni due, tre isolati. Si stava molto bene, sì, era molto isolato”, afferma Iris, originaria di un comune vicino a Puerto Escondido, Messico, chiamato Brisas de Zicatela. Si interrompe un attimo, osserva le sue mani e poi ripete: “Eravamo soli, completamente soli, e stavamo bene”.

Puerto Escondido è una famosa destinazione turistica, che dagli anni Novanta ha cominciato ad attirare europei e statunitensi desiderosi di vivere in un luogo tranquillo. Spiagge incontaminate, onde turchesi altissime, palme e sabbia: surfisti e amanti della natura di tutto il mondo si ritrovano in quest’oasi messicano, che promette feste, buon cibo e un clima tropicale ottimo per passare le vacanze, o addirittura trasferirsi. Si stima che durante il 2023, in questa piccola città di 25.000 abitanti, siano arrivati circa 800.000 visitatori, consolidandosi come una delle mete più attraenti della costa di Oaxaca (El País, 2024).

Il governo, negli anni, ha incentivato la crescita di questa località turistica attraverso diverse iniziative, come l’investimento di 2500 milioni di pesos – quasi 140 milioni di euro – per ampliare l’aeroporto della città, e la creazione della nuova autostrada Barranca Larga-Ventanilla, inaugurata nel 2024.

Dal 1992, quando Gabriele Salvatores lanciò il suo film “Puerto Escondido”, molti italiani vennero a conoscenza dell’esistenza di questo – allora ancora sperduto – paesino sulla costa occidentale del Messico. Tanto che, secondo un sondaggio realizzato dalla Direzione del Turismo di San Pedro Mixtepec nel 2022, il 15% dei turisti stranieri che visitarono Puerto Escondido erano di nazionalità italiana. Questa percentuale posiziona l’Italia come il terzo paese che più visita questo posto, subito dopo Argentina (30%) e Stati Uniti (20%).

Il luogo, come possiamo vedere nel film, è colorato, caldo, lento: molto diverso dal grigiore del nord Italia. Il direttore mostra come i personaggi, in questo spazio, possono liberarsi dalle regole e dalle responsabilità, e riescono a riscoprire se stessi. Molti stranieri, anche oggi, confermano quello che si mostra nel film, dicendo che per questa ragione scelgono Puerto Escondido per passare le vacanze o andare a vivere.

Locandina del film “Puerto Escondido”.

Ma quanto realmente questa enorme affluenza di turisti sta beneficiando la popolazione locale? Tra blackout quotidiani, aumento della criminalità, scarsità d’acqua e prezzi esorbitanti che crescono ogni giorno, molti abitanti non riescono più a vivere dignitosamente nel luogo in cui sono nati, che lentamente viene gentrificato (o, in altre parole, colonizzato) dagli stranieri.

La criminalità aumenta con l’arrivo dei turisti a Puerto Escondido.

“Sono nata a Brisas de Zicatela nel 1987, un paesino a circa 7 chilometri da Puerto Escondido. Prima ci spostavamo a piedi, o a cavallo; era molto tranquillo, la maggior parte delle persone coltivava papaya o arachidi. Normalmente non vendevano i loro prodotti, facevano scambi: per esempio, mio padre portava al mercato dei fiori di ibisco che aveva coltivato, e in cambio gli davano mais, oppure scambiavamo sacchi di arachidi per bibite”.

Iris, 38 anni, gestisce un ristorante con suo marito. Hanno dovuto aprirlo lo scorso dicembre, perché sebbene suo marito lavori tutto il giorno come muratore, i prezzi sempre più alti di Zicatela non permettevano loro di vivere serenamente.

Iris nel suo ristorante. Foto: Sofia Pontiroli.

Afferma che l’afflusso di persone da tutto il mondo cominciò all’improvviso, circa negli anni 2000. “Credo davvero che il posto gli sia piaciuto: era isolato, era incontaminato, si potevano ancora trovare piccole conchiglie lungo tutta la riva del mare”. Tuttavia, questo improvviso arrivo di nuove persone in un luogo così isolato iniziò da subito a portare problemi, soprattutto legati alla criminalità organizzata.

“Non c’era tanta delinquenza, è cominciata con l’arrivo dei turisti. Hanno iniziato a vendere marijuana, cocaina. Ci raccontavano che c’era una banda di rapitori guidata da un italiano. Ricordo che si faceva chiamare Claudio Conti, o qualcosa del genere. Da quel momento abbiamo cominciato a stare più attente, a non uscire tanto di notte, soprattutto noi donne”.

L’aumento della criminalità si è mantenuto stabile negli ultimi anni. L’afflusso di turisti ha interessato diversi cartelli messicani, che si sono stabiliti nella zona per svolgere attività di spaccio. Molti turisti affermano quanto sia facile accedere alle droghe sulle spiagge di Puerto Escondido. Camminando per una delle strade principali di Punta Zicatela, una delle cittadine più visitate da stranieri e messicani in vacanza, è comune ricevere offerte da parte di molti giovani uomini, che chiedono sussurrando se vuoi qualcosa da fumare o sniffare.

La strada principale dove spacciano. Foto: Sofia Pontiroli.

Gli altri problemi che affrontano i locali a causa della gentrificazione.

Il fenomeno della gentrificazione in Messico si è intensificato negli ultimi dieci anni, soprattutto a Città del Messico, Oaxaca, Guadalajara, Riviera Maya e Puerto Escondido. Questo fenomeno implica l’arrivo di persone con maggiore capitale (spesso stranieri o “nomadi digitali”, aumentati dopo la pandemia) in zone precedentemente abitate da comunità a basso reddito, causando l’aumento dei prezzi di affitto, servizi e alimenti. Spesso gli abitanti sono obbligati a lasciare le loro case, per spostarsi più in periferia, dove la vita non costa così tanto.

“Certo che sono cambiate molte cose da quando sono arrivati gli stranieri. Tutto è più caro, anche per noi locali, non ci sono più posti dove comprare alimenti o beni di prima necessità a buon mercato. Come faccio a sopravvivere? Eh, bisogna combattere”.

Jesús è originario di Puerto Escondido e fa diversi lavori: è un coltivatore di papaya, guida una “combi” (un piccolo furgone utilizzato come bus), ed è anche allevatore di vacche. Afferma che, per quanto il governo voglia promuovere l’arrivo di stranieri a Puerto Escondido, ai locali non porta benefici. Anche se ci sono più persone che possono comprare i suoi prodotti o viaggiare nella sua “combi”, i prezzi sempre più alti rendono impossibile vivere con un solo lavoro.

Juan è tassista, ha 68 anni. “Vengono da molte parti, da molti paesi. Dal Canada, dagli Stati Uniti, qui ci sono molti italiani, lo sapevi? E le cose cambiano, perché loro hanno i dollari. Noi guadagniamo solo pesos”.

Dopo la pandemia, il numero di nomadi digitali – persone che lavorano da remoto mentre viaggiano – è cresciuto in maniera esponenziale a livello mondiale, e il Messico è diventato una delle loro mete preferite grazie al clima, al basso costo della vita (rispetto a USA o Europa), e alla facilità di accesso migratorio.

Questo causa molti problemi alla popolazione locale, oltre ai prezzi altissimi. Durante i mesi di alta stagione, si sono registrati blackout costanti in zone come Puerto Escondido o Punta Zicatela. Questi blackout, che a volte durano fino a 20 ore, sono dovuti principalmente dal sovraccarico dei trasformatori, per via dell’aumento della domanda energetica che supera la capacità dell’attuale sistema elettrico.

Durante l’alta stagione, manca spesso anche l’acqua potabile. Nei periodi di alte temperature e siccità, la frequenza della distribuzione d’acqua si riduce a ogni 9 o 10 giorni. A causa dell’elevato uso di acqua da parte di hotel, airbnb e ristoranti, molte persone rimangono senza per giorni interi.

“Tutti i servizi di base si saturano: luce, acqua, internet. E non solo mancano di continuo, ma ci fanno anche pagare questi servizi come se fossimo stranieri, con prezzi altissimi”, afferma Iris.

La spiaggia Carrizalillo, Puerto Escondido, piena di turisti. Foto: Sofia Pontiroli.

La scomparsa della cultura originaria.

La gentrificazione non causa solo problemi legati alla criminalità e all’economia in Messico, come succede a Puerto Escondido. Si sono verificati casi di stranieri in varie zone del paese che litigano con i locali, perché non permettono loro di mantenere vive le tradizioni. Un caso diventato virale sui social si è verificato a Mazatlán, dove un turista ha iniziato a insultare alcuni musicisti che suonavano sulla spiaggia perché “erano troppo rumorosi”. La stessa cosa è successa a Puerto Escondido alcune settimane fa.

“Davanti a casa nostra, un francese ha comprato un terreno e ha deciso di costruire un ostello. Normalmente i bambini si riunivano e giocavano nel pomeriggio in questa strada, davanti a casa nostra, davanti alla sua anche. A qualsiasi ora, se c’erano bambini che giocavano, per lui era un fastidio: non gli piaceva che gridassero. Gli prendeva il pallone, non lo restituiva, era una lotta continua. Lo infastidivano anche le feste di compleanno, i fuochi d’artificio, tutto”. Iris fa una pausa, riflettendo. “Sappiamo e comprendiamo che vengono qui a riposare, ma purtroppo noi siamo messicani, e abbiamo delle tradizioni”.

Molti stranieri arrivano in Messico senza cercare di adattarsi alla cultura, alle tradizioni e al territorio che li ospita, dando per scontato che sarà il luogo ad adattarsi a loro. In molte località turistiche, vicino a Puerto, non si trovano quasi più persone locali, e quelle rimaste devono adattarsi a un forte cambiamento che danneggia la loro lingua e cultura.

Chad è della California e sta pianificando di trasferirsi a Puerto Escondido. Afferma che gli piace molto il luogo per la gente, e perché non ha bisogno dell’auto, visto che essendo un posto piccolo può arrivare ovunque a piedi. Quando gli si chiede perché ancora, dopo anni di viaggi in America Latina, non ha imparato lo spagnolo, risponde che non è portato per le lingue.

“E la colpa è tutta mia. Sono stato con una donna colombiana per tre anni e non ho comunque cercato di imparare lo spagnolo, quindi non ho scuse. È semplicemente un cattivo comportamento”, dice in inglese.

La spiaggia Carrizalillo, Puerto Escondido, piena di turisti. Foto: Sofia Pontiroli.

Iris, Jesús e Juan, come molti abitanti di Puerto Escondido e di tutto il Messico, combattono ogni giorno per vivere nel luogo in cui sono nati, una casa che lentamente sta diventando qualcosa di sconosciuto, che non gli appartiene più.

“Forse è triste perché non vedi più le stesse cose di prima. Fa parte del progresso, ma bisognerebbe farlo con moderazione, con rispetto. Le persone nuove pensano di venire qui a comandare, hanno più soldi e per quello credono di avere il diritto di dire: metto questo qui, tolgo questo da lì e faccio quest’altro.” Iris sorride. “Non siamo d’accordo con tante cose, ma non possiamo fermarlo.”

 “È una morte lenta, la nostra”, conclude.