Poche ore dopo il bombardamento dei siti nucleari iraniani di Fordow, Natanz ed Esfahan, un grande drone MQ-4C “Triton” della Marina Militare degli Stati Uniti d’America ha effettuato una lunga missione di intelligence, sorveglianza e riconoscimento nello spazio aereo dello Stretto di Hormuz e del Golfo Persico.

Parte della rotta di volo del velivolo da guerra, registrato con il numero 169661 (nome in codice Overlord), è stata tracciata da ItaMilRadar, sito che documenta il traffico aereo militare nel Mediterraneo e in Medio Oriente.

“L’MQ-4C Triton di Us Navy – spiegano gli analisti di ItaMilRadar – ha sorvolato lo Stretto di Hormuz, l’Oman e gli Emirati Arabi nel corso della mattinata di domenica 22 giugno, probabilmente per monitorare le reazioni dell’Iran all’attacco dei bombardieri B-2 e garantire piena conoscenza di quanto accade alle forze navali USA presenti nell’area”.

Non è stato possibile identificare lo scalo di partenza e arrivo del velivolo senza pilota, ma il “Triton” numero 169661 è di norma assegnato dal Pentagono alla stazione aeronavale siciliana di Sigonella, nell’ambito del programma di “ampia sorveglianza aereo-marittima” BAMS (Broad Area Maritime Surveillance) nel Mediterraneo. Nello specifico si tratta di uno dei quattro MQ-4C “Triton” schierati a Sigonella dal 2024, in forza al locale distaccamento avanzato del 19° Squadrone di pattugliamento con aerei senza pilota di US Navy (VUP-19 squadron), con quartier generale a Jacksonville, Florida.

L’MQ-4C “Triton” è un drone a lungo raggio, basato sulla piattaforma dell’RQ-4 “Global Hawk”, versione “Block 20”, è stato prodotto dall’industria aerospaziale statunitense Nortrop Grumman. Rispetto alla versione “madre” entrata in funzione con l’US Air Force (anch’essa operativa dalla base di Sigonella), il nuovo velivolo monta una struttura alare rinforzata per volare in condizioni meteorologiche avverse e resistere maggiormente alla grandine, all’impatto con i volatili, ai fulmini e al ghiaccio.

Lungo 14,5 metri e con un’apertura alare di 39,9, il “Triton” può operare entro un raggio di 2.000 miglia nautiche dalla base di decollo, a un’altitudine massima di 18.288 metri e una velocità di crociera di 575 km/h. Il velivolo gode di un’autonomia di volo tra le 24 e le 30 ore consecutive. Nel corso di una sola missione i sofisticati sensori di bordo sono in grado di rilevare, classificare e tracciare obiettivi marittimi operanti in profondità monitorando fino ad una superficie di quattro milioni di miglia nautiche.

I velivoli schierati a Sigonella sono stabilmente impiegati in attività di intelligence, sorveglianza e riconoscimento nei cieli del Mediterraneo orientale e del Golfo Persico, a supporto delle operazioni belliche della flotta USA contro le milizie Houthi in Yemen e di quelle delle forze armate israeliane contro la popolazione palestinese a Gaza o in Libano, Siria, Yemen e Iran.

Gli analisti di ItaMilRadar avevano già tracciato due operazioni top secret dell’MQ-4C “Triton” con numero identificativo 169661M nel Mediterraneo orientale. La prima è avvenuta il 30 gennaio 2025; dopo il decollo da Sigonella il drone ha raggiunto le coste della Siria, per sorvolarle nel corso della notte e rientrare all’alba nella base siciliana. La seconda missione risale al 3 febbraio successivo; anche in questo caso dopo il decollo da Sigonella, il velivolo ha sorvolato tutta la notte i cieli della Siria.

“Il drone si è pure soffermato per un certo tempo sulle acque del Libano, operando esclusivamente nello spazio aereo internazionale e fuori dalla zona FIR di Beirut”, riportava ItaMilRadar. “Né durante il viaggio di andata, né in quello di ritorno è stato possibile osservare elementi specifici che lasciano pensare che abbia monitorato la flotta russa attualmente in navigazione nel Mediterraneo centrale. La presenza del Triton nella regione sottolinea l’importanza strategica assunta dal Mediterraneo orientale. Dato che le dinamiche geopolitiche continuano ad evolversi, la sorveglianza militare e la raccolta di informazioni rimangono fondamentali per le maggiori potenze in termini di sicurezza e controllo”.

Anche nella mattinata di oggi 23 giugno è stato monitorato il decollo da Sigonella di un drone RQ-4B “Global Hawk” di US Air Force (identificato con il numero 09-2049, nome in codice Forte10) che ha poi raggiunto lo spazio aereo tra l’isola di Cipro e l’Egitto. “Si tratta di una missione inusuale per un Global Hawk”, scrivono gli analisti di ItaMilRadar. “L’area del Mediterraneo orientale è la stessa dove sono state osservate numerose missioni dei pattugliatori P-8A Poseidon di US Navy, anch’essi schierati a Sigonella. Ciò che spicca questa volta è la relativa distanza della zona di pattugliamento dalle coste del Medio oriente, attività svolta di norma non dagli assetti aerei di US Air Force ma da quelli di US Navy. Mentre i droni MQ-4C della Marina USA operano specificatamente nel Mediterraneo, i Global Hawk dell’Aeronautica vengono impiegati comunemente sui cieli del Mar Nero e della Regione baltica. Non è ancora chiaro cosa ha catturato l’attenzione USA, ma la concentrazione delle recenti missioni in quest’area conferma il sempre maggiore interesse che essa riveste per Washington”.